Il critico Attilio Spanò anticipa come l’arte del vicentino Denis Volpiana conduca attraverso il percorso espositivo alla sua interiorità e scrive che si “palesa nella frantumazione dell’immagine di chi contempla ed entra nel percorso proposto dall’artista. La continua dialettica che egli propone tra ciò che si è e ciò che si dovrebbe essere si condensa, fondamentalmente, nella continua disperata e infinita ricerca delle intime ragioni della propria libertà ravvisabile, forse, nella più profonda e assoluta identità dell’uomo”.
Avviene fin dall’avvio per la serie di opere dal titolo Achtung!!! che conduce alla riflessione sull’agire momentaneo a non sottovalutare il rapporto causa-effetto. Alcuni dipinti riportano alla pittura di Volpiana a quando resine e colori alla ricerca della luce seguono la sensibilità della mano e ogni opera cela una diversa verità sotto l’azione di uno strappo della tela.
Entrano nel percorso museale, sul pavimento della preziosa sala degli arazzi, l’impronta della forma del suo corpo sulla sabbia a significare come la casualità possa incidere sull’essere umano. L’inedita superficie di uno specchio infranto posto sul pavimento sembra dilatare fino a dare una nuova presenza ad un affresco di Mantegna.