NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La Nobile Provinciale
che cerca la riscossa

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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La Nobile Provinciale<br>
che cerca la riscossa

Quali sono le ragioni principali per le quali il Vicenza è precipitato nel baratro?

La Nobile Provinciale<br>che cerca la riscossa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Le due proprietà che si sono susseguite dal 2004 al fallimento non avevano i soldi per mantenere una società a livello professionistico. Sia Finalfa, che aveva come leader Sergio Cassingena, che ViFin, con a capo Alfredo Pastorelli e Marco Franchetto, erano finanziarie dietro cui stavano cordate di imprenditori medio-piccoli e professionisti. Entrambe, appena hanno potuto, hanno cercato di vendere il Vicenza. Solo che i debiti erano talmente tanti già dieci anni fa che non hanno trovato compratori. O almeno non ne hanno trovato di seri. L’altra ragione è stata la pessima gestione sportiva, che ha generato perdite più pesanti di quelle fisiologiche in B e in C. Probabilmente il deficit sarebbe stato annullato o molto ridimensionato con i proventi della Serie A, se il Vicenza fosse stato promosso nel 2015".

Come hanno vissuto i tifosi questa situazione?

"La tifoseria vicentina è molto particolare. È molto attaccata a tutto ciò che è biancorosso (storia, giocatori, allenatori, il Menti) e dà sempre un contributo importante sia come sostegno allo stadio che economico in abbonamenti e biglietti. Perciò ha subìto con profonda frustrazione il declino della squadra del cuore. Però non ha tradotto il malcontento in una azione forte. Basta dire che un anno fa, dopo una retrocessione disastrosa e in presenza del caos societario, sono stati sottoscritti 6.123 abbonamenti. Qualche responsabilità del fallimento ce l’hanno anche i tifosi: hanno acclamato e dato credito a chiunque promettesse qualcosa: Pastorelli, Franchetto, Pioppi, perfino Sanfilippo".

Come giudica l'operazione di Rosso e l'intenzione di riportare alla luce il nome Lanerossi?

La Nobile Provinciale<br>che cerca la riscossa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Il nome Lanerossi non può tornare, almeno finchè non cambiano le regole che nel calcio vietano l’abbinamento di un marchio alla denominazione di una società. E sempre che la Marzotto, che ne è proprietaria, sia disponibile a concederne l’uso a un concorrente come Diesel. Rosso ha fatto una grande operazione, almeno dal suo punto di vista: ha acquistato per un milione di euro l’immagine, la storia e l’uso dello stadio di uno dei club più famosi d’Italia. Tutte cose che non aveva a Bassano. Quando si deciderà a spiegare quali sono i suoi progetti e come pensa di realizzarli, si potrà valutare l’operazione a 360°".

Alla luce dell'ingresso in società di Rosso, secondo lei quale futuro attende il Vicenza?

"Fra le poche cose che Rosso ha detto, c’è l’idea di creare una società espressione di tutto il territorio vicentino, che è poi il bacino d’utenza storico del Vicenza. La città, per dimensioni e strutture, può sostenere una Serie B e, occasionalmente, la A. Per stabilizzarsi in A servono grossi investimenti, a partire da quelli per adeguare il Menti. Rosso ha sicuramente i soldi per puntare in alto ma, ripeto, a oggi non ha svelato i suoi obiettivi. I tifosi sono di sicuro pronti per campionati superiori alla C. In A si venderebbero almeno 10.000 abbonamenti, non ostante la crisi economica che sta attraversando la provincia".

Personalmente, lei è ottimista sul rilancio della società e della squadra? Cosa direbbe oggi ad un tifoso biancorosso?

"Il ritorno del Vicenza quanto meno a un livello di 'Nobile Provinciale' è senz’altro possibile e Renzo Rosso, imprenditore vicentino appassionato di calcio, può essere l’uomo giusto per realizzarlo. Dovrà però 'sbassanizzare' la società per evitare un rigetto dei tifosi vicentini, che qualche riserva la hanno già avanzata sul trasloco dei giallorossi a Vicenza, perché di questo si tratta. Spero che qualche, magari temporanea, contaminazione sia accettata senza troppa puzza sotto il naso. Un’occasione come questa non capiterà mai più e, senza Rosso, oggi non ci sarebbe una società professionistica in città".

Gianni Poggi, vicentino, è avvocato e giornalista. Ha collaborato con televisioni, radio nazionali e locali come produttore e giornalista, occupandosi principalmente di sport e politica. È stato autore, produttore e conduttore di Uno contro uno, talk show dedicato ai grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo e dello sport. Ha pubblicato il dvd Dante e Renzo (Cierre Editore, 2014). Ha prodotto il documentario Il Vicenza, una favola Real (2017).

 

nr. 28 anno XXIII del 21 luglio 2018

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