NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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L’Idea di Luisa Amatori

Martina Cervellin, Martina Franchini, Elisa Rossin e Tania Rossin, Chiara Zanetti Piazza dei Signori, 56 Orario: 9-12,30 e 15.30 -19,30 Chiude il 21 aprile Mostra a cura di Riccardo Cecchini

di Maria Lucia Ferraguti

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L’Idea di Luisa Amatori

Nel simbolo di un drago alato giovani artiste legate dal percorso di studi all’Accademia di belle arti Gian Bettino Cignaroli di Verona trovano la loro unità nel nome di ArsNova Thule, sul richiamo dell’isola leggendaria dove non tramonta mai il sole, citata dall’esploratore greco Pitea nel 330 a.C. e da Tacito nel I secolo d.C. Espongono Martina Cervellin, Martina Franchini, Elisa Rossin e Tania Rossin, unite a Chiara Zanetti coordinate dal fondatore e docente Riccardo Cecchini. La loro finalità è d’interpretare la bellezza nel riproporre come scelta la figurazione del paesaggio con la città e l’architettura. Ed il Movimento, nel seguire Cecchini, propone in questa prima esposizione i motivi fondamentali legati alle emozioni dell’Estetica e della forma onirica della città ideale prossima-futura. Una nuova “Cattedrale dell’Armonia” pone le premesse di una spiritualità per possibili stili che rientrano in quell’autentica “nostalgia del tempo futuro”.

ELISA_ROSSIN (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)TANIA_ROSSIN (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Elisa Rossin e Tania Rossin si basano sui temi delle tesi "Dall'arma araldica alla costruzione del suo spazio contestuale: il caso dì Verona e del suo territorio" e “La costruzione dell'arma araldica, l'evoluzione e le forme moderne di questo linguaggio proposte in molteplici varianti." individuando lo stemma scaligero veronese come espressione di una riflessione artistica sulla presenza delle figure classiche nella contemporaneità. Così, con il fine di dare nuova vita a immagini originali emblemi di nuove famiglie di forme organizzate in senso geometrico, scelgono l’aquila dello stemma austriaco ad ali spiegate che apre all’Architettura, mediante il classico elemento della colonna unito allo scudo, la cui origine risale all’architetto e urbanista di stampo manierista Michele Sanmicheli ed alla croce scaligera. Gli elementi geometrici architettonici sono riprodotti in moduli esemplificati e le figure ospitano forme zoomorfe e araldiche, nel risalto di smalti e marmi.

Martina_Cervellin (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La pittura, materica, istintiva, gestuale e non disgiunta dalla scenografia, riporta a Martina Cervellin, che attraverso il cromatismo conduce ad esprimere nelle opere il proprio io. Su un progetto si realizzano triangoli, strisce, poligoni che creano suggestioni e movimenti visivi, generano antri di luce nelle tonalità del blu. È pura introspezione, afferma Cervellin. Ed assicura come tutto rinvii ad un’analisi psicologica. Anche il video realizzato conduce lo spettatore nel mondo degli stati dell’animo e dei desideri dell’autrice.

FRANCHINI (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Sul tema amato della città attraverso le opere Martina Franchini presenta forme urbane, introduce a città oniriche, a forme di strutture abitative in via di trasformazione che nell’innalzarsi verso il cielo, perdono consistenza e intensità. “Partendo da questi temi, la mia ricerca e i miei lavori si sono sviluppati sul tema della Rigenerazione: il continuo scorrere della natura, il suo mutamento artificioso e la genesi di nuove forme. Questo mediante e attraverso l’utilizzo di tecniche e materiali diversi che mi permettono di sperimentare soluzioni per creare trasparenze e profondità prospettiche, che conducono lo sguardo attraverso molteplici piani creando spazialità”. Invenzioni architettoniche memori di suggestioni piranesiane rimandi a lontane memorie di città “che avanzano”, entrano in opere dalle grandi dimensioni. Franchini definisce “ forme di scenografie teatrali”, le realizzazioni tridimensionali suggestive nel bianco e nero, arricchito da brevi fremiti di luminosità per la presenza di particolari tessuti che alimentano nuove vitalità nei lavori.

CHIARA ZANETTI (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Le bambole amputate di braccia e gambe di Chiara Zanetti creano tensione ed inquietudine. Entrano nel mondo dell’espressività onirica e, attraverso la ricerca grafica, pittorica e plastica, le permettono di assumere nello spazio componenti dall’esito metafisico e surreale. Anche il colore, che risente dello studio dei grandi Maestri del Manierismo, contribuisce a creare le fantastiche visioni. E nell’alimentare le inquietudini estetiche Zanetti cerca di risvegliare i lati più oscuri dell’inconscio per portarli alla luce, dipingendo animali accanto ai corpi mutilati, drappelli di lumache gelatinose, serpenti per aggiornate Meduse, volatili in assalto a composti volti. Così afferma la sua vena artistica; la sua creatività è diretta verso l’ “Oceano del Fantastico” dove, attraverso cromatismi sofisticati, riverbera immagini di natura esistenziale. Mostra a cura di Riccardo Cecchini.



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