NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Echi nel Silenzio
Dal Garda al Pasubio

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Echi nel Silenzio

Il Pasubio è definita la montagna sacra, la montagna degli eroi. Lei come l'ha vista attraverso il suo obiettivo?

Echi nel Silenzio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Sul Pasubio coesistono due mondi antitetici: uno è quello di una natura selvaggia, l’altro è quello lasciato da un’antropizzazione estrema e devastatrice. Ogni cocuzzolo e ogni anfratto è l’incarnazione di questa convivenza, tanto che le trincee e le postazioni si confondono tra le rocce e i pini mughi, come se l’acciaio e il cemento appartenessero da sempre alla montagna; come se il rumore della battaglia si fosse impresso nel terreno e continuasse ad echeggiare nel silenzio della natura. È a quest’aria inconsueta, solenne e sacrale che ho rivolto l’obiettivo della mia macchina fotografica".

Quanto sono importanti secondo Lei le immagini di qualità in opere come questa che raccontano fatti storici?

"La fotografia ha il merito di essere spesso immediata: alle volte basta uno sguardo su una buona foto per farci soffermare su un luogo, una situazione o un evento a cui non avevamo mai rivolto l’interesse. In quest’ottica quindi la fotografia può essere uno strumento per avvicinare alla storia o alla montagna anche persone meno attente a questi argomenti. Dico questo nonostante io sia ben conscio di vivere in un mondo saturo di immagini, dove la quantità eccessiva porta a sminuire il valore della fotografia. Sotto il profilo dello studio del conflitto, ritengo che l’investigazione fotografica ci può permettere una maggiore comprensione di quella che fu la vita al fronte e di come i soldati interagissero con il terreno".

Echi nel Silenzio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Che cosa si può raccontare con le immagini? Si può far uscire la bellezza anche da luoghi di morte e sofferenza come il Pasubio?

"Soprattutto in quei luoghi dove l’antropizzazione non ha avuto interesse o modo di espandersi dopo il 1918, i segni lasciati dalla guerra sono più evidenti. Ma proprio per questo motivo, è qui che la natura, indisturbata, ha fatto il suo corso trasformando e riempiendo di significati nuovi i vecchi campi di battaglia. Molte fotografie si soffermano sulla bellezza della natura che avvolge le ferite come a volerle curare, rivelando come questi terreni non appartengono più alla dimensione della guerra".

Quali sono le differenze che lei ha colto tra il versante vicentino e quello trentino del Pasubio?

"Il Pasubio del libro è suddiviso in cinque paragrafi geografici: meridionale, orientale, occidentale, Corno Battisti e Denti. Ad ognuno coincide una caratteristica peculiare della guerra in montagna. Nel versante meridionale, quello vicentino, ho sottolineato l’aspetto logistico del Regio Esercito, ovvero ciò che resta di quella fenomenale rete di infrastrutture che consentirono l’accesso e la permanenza di migliaia di uomini in luoghi sperduti: strade, mulattiere, teleferiche ma anche cittadelle militari. Nel versante trentino ho sottolineato gli aspetti propri dei combattimenti, quindi uno sguardo su un paesaggio che ha condizionato le manovre della fanteria, le teorie di fortificazioni create dalla guerra di posizione e infine i labirinti sotterranei della guerra di mine".

Echi nel Silenzio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Secondo Lei oggi è ancora importante ricordare quei tragici eventi e perché?

"La Grande Guerra è stata l’alba della modernità, l’evento epocale dal quale è scaturito il mondo come lo conosciamo e intendiamo oggi. Anche solamente per quest’unico motivo ha un senso ricordare. Ma il ricordo acquista significato se non è fine a se stesso e se diventa uno spunto di riflessione che includa anche il nostro tempo. Perché, come ho cercato di evidenziare con le fotografie di “Echi nel silenzio”, il presente è sempre condizionato dal passato".

 

Andrea Contrini considera la fotografia come un mezzo per raccontare il passato attraverso le sfumature del presente: molti progetti fotografici riguardano l'esplorazione del territorio e la sua storia. Tra questi I Guardiani del Silenzio, sulle fortezze della Grande Guerra, e Un Silenzio Infranto, sull'ex fabbrica Montecatini di Mori. La sua attività fotografica riguarda anche l'architettura, il paesaggio e la documentazione in ambito museale.



nr. 46 anno XXII del 23 dicembre 2017

Echi nel Silenzio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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