NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Martino, I Rossi
e il giallo storico

facebookStampa la pagina invia la pagina

I Rossi

Chi sono i Rossi nel suo romanzo?

I Rossi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"I Rossi sono, contemporaneamente, la famosa famiglia di industriali dell'altovicentino, fondatori della Lanerossi, e i loro lavoratori, soprattutto i militanti del sindacato di classe, comunemente definiti "i rossi" per il colore delle loro idee politiche. L'ambiguità del titolo è voluta, ed è spiegata in un passo del romanzo: 'capitale e lavoro, padroni e operai, impresa e sindacato di classe, sono nati insieme, e le loro vicende si sono sempre dialetticamente intrecciate. A Schio furono uniti non solo dal medesimo destino, ma perfino nel nome - Rossi - che per gli uni fu il proprio cognome e per gli altri, il colore dei loro vessilli'. Ambientando una storia gialla a Schio, nel 1970, non potevo non descrivere anche quell'ambiente e la secolare contrapposizione che ha caratterizzato la nostra società".

Perché ha scelto di ambientarlo nel mondo del lavoro scledense?

"Nei romanzi precedenti avevo 'svelato' quante persone, quante culture, quanto folclore - tipici del pedemonte vicentino - fossero, in realtà, giunti da fuori, portati soprattutto da quei boscaioli "teutonici" ormai a tutti noti come 'i Cimbri'. Nel nuovo romanzo m'è invece piaciuto raccontare quanto dal territorio vicentino è stato portato fuori, nel mondo: e a tal proposito è da considerarsi esemplare la storia dell'industria tessile e metalmeccanica, che già nell'800 aveva trasformato la Valle del Leogra, dell'Agno e dell'Astico in una delle zone più industrializzate d'Europa. Quell'esperienza si ricollega, tra l'altro, proprio al substrato cimbro della popolazione: gli industriali di allora discendevano, infatti, quasi tutti da famiglie cimbre, così come la gran parte degli operai, scesi anche loro dai monti per lavorare in fabbrica. E inoltre proprio il più famoso imprenditore di quel tempo, Alessandro Rossi, con la sua genialità non si limitò a creare la più grande industria italiana dell'epoca, ma diede vita ad un'esperienza di welfare aziendale, di riformismo sociale, di pianificazione territoriale, fra le più avanzate del mondo di allora, in sintonia con l'azione dei più illuminati industriali europei e con il pensiero del socialismo utopistico di Owen, di Fourier, di Saint-Simon. La storia di Rossi e dei suoi operai ha quindi una rilevanza nazionale e internazionale: la stessa trama gialla, pur partendo da Schio, decolla velocemente, allarga il proprio campo d'azione e coinvolge tante altre località, dal Salento a Milano, da Cesenatico a Francoforte, non trascurando però i luoghi ormai canonici nei miei romanzi: Valdagno, Valli, Posina, Vicenza. Via via il giallo diventa quasi una spy story, intrecciandosi con la cronaca italiana degli anni sessanta".

È una storia romanzata, ma ci sono molti riferimenti alla Schio di Alessandro Rossi: il quartiere operaio, l'architetto Caregaro Negrin, il monumento al Tessitore... è difficile trovare il giusto mix tra realtà e fantasia?

"Bisogna riuscire a non essere pedanti e pesanti! Soprattutto è necessario che la trama gialla costituisca davvero la spina dorsale della narrazione e che il suo ritmo, i colpi di scena, l'indagine incalzante mantengano vivo l'interesse e il coinvolgimento del lettore. La Storia, con la esse maiuscola, diventa ancella della vicenda narrata, e cioè della storia con la esse minuscola. Il mio intento è far sì che sia l'intreccio da me inventato a condurre il gioco e a far scoprire, con gli strumenti e le suggestioni tipiche della letteratura gialla, non solo l'assassino ma anche la Storia del territorio".

I Rossi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dopo la trilogia cimbra, questo libro è un episodio singolo o apre un nuovo ciclo?

"Non so se ci sarà un ciclo, anche la trilogia è sorta senza un disegno preordinato, così, spontaneamente, come a primavera spuntano nei prati i 'pissacan'. Il mio unico intento è sempre stato di raccontare piccole storie locali che forniscano però un nuovo punto di vista, una chiave interpretativa di una realtà più vasta. Sono convinto che si cessa di essere provinciali quando ci si convince che la storia della propria contrada, paese o città, sia uno dei tanti mattoni che costruiscono la storia dell'intera nazione. Senza l'apporto di quelle vicende e di quelle specifiche esperienze, resterebbe un buco, uno strappo, una lacuna nel disegno complessivo".

I suoi libri hanno molto successo: a cosa si deve secondo lei?

"Intanto bisogna relativizzare il successo: 'chi si loda s'imbroda', mi hanno insegnato, fin da bambino, le Reverendissime Suore dell'Asilo Rossi, a Schio. Finora i romanzi hanno avuto una buona accoglienza nel Veneto e nelle regioni più vicine... ma ho ancora un mondo da conquistare! Non so con certezza perché i miei libri abbiano avuto tanto seguito, anche perché non sono stati scritti per avere successo. Credo che ai miei lettori piacciano perché la scrittura è semplice, sincera e talvolta anche spensierata. Spesso mi dicono che gradiscono l'ironia con la quale affronto i problemi. Sostengono anche che le mie storie suscitano nella loro mente le immagini dei luoghi come se stessero guardando un film, e che i miei capitoli sono come le ciliegie, uno tira l'altro. Dicono che i miei libri si fanno leggere d'un fiato e che una volta iniziati, si riesce a fatica a riporli. Una bibliotecaria mi ha fatto un complimento straordinario: mi ha detto che i miei libri hanno fatto arrivare in biblioteca persone che non avevano mai letto un libro in vita loro. Ciò è molto bello. E comunque, alla fin fine, l'unico risultato che veramente mi prefiggo è di suscitare interesse e di divertire il lettore".

 

Umberto Matino è nato a Schio. Laureato al Politecnico di Milano, vive a Padova. La Valle dell’Orco è stato il suo primo romanzo. Abile narratore, Matino sa creare romanzi colti, ma anche divertenti e appassionanti, coniugando dettagli e ricerca storica con la suspense di un giallo, con una perfetta caratterizzazione dei protagonisti. Lo dimostra con questo suo ultimo lavoro, ma anche con i precedenti romanzi. Matino ha esordito nel 2007 con La valle dell’Orco, un noir che ha avuto molto successo diventando un long seller, edito nel 2014 anche in Germania. La sua seconda opera, il romanzo L’ultima Anguàna (2011), ha vinto il premio GialloLimone-Piemonte ed è stato finalista al Premio Cortina. La Trilogia Cimbra è stata completata nel 2015 da Tutto è notte nera.

 

nr. 04 anno XXIV del 2 febbraio 2019

I Rossi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)



« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar