NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Quando il tempo
è un fiocco di neve

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Monica Vaccaretti

Anche in questo nuovo libro il racconto è la sua forma espressiva preferita: perché?

Monica Vaccaretti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Mi ritengo una portatrice di storie, mi entrano dentro senza volerlo. Le incontro senza cercarle e, una volta scoperte, mi piace custodirle e farle abbracciare dal calore buono del cuore, dove le ripenso e le rivivo mettendoci il mio sentimento. Il racconto è semplicemente la forma espressiva che mi permette di narrare fatti e persone con l’intensità della brevità. Sono cortometraggi di emozioni che dicono tanto e dicono tutto. Le storie sono tante e il mio tempo è poco. Così posso narrarne molte senza trascurarne nessuna. Se dovessi tessere trame ed intrecci di un romanzo, al momento non avrei tempo da dedicare ad altro che riempie il mio quotidiano. Raccogliendo tutte queste storie in una raccolta, il libro diventa un caleidoscopio di emozioni colorate. Però ho già in mente il mio romanzo, devo solo trovare il tempo di scriverlo, lo stato d’animo giusto per farlo. Ma non abbandonerò mai il genere narrativo del racconto perché mi è congeniale. I miei racconti, che scrivo sempre accompagnandomi alla musica, hanno la durata di una rapsodia".

Il tempo è il tema che unisce i diversi racconti: qual è il significato del tempo per lei?

"Il libro copre lo spazio temporale di un anno, da un Natale palladiano ad un Capodanno vicentino successivo. Sono 14 racconti, uno per ogni mese, legati dal tempo che le persone che vi sono raccontate hanno trascorso con me. Tempo donato, tempo rubato, tempo atteso, tempo sospeso, tempo nascosto, tempo sofferto, tempo amato. C’è un tempo per ciascuno di noi. E ci sono tempi diversi nel corso della vita. Basta trovare il tempo di capirlo, accettarlo e farlo proprio. Il tempo per me è una sensazione che non mi basta mai e per questo mi inquieta. Perché la sensazione che si ha del tempo forse dipende dalle stagioni della vita, dallo stato d’animo del momento, dalle solitudini o dal piacere di essere due. A volte ho la percezione di un tempo dilatato, rallentato, sospeso. Altre volte fuggevole, ingannevole, traditore".

Il tema del tempo in realtà lega anche i titoli dei suoi due libri?

"In Buongiorno, mezzanotte il tempo è rovesciato nel mio mondo all’incontrario, in questo gioco poetico di parole tratte da un verso di Emily Dickinsons. In questo secondo, da una frase bellissima di Romano Battaglia, leggo una contrapposizione tra la leggerezza e la lentezza con cui cade il fiocco e la caducità della neve che si scioglie velocemente. Un moto lento che sembra eterno perché sospeso nel suo cadere silenzioso dal nulla, uno stato solido di cristallo che diventa presto liquido. In entrambi i titoli sento un senso di relatività e di soggettività. Se nel primo libro ho raccontato del mio tempo nelle note autobiografiche e del tempo dei miei giorni fragili e di quelli forti di donna e di infermiera, nel secondo libro ho voluto narrare del tempo di vita e di morte che molte persone belle mi hanno donato".

Vicenza, la città e i luoghi sono ancora protagonisti in questo secondo libro?

Monica Vaccaretti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Le mie strade di casa sono percorse anche in questo secondo libro. E le vedrete attraverso i miei occhi in tutta la loro bellezza scoprendo segreti topografici e toponomastici che pochi sanno. Vicenza è una città che merita di essere narrata, per capirla davvero, attraverso le sue strade, i segreti dei suoi palazzi, la sua gente orgogliosa e benpensante. Il libro si apre con l’immagine del Mastio fortificato di Porta Castello con la storica libreria Galla ai suoi piedi in un pomeriggio d’inverno che profuma di neve nell’aria e si chiude con l’immagine di un Capodanno blindato in piazza dei Signori sotto le ghirlande appese alla Torre Bissara e a quella del Tormento in piazza delle Erbe. Si descrivono palazzi palladiani e una villa restaurata a Camisano nei pressi della Torre Rossa. Scoprirete anche il Cimitero Monumentale. Vi innamorerete del borgo di Santa Lucia con i mestieri dei suoi storici bottegai che ancora animano quelle vie, custodi delle memorie del luogo. E’ qui che ho scelto di tornare a vivere, dopo anni in campagna, perché qui sono nata e mi sento a casa".

Il lavoro di infermiera è un altro tema importante: come lo trasporta nella scrittura?

"Vivendolo, con le emozioni della corsia. E’ una professione che dà molto e toglie molto. Dà in termini di empatia ed umanità, arricchisce perché ci si prende cura di persone, perché si incontra la vita e si va incontro, guardandola in faccia, alla morte. Si vedono e si vivono situazioni che fuori la gente non immagina nemmeno e non capisce. Non è tanto normale né facile essere ogni giorno a contatto con la malattia ma è normale portarsi dentro queste esperienze forti che vanno ben oltre l’esercizio della professione perché siamo umani e fragili anche noi sanitari, siamo efficienti e tutti d’un pezzo quando c’è da essere operativi in servizio ma poi, quando si smonta dal turno, qualcosa di quello che sembra non averci scalfito torna a casa con noi e allora non si ha voglia di parlare ma solo di starsene tranquilli per recuperare le energie e la voglia di tornare in ospedale. Nel libro si trovano racconti che parlano di infermieri e malati. È in ospedale che incontro le storie più struggenti e vere. Negli otto anni di servizio in oncologia ho conosciuto uomini e donne che hanno dato molto di più alla mia anima di quello che le mie mani hanno fatto per i loro corpi. Mi hanno insegnato molto del coraggio del vivere e del morire".

Sentimenti ed emozioni rimangono al centro dei racconti: quanto sono importanti per lei?

"Sono tutto. Occorre mettere sentimento in ogni incontro, progetto, impegno che si ha perché ne venga fuori qualcosa di bello da vivere e da condividere. I sentimenti, quelli autentici, sono di chi ha cuore e lo usa bene. Ognuno ha il suo sentire, il suo momento di vita interiore che esplora il mondo degli affetti e delle emozioni. Il sentimento in genere lo si contrappone alla ragione, a me piace pensare invece che cuore e mente vadano insieme, da qualche parte, per farci star bene. Così come bisogna nutrire la mente di ciò che la rallegra – diceva sant’Agostino – bisogna nutrire il cuore di emozioni. Colorate. Colori accesi quando intense, colori pastello quando delicate, colori nei toni più spenti quando l’emozione ci incupisce. Chi scrive vive di sentimento ed emozioni e può parlarne solo se le vive davvero".

 

nr. 24 anno XXIII del 23 giugno 2018

Monica Vaccaretti (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar