NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La Nobile Provinciale
che cerca la riscossa

Gianni Poggi racconta la storia del Vicenza

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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La Nobile Provinciale<br>
che cerca la riscossa

C'era una volta la nobile provinciale. Una realtà sportiva che a Vicenza ha seriamente rischiato di scomparire dai radar ma che proprio in "zona Cesarini", per usare un'espressione calcistica, è stata salvata. Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta - La storia del fallimento del Vicenza Calcio (Ronzani editore) è il titolo del libro che Gianni Poggi ha scritto per raccontare con un’inchiesta organica e argomentata, la storia della squadra biancorossa in questi mesi al centro di numerose notizie in merito ad un cambio di proprietà.

La Nobile Provinciale<br>che cerca la riscossa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) L'autore cerca di svelare le ragioni che hanno portato al collasso di una tra le squadre di calcio di provincia più amate, squadra che vanta ancora oltre 6.000 abbonati nonostante militi attualmente in serie C o Lega Pro che dir si voglia. Un argomento che da mesi anima dibattiti televisivi e giornali sportivi, di cui ancora si attende l’epilogo. Il libro, presentato in anteprima in Sala Stucchi a Palazzo Trissino, traccia la cronistoria del fallimento della società calcistica ricostruendone in dettaglio la storia: dal 2004, anno in cui Sergio Cassingena acquista il club berico dalla finanziaria inglese Enic, fino alla dichiarazione di fallimento, che il 18 gennaio 2018 ha posto fine ai 115 anni di vita della storica società biancorossa. Una vicenda narrata con ritmo calzante da inchiesta giornalistica, e condotta sulla solida base dei documenti.

Nei quattro mesi trascorsi dal 18 gennaio 2018, giorno in cui il Tribunale di Vicenza dichiara fallito il Vicenza Calcio, al 18 maggio, data in cui va in stampa il libro, alla storia della società biancorossa si sono aggiunte altre importanti pagine - scrive Poggi nel preambolo aggiunto all'ultimo momento al libro - . La squadra, dopo un brillante inizio del girone di ritorno, crolla progressivamente sia sul piano agonistico che su quello atletico, finendo all’ultimo posto. Il 13 aprile il curatore fallimentare deposita in Tribunale il bando d’asta con un prezzo base di 1,47 milioni di euro. A carico del vincitore c’è anche il pagamento di 1.395.000 euro di debito sportivo, condizione per ottenere dalla Federazione il titolo sportivo del Vicenza. Il 26 aprile la prima asta va deserta. Un secondo esperimento è fissato per il 12 maggio, ma anche in questa occasione non ci sono acquirenti. Quando ormai sembra inevitabile la scomparsa del Vicenza Calcio, l’imprenditore bassanese Renzo Rosso, titolare del marchio Diesel, proprietario della Virtus Bassano (che gioca nello stesso girone del Vicenza), annuncia di aver depositato fuori asta un'offerta di acquisto della società biancorossa con il progetto di fondere i due club.

Così il Vicenza Calcio torna all'antico con lo storico marchio comparso alla metà degli anni ‘50 in poi e proseguito sino al 1989, al momento dell'ingresso in società del gruppo Dalle Carbonare. La denominazione sociale scelta dall'imprenditore Renzo Rosso è infatti L.R. Vicenza Virtus Spa, con sede allo stadio Menti. Un nome che richiama il glorioso passato del club che si è fatto valere nel panorama calcistico nazionale ed europeo, conquistando la Coppa Italia nel 1997 e arrivando in semifinale di Coppa delle Coppe nella stagione successiva. Una scelta che vuole rendere omaggio ai tantissimi tifosi che da sempre sostengono in maniera incondizionata la squadra, nonché alla passione calcistica dell’intera provincia vicentina. Come l'autore sottolinea nell'introduzione, la fine del Vicenza ha un inizio: martedì 14 aprile 2015. È il giorno in cui alcuni imprenditori e professionisti vicentini costituiscono Vi.Fin. s.p.a., società finanziaria che sarà lo strumento per affiancare prima e acquistare poi il Vicenza Calcio. Nella primavera del 2015 il club è in situazione prefallimentare. È in vendita, senza risultati, da almeno cinque anni. La proprietà, la finanziaria Finalfa controllata da Sergio Cassingena, non ha più risorse per far fronte alle spese della gestione e alle scadenze dei rimborsi dei debiti pregressi.

La Nobile Provinciale<br>che cerca la riscossa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La prima squadra invece, a dispetto di un ripescaggio in extremis in serie B e di un avvio difficile, culminato con il cambio di allenatore a fine ottobre, sta disputando un gran campionato ed è addirittura in corsa per la promozione. Nell’anticipo della 35 a giornata, giocato al Menti venerdì 10 aprile, ha battuto per 1-0 l’Avellino e si è confermata al quarto posto in classifica e quindi è in zona play off. Alcuni giocatori biancorossi si stanno affermando fra i migliori del girone, come il centrocampista Davide Di Gennaro, che è il vero uomo-squadra, o il centravanti Andrea Cocco, fra i migliori marcatori del campionato. Nonostante la delusione per il mancato ritorno in Serie B nella stagione precedente, i tifosi hanno sottoscritto 5.411 abbonamenti. La squadra in corsa per un’insperata promozione incrementa le presenze al Menti, la cui media stagionale risulterà di 7.868 spettatori. La concreta possibilità di un ritorno in Serie A sarà la motivazione di un vero e proprio salvataggio del Vicenza Calcio dal fallimento, il cui merito va riconosciuto a una cordata vicentina che, non disponendo dei capitali necessari per un progetto a lungo termine, elabora un piano di inserimento nella società in fasi successive, fondato sulla prospettiva delle risorse che sarebbero provenute dalla partecipazione alla massima serie.

È dunque a metà aprile del 2015 che si aggiunge un nuovo attore sulla scena del calcio vicentino: Vi.Fin. Per venti mesi sarà la reale e unica responsabile della gestione tecnica, amministrativa e finanziaria del club, prendendo il posto di Finalfa. Per capire, se mai sia possibile capire tutto di una storia in cui quello che si sa è sicuramente meno di quello che si ignora, come si è arrivati al fallimento del Vicenza Calcio bisogna però risalire molto più indietro nel tempo e cioè al 17 novembre di undici anni prima. È il giorno in cui Sergio Cassingena stipula il contratto d’acquisto del club biancorosso dalla finanziaria inglese ENIC. Perché retrodatare così la nostra ricostruzione? La spiegazione è, nello stesso tempo, semplice e complessa. È infatti ormai chiaro che il dissesto che ha portato al fallimento del Vicenza Calcio dopo 115 anni di vita comincia a originarsi con la gestione Cassingena che, se è vero che acquista una società già non poco indebitata dalla proprietà inglese, è anche vero che peggiora l’indebitamento fino a portarlo ai 20 milioni di euro che si registrano al momento della cessione a Vi.Fin. La complessità dell ’interpretazione subentra quando si vede che tutte le risorse impegnate da Finalfa non hanno portato alcun risultato sul piano sportivo, anzi… Le undici stagioni sportive a firma Cassingena sono state fra le peggiori della storia biancorossa, paragonabili a quelle del decennio successivo alla gestione Farina, negli anni Ottanta del secolo scorso, e a cui con fatica il Vicenza è riemerso grazie a Pieraldo Dalle Carbonare. Anche ammettendo che, in Italia, è fisiologico che un club registri perdite, salvo forse in Serie A, è difficile capire come Finalfa sia riuscita a indebitare il Vicenza fino a quel punto.

Abbiamo incontrato Gianni Poggi e dialogato con lui.

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