NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Grisha Bruskin. Icone Sovietiche

Gallerie D‘Italia-Palazzo Leoni Montanari
Contra’ Santa Corona, 25
Orario: da martedì alla domenica 10-18
Chiude il 15 aprile 2018
Mostra a cura di Giuseppe Barbieri e Silvia Burini

di Maria Lucia Ferraguti

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Grisha Bruskin. Icone Sovietiche

Le reiterate immagini dell’autentico popolo russo, fissate nel monumentale dittico Fundamental’nyj Leksikon (Lessico Fondamentale, 1985- 1990) sono simili a quelle delle icone nella religione ortodossa: “santi” sovietici, cari alla comune sensibilità dello Stato. La struttura stessa del dittico riprende quella dei menologi: le icone che, dal decimo secolo, raffigurano l’intero ciclo dei santi e delle feste liturgiche, e che per questo sono considerate come icone-calendario. Quando Grisha Bruskin (1945) dipinse il quadro ad olio su tela aveva già in programma di rappresentare gli archetipi del “mito” dell’ideologia sovietica come il pioniere, l’operario, il dottore e l’ammalato, il detenuto, i fidanzati, il soldato, il giocatore di scacchi; alcune delle certezze sulle quali si appoggiava il realismo del Paese. Le figure, colte di tre quarti, fissano lo sguardo in avanti, unite da un’unica espressione di stupore resa nei volti.

Grisha Bruskin. Icone Sovietiche (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“Con queste figure ho iniziato a comporre una sorta di vocabolario, di lessico, una specie di collezione di alfabeto (in ebraico alefbet) ”. Tutti i personaggi sono bianchi e caratterizzati da un accessorio simbolico vivacemente colorato che li contraddistingue nella società. Appartengono al patrimonio di Bruskin, archeologo del progetto di un futuro andato distrutto dal corso della storia. L’artista stesso ha definito il suo dittico “un dipinto epistolare per gli uomini del futuro”. L’opera di Bruskin, riconosciuto come il maggior protagonista vivente della scena artistica russa, entrò nel mondo delle aste come espressione dell’arte nazionale e fu battuta nella prima e unica asta internazionale che fu bandita da Sotheby’s a Mosca nell’estate del 1988. Bruskin, di origine ebrea, con un’attività svolta a Mosca e a New York, proviene da una famiglia di scienziati.

Aveva già esposto a Venezia con gli arazzi dedicati al Talmud presso la Fondazione Querini Stampalia nel 2015, con l’installazione “Collezione di un archeologo” e nel 2017 con la recente “Scene Change- Cambio di scena” nella 57° biennale di Venezia, dimostrando di essere il principale artista rappresentante la Russia nel padiglione nazionale ai Giardini. Accanto al Lessico Fondamentale si trovano i disegni preparatori e la metamorfosi delle figure nella tridimensionalità di 25 sculture in porcellana (1998) e di 49 opere in bronzo (2001-2003) una specie di maquette ex post, dove l’associazione avviene naturale con le 400 icone russe di Palazzo Leoni Montanari -Intesa SanpaoloLa sua archeologia si confronta con la storia dalla quale si considera ingannato. Esistono inoltre i pezzi delle sue sculture di bronzo dissotterrate in Toscana per essere consegnate, cariche di messaggi, al futuro. La consegna ed il suo pensiero rimbalza inoltre in tre installazioni digitali di Camer Anebbia.

Catalogo Antiga Edizioni.





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