Un rapporto stretto tra la passione per il mare e la sua trasposizione fotografica pongono Monica Cecchin nella disposizione a trasferire il motivo naturale in pittura. Le opere, piccole icone del sentimento, rivelano nella successione cromatica le continue verità tonali del paesaggio. Pochi e sintetici passaggi di colore racchiudono una realtà atmosferica, consegnano il tempo di un meriggio, trasportano nel variare delle condizioni climatiche la qualità dell’ambiente che trapassa in schemi di strisce accordate nei toni. Cecchin si affida al mezzo fotografico, fissa nello scatto un litorale, l’estensione di una spiaggia, la velocità di un’onda e il suo spumeggiare; quindi muta lo stile per un accordo pittorico in una successione scandita fra immagini dalle misure identiche che conducono ad un ritmico pulsare visivo.
Tutto deriva dalla messa a fuoco di un certo spazio consegnato in un’ immagine di livello artistico, memore di poter evolvere in chi osserva in contemplazione. Le pennellate disuguali su carta e tela creano lo stacco dalla fotografia e dal suo fissare una realtà resa perenne. Solo al sentimento sono affidati la scomposizione e il passaggio con un esito compositivo sensibile ai richiami naturalistici nello stratificarsi delle venature di colore. Così le strisce si trasformano in tracce piatte, accoglitrici di luce mentre rivelano la personalità di Cecchin nella trasposizione dell’attimo e della sua emozione. La pittura del resto trasporta l’interpretazione ultima dei molti luoghi scelti e dei vari momenti, trasforma una realtà in visione artistica: da questa deriva d’opera in opera un senso esteso della serenità d’ animo.