Nei dipinti di Andrea Bari la città di Vicenza si dimostra appartenente ad una diversa realtà: aderente alla sua immagine eppure trasfigurata fisicamente. È una nuova verità pittorica che la distanzia dal vincolo mimetico e la interpreta nelle architetture, nelle colonne e nelle statue, e che separa palazzi e ville dal legame con il loro tempo.

 Bari inoltre libera le vie e le piazze, gli scorci urbani e gli ordini prospettici cittadini dal vero formale e le vedute cittadine risaltano su sfondi bruni, in una materia ricca di spessori, mossa dal pennello e dalla spatola. Questa caratteristica la mantiene inalterata, in unità con la vivezza dei colori in contrasto con brune tonalità che li esaltano.

I dipinti emergono nei bianchi chiusi tra verdi e rossi, dominati dalle tonalità dei marroni che li accerchiano fra spessori di un magma cromatico in crescita. Ecco le facciate delle case legate al passato fisse nella forma originaria in dialogo serrato con foschi cieli in veloce movimento e le acque fonde dei fiumi.

Le abita un’antica storia e il loro silenzio dilaga nell’ ambiente cittadino;, una ferma luce si fissa, tesa su muri e colonne, li rinserra per affidarli ad un momento del tempo. E così Bari consegna la stessa intensità al tema dei mazzi di fiori. E sono mazzi di fiori nei vasi immersi in una luce scura ; altri fiori dalle tonalità più intense ed altri ancora più bruni entrano in spessori che alimentano consistenze materiche. Tra i molti, alcuni, mutati per il variare della sensibilità di Bari, appaiono nel chiarore di una luminosità perlacea.