NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il perfetto barista
e il manuale di sopravvivenza

Dietro al bancone i rapporti con i clienti "difficili"

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Manuale di sopravvivenza per il perfetto barista

Si fa presto a dire "andiamo al bar"... Ma avete mai provato a mettervi nei panni di chi sta dall'altra parte del bancone (o forse, dopo aver letto il libro, dovremmo dire della barricata)? Adesso c'è un divertente libro scritto dalla vicentina Alessandra Magrin, Manuale di sopravvivenza per il perfetto barista - Guida pratica per resistere a clienti difficili e a colleghi disgraziati (BookSprint Edizioni), che propone in chiave molto (auto) ironica il profilo professionale del barista basandosi sulla propria esperienza personale a contatto con una realtà che normalmente si presenta come un piccolo microcosmo con regole, codici morali, rapporti empatici e spirito collaborativo, nonché laboratorio di socializzazione e convivenza civile. Il bar - piccolo o grande che sia, di città o di paese - è stato da sempre un luogo di aggregazione in cui confluiscono differenti modelli di pensiero, un santuario di vita sociale e culturale in cui viene offerto ristoro dalle preoccupazioni e fatiche quotidiane, il punto focale di ogni comunità, il centro di connessione tra individui che condividono interessi e passioni. Tuttavia in questo libro, il bar diviene una specie di giungla, un palcoscenico bizzarro in cui si incontrano e scontrano diversi modelli sociologici e comportamentali.

Manuale di sopravvivenza per il perfetto barista (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La scrittrice presenta in maniera provocatoria il testo come un manuale in cui si offrono ad ogni barista semplici istruzioni per superare con grande spirito di adattamento le difficoltà di questa professione, spesso sottovalutata perché ritenuta un ripiego da tanti giovani. Invece, leggendo il libro, si capisce fin troppo bene che la professione di barista può essere, e quasi sempre è, una specie di palestra di vita, un palcoscenico - appunto - in cui ci si può esercitare per comprendere meglio gli altri e se stessi. In questo modo il mestiere del barista viene fortemente rivalutato: da figura professionale poco apprezzata, diventa un acuto osservatore di linguaggi del corpo, di tratti comportamentali di ogni tipo, cercando quotidianamente di elaborare un profilo psicologico di quanti vengono a contatto con lui: l’unica alternativa per conoscere gli ostacoli e abbatterli, evitando invece possibili atteggiamenti di scoramento e di rinuncia. Insomma, che sia al Bar Sport sotto casa o in uno degli eleganti locali del centro città o ancora in quella sorta di "bagarre" che sono gli Autogrill, cominciare la giornata con una colazione al banco, incontrarsi per lavoro o per diletto in un bar, rientra in quella serie di azioni abitudinarie che tutti compiono ogni giorno. Non tutti però hanno idea del mondo che si cela dietro ad un bancone e del duro lavoro che è chiamato a fare il barista. Alessandra Magrin propone dunque un quadro ironico ma allo stesso tempo veritiero di questa figura. Disponibile nella doppia versione cartaceo/e-book, il libro, attraverso la narrazione di numerosi aneddoti riconducibili all' esperienza personale dell’autrice, riesce a presentare tutte le difficoltà di un mestiere che prevede uno stretto contatto con persone molto diverse tra loro e spesso molto esigenti. Dalle richieste più assurde dei clienti alle pretese di titolari ossessivi, l'autrice racconta le diverse figure che ruotano intorno al mondo della ristorazione come cuochi, lavapiatti e colleghi: situazioni spesso esilaranti che svelano i retroscena del mondo della ristorazione.

Presentato a fine gennaio al bar Matteotti in centro storico a Vicenza, il libro è suddiviso in capitoli in cui l'autrice delinea con grande ironia le varie "tipologie" di avventori: dal cliente esasperante a quello "locusta" (una sorta di scroccone senza pudore); dal cliente fobico a quello "fancazzista". E non tralascia di gettare uno sguardo acuto sulla componente formata dai titolari dei locali e dai colleghi: tra questi ad esempio i cuochi, ai quali l'autrice lancia frecciatine per il loro "immancabile ego" o ancora i lavapiatti, persone apparentemente "innocue" che però, all'occorrenza, si rivelano di tutt'altra pasta. Il tutto compone una galleria variopinta di personaggi nei quali, forse, ognuno di noi potrebbe riconoscersi, ripensando magari a quella volta in cui, di fronte ad un barista o ad un cameriere, ci siamo comportati in un determinato modo... Insomma, se vi è capitato di entrare in un bar e forse non era eccellente il prodotto consumato, o non siete riusciti ad accaparrarvi il vostro angolo preferito, oppure non avete incontrato un sorriso cordiale da parte della persona che vi ha servito, beh... allora questo libro fa per voi. Dopo molti anni e svariati luoghi nei quali mi sono trovata a rivestire entrambi i ruoli, quello di abile servitrice del locale e ignara cliente, spesso e volentieri malcapitata, ho deciso - scrive l'autrice nella prefazione - di raccontare le mie esperienze, quelle che forse la maggior parte delle persone non conosce quando entra in un locale per prendere un caffè.

Manuale di sopravvivenza per il perfetto barista (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Grazie a questo vissuto e ai miei appassionanti studi sul linguaggio del corpo, ho imparato molte sfaccettature e significati intrinseci, anche nei più semplici gesti quotidiani che svelano molto sulla persona che ci troviamo di fronte e su quanto possa essere faticoso ed estenuante un tipo di lavoro come questo. Un bagaglio di tal genere ci permette di comprendere quanto il mondo e il modo di vedere le cose siano cambiati nell’ultimo decennio... Purtroppo non esistono molti baristi in grado di far fronte a situazioni che alla fine si rivelano imbarazzanti, con il risultato di creare disagio e malcontento per entrambe le parti. Ci sono invece individui che fanno questo lavoro e sanno usare benissimo queste armi, le utilizzano abilmente e con regolarità per ottenere quel che vogliono. A volte può essere sufficiente una singola parola ben scelta che mette in moto nel cliente il comportamento richiesto, senza che questi se ne renda conto e devo dire, cari lettori, che questa è la più potente e la più efficace delle armi che abbiamo a disposizione. Ma ahimè sono delle vere primule rosse e poche persone hanno la preparazione davvero indispensabile. Per uscire indenni da situazioni a volte “imbarazzanti” occorre un contrattacco, velato se possibile, ma persuasivo e leale, perché alla fine è un semplice gioco di scambio, necessario a salvaguardare la salute mentale del nostro povero barista. Quello di Magrin è un libro nato quasi per gioco, in un periodo di cambiamento significativo per l'autrice. Un libro scritto per divertire o almeno per strappare al lettore una risata, se si riconoscerà in determinate situazioni - cosa assai probabile per molti - - Anche per chi ha avuto l'ingrato compito di svolgere la difficile attività di barista e, nel caso la stia ancora esercitando, per migliorare e diventare un perfetto barista. O, quantomeno, farlo credere all'ignaro cliente. Gli studi approfonditi sulla comunicazione verbale e non verbale hanno influito moltissimo nella formazione dell'autrice, un percorso che si è rivelato indispensabile nello studio dei personaggi descritti nel libro. Nella sua cerchia di amici una persona in particolare si è rivelata fondamentale per la stesura del libro, l'amico e scrittore e sociologo vicentino Giuseppe Ausilio Bertoli - da noi de La Domenica già recensito più volte - che grazie ai suoi preziosi consigli ha saputo rendere più scorrevole questo progetto.

Manuale di sopravvivenza per il perfetto barista (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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