NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Il Bacchiglione
e le porte di Debba

di Alessandro Scandale

facebookStampa la pagina invia la pagina

Debba

Che importanza ha avuto l'opera della conca nella gestione del fiume vicentino?

Debba (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Con la costruzione della conca, Debba divenne il capolinea di tante proposte progettuali elaborate per risolvere l’annoso dramma delle alluvioni di Vicenza. Sin dal XVII secolo e fino a tutto il XIX i tecnici, che cercarono le soluzioni per contenere l’irruente regime idrico, posero in Debba un caposaldo nodale. Gran parte delle proposte di nuovi canali, da scavare attorno alla città berica, non a caso prevedevano l’immissione degli invasi nel Bacchiglione a valle di Debba, essendo il sostegno a conca l’unico manufatto in grado di assicurare la navigazione nel tratto fino a Vicenza. Da secoli i naviganti insegnano che l’uomo deve rispettare gli umori della natura e mai forzarla, rimanendo nell’alveo che dalla sorgente giunge sempre e comunque alla foce. Poco conta se nel percorso l’acqua si dirama tra canali minori e secondari: alla fine del viaggio è sempre il mare ad accoglierla. Anche un racconto deve rispettare questa regola così che dalle origini, passo dopo passo e pur con le inevitabili divagazioni, approda all’odierno presente".

Perché proprio a Debba?

"Diversamente da altri abitati, sorti lungo le rive del Bacchiglione tra le province di Vicenza e Padova, stravolti dalla crescita del secondo dopoguerra, Debba custodisce ancora intatto il suo tessuto edilizio ricamato attorno al mulino e ai due ponti che attraversano il fiume a lato della conca di navigazione sul finire dell’Ottocento. Una singolarità che forse sfugge all’occhio distratto del passante occasionale, ma che affascina invece quanti dal fiume sono attratti. La storia dell’uomo del resto da sempre è legata all’acqua, non solo perché elemento vitale ma perché da secoli costituisce una preziosa fonte energetica e, sovente, un’insostituibile via di comunicazione. Macinazione e navigazione, infatti, sono le due facce di una stessa medaglia".

In cosa è consistito il suo lavoro di ricerca?

"Chi su queste rive è nato, ha faticato, ha lavorato e ha consumato la propria esistenza, ha finito col lasciar memoria della sua vita su carte e pietre. E per raccontare questa umanità, questo vissuto e questa comunità di uomini del passato, è bastato varcare la soglia degli archivi, leggere le carte che in essi sono custodite, girare le pagine di libri e registri sui quali è sceso l’oblio del tempo. Alle mute testimonianze degli archivi, a questi depositi della memoria collettiva, si è così data voce: nomi, date, luoghi, vicende hanno ripreso forma e dimensione, facendo riemergere un trascorso di secoli solo apparentemente sepolto e scomparso. Quando la famiglia vicentina Squarzi dispose che le rendite del mulino di Debba andassero a corredare le doti nuziali delle figlie femmine (1467), Cristoforo Colombo manco sperava d’imbarcarsi per scoprire l’America".

Debba (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Come si è svolta la sua ricerca sul posto?

"Con gli amici di Debba – perché il contatto iniziale via via è divenuto un rapporto sempre più stretto – la ricerca ha navigato tra archivi e biblioteche; con soste e ripartenze, con lunghe pause imputabili solo alle difficoltà incontrate da chi scrive. Quel navigare è riassunto in queste pagine. Una storia non solamente di pietre, di acque, di manufatti, ma pure di donne e di uomini, incredibili protagonisti di vicende sepolte, perdute alla memoria. Scontate le inevitabili sorprese: dal ritrovamento dell’intero carteggio che narra la genesi dell’opera, al recupero di non poche carte e disegni che hanno permesso di inanellare uno dopo l’altro i nomi dei possessori della conca. Senza dimenticare gli episodi legati alle vicende di barcaioli, mugnai, proprietari e abitanti del villaggio. E di donne, alle prese con doti matrimoniali, carte di famiglia e testamenti".

Qual è stato il senso di questa operazione di ricerca e poi di scrittura?

"La consapevolezza di lasciare alla perpetua memoria degli uomini, dei parenti in questo caso, il ricordo delle proprie volontà ha così ritrovato un suo presente. Quella memoria è riemersa in tutta la sua profondità e con una ricchezza di dettagli e particolari che all’avvio di questo lavoro era impensabile. Le vicende di un mulino coincidono con la vita di tante persone, sia che si tratti di padroni o di semplici mugnai. Uomini tutti, comunque, che non di rado hanno dovuto affrontare gli umori del Bacchiglione e, più spesso, una clientela bisognosa di farina per allentare il morso della fame quotidiana. Se siamo qui a raccontarci questa storia lo dobbiamo alla fatica di coloro che quella farina hanno saputo produrla. Per sfamare quanti ci hanno preceduto".

 

nr. 27 anno XXIII del 14 luglio 2018

Debba (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

 



« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar