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Abbiamo incontrato Enrico Zanovello e dialogato con lui.
Che importanza ha avuto per il festival l'edizione scorsa del ventennale e quali progetti avete in cantiere per il futuro?
"L’edizione del 2017, la ventesima, è stato un lungo percorso musicale con oltre trenta concerti, conferenze, momenti di riflessione e approfondimento. Quest’anno saranno 37, quindi in costante aumento, grazie anche alla disponibilità degli enti locali che sostengono con grande partecipazione ogni singolo evento. Uno dei punti di collegamento tra tutte le edizioni, e base di ogni edizione, è l’intento di ospitare giovani talenti, al fine di sostenere e promuovere la loro carriera professionale. L’organo è uno strumento complesso perché vario nella tipologia costruttiva, affascinante, ricco, ma che incute un po’ di timore nello stesso tempo. Il Festival si pone infatti come naturale ambiente di scambio di idee ed esperienze, permettendo crescita e diffusione anche alle nuove generazioni di organisti e musicisti in genere".
Quali sono le novità di questa ventunesima edizione?
"Varie iniziative vedono presentarsi nell’edizione di quest’anno: prima fra tutti l’inedita Una montagna di musica, che coniuga ai massimi termini musica e turismo locale. L’iniziativa ha trovato la sua espressione nel concerto sul Monte Summano, a fianco del Santuario di Santa Maria a Santorso. Un quintetto di ottoni composto da giovani musicisti vicentini - Vicenza Brass - ha attratto più di cento persone in un luogo caro, ma non molto conosciuto ai più. L’esperienza, riuscita in ogni aspetto, avrà sicuramente un seguito nelle prossime edizioni e nelle intenzioni c’è la volontà di coinvolgere altre realtà del nostro patrimonio montano e pedemontano".
Qual è il significato della musica organistica inserita nel contesto di una chiesa?
"In Italia l’organo è presente nella quasi totalità delle chiese: è meno frequente nelle sale da concerto e auditorium. Vicenza in questo senso è una delle province italiane con più strumenti artigianali: la maggioranza è funzionante e utilizzata nelle messe e nei concerti. Dall’anno scorso, in collaborazione con la Società del Quartetto, portiamo avanti il progetto Orgelmesse - 30 messe con musiche d’organo. Si tratta di funzioni liturgiche accompagnate dal suono dell’organo, con brani di rilievo del repertorio organistico, ed alcune composizioni in prima esecuzione assoluta. Lo strumento si presenta così nella sua accezione più propria di sostegno delle sacre liturgie, in questo contesto il Festival organistico diventa un appropriato coronamento di un percorso liturgico culturale".
Cosa rappresenta l'organo nella tradizione musicale vicentina?
"L’organo era motivo di aggregazione non solo per l’assemblea liturgica ma spesso anche per musicisti di varia estrazione. Infatti accanto ad uno strumento di pregio ( e le chiese vicentine ne contano ancora molti) gravitavano vari musicisti per l’esecuzione di pagine di musica che prevedevano organici più complessi come organo, coro e strumenti a fiato. L’organo prendeva quindi il posto dell’orchestra e la ricchezza di registri ad imitazione dell’orchestra ne è la dimostrazione".
Come riuscite a proporre un festival così ricco e importante proponendo concerti gratuiti per il pubblico?
"Il territorio vicentino ha sempre dimostrato una particolare sensibilità ai concerti con l’organo. La presenza di oltre 100 cori offre un terreno particolarmente ricettivo alle proposte con l’organo. Le risorse finanziarie locali e vari sponsor generali permettono di offrire a tutti indistintamente, ad ingresso quindi gratuito, appuntamenti di alto profilo. L’attenzione principale del festival è anche questo: proporre anche nel paesino decentrato ai confini della provincia incontri musicali con organisti e cori di riconosciuta professionalità".
nr. 30 anno XXIII del 1 settembre 2018
