NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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L'altra Caporetto
Suore, orfanelle e pazze

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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L'altra Caporetto

Perché riportare alla luce un episodio dimenticato?

L'altra Caporetto (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Era dimenticato solo perché non era conosciuto. Quella raccontata nel libro è la guerra vista dal basso, con il dramma della gente della sinistra Piave che, dopo la disfatta di Caporetto, si trovò improvvisamente straniera in casa propria, in balia degli invasori, vittima di saccheggi e di ogni altro sopruso. Sono convinta che la storia, soprattutto quella scritta con la lettera minuscola, se non viene raccontata, sia destinata all’oblio".

Chi era suor Geltrude e cosa ha rappresentato in quella vicenda?

"Geltrude Bisson, autrice del diario dal quale è nato il mio libro, era una dorotea, maestra nelle scuole comunali di Valdobbiadene. Durante l’anno di occupazione 1917-1918, questa suora annotò quotidianamente la vicenda sua e delle consorelle che si trovarono sole, sotto i bombardamenti, con un gruppo di orfanelle e con trecento donne malate di mente. In quel lungo “anno della fame” le suore inventarono ogni espediente per sopravvivere e non morire di stenti e di freddo. Vagarono con un carrettino per centinaia di chilometri, di paese in paese, in cerca di grano per la polenta; barattarono biancheria e rocchetti di filo, per avere un poco di cibo e qualche medicina per le bambine".

C’è un messaggio nel suo libro e in tutta la storia narrata?

"Un messaggio forte del racconto è l’amore: un Leit motiv che qui ha i connotati dell’eroismo. Amore che pensa agli altri, incurante della propria vita. Per un anno intero queste suore si presero cura delle orfanelle e delle malate di mente, lasciate in balia degli eventi, a cui i responsabili non avevano pensato, perché erano tutti scappati al momento dell’occupazione. Le ha sostenute la forza straordinaria della loro fede e, non meno importante, la solidarietà della popolazione residente, stremata e priva di tutto, che si toglieva di bocca una fetta di polenta, un uovo, un pugno di fagioli, per condividerli con quel gruppo quasi disperato di profughe".

L'altra Caporetto (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)L’editore Gaspari, tra i massimi esperti di Caporetto, scrive che “questa storia, se raccontata nelle scuole, darebbe il senso del nostro divenire”. Lei cosa ne pensa?

"Mentre curavo la pubblicazione del libro, pensavo ai ragazzi delle scuole superiori e ai giovani universitari, che studiano solo la storia scritta nei manuali. E spesso la dimenticano subito dopo, perché non li ha per nulla coinvolti. Questa è una storia che racconta, sì, di eserciti e battaglie – ricordiamo tutti la canzone del Piave –, ma è una storia vissuta e raccontata da donne religiose, che invocavano da Dio la fine della guerra, per “ritornare ad essere italiane”. Se i giovani conoscessero a quale prezzo i loro bisnonni hanno conquistato la libertà, la democrazia, il benessere che abbiamo oggi, forse il loro impegno a costruire il futuro troverebbe maggiore forza e consapevolezza".

Corrado Stajano sul Corriere della Sera scrive che “le commemorazioni del centenario hanno trascurato le sofferenze del popolo” (come non di rado accade, ndr). Qual è la sua opinione in merito?

"La recensione del grande giornalista e scrittore mi ha colta davvero di sorpresa. E mi ha commosso il suo coinvolgimento di fronte alla triste vicenda narrata in questo libro. Corrado Stajano ha saputo cogliere con grande sensibilità le situazioni dolorose e i sentimenti di quella povera gente e ha dato autorevolezza al mio semplice lavoro. Perché, portare alla luce questa piccola-grande storia, è stato innanzitutto un atto di giustizia. È stato un dare voce a quanti non l’hanno avuta nelle decisioni dei potenti, ma hanno subìto e sofferto in silenzio, con quella dignità e fortezza che spesso solo i poveri sanno dimostrare".

 

Albarosa Ines Bassani, delle suore Dorotee di Vicenza, è una delle prime due donne, nella storia delle Chiesa, nominata Consultore Storico per le Cause dei Santi, e fino ad oggi è l'unica suora membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza, la più antica Accademia d’Italia (sorta nel 1555). Ha pubblicato vari studi di storia contemporanea religiosa, sociale ed economica, veneta.

 

nr. 13 anno XXIII del 7 aprile 2018

L'altra Caporetto (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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