NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Katia Brugnolo 

Via Candotti, 3
Cividale del Friuli
Chiude il 12 maggio 2019
Inaugurazione 13 aprile alle ore 18

di Maria Lucia Ferraguti

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Katia Brugnolo 

Katia Brugnolo  (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Si ritorna al passato e più precisamente alla storia dei Longobardi attraverso le opere di Katia Brugnolo in mostra a Cividale del Friuli, la città che possiede un patrimonio di testimonianze longobarde fra i più ricchi del mondo. I Longobardi, con re Alboino, iniziarono l’espansione verso le regioni italiane, attraversando la penisola dal 568 circa. Li descrive nello sviluppo della loro storia Paolo Diacone, nato nel territorio longobardo a Cividale del Friuli nella prima metà del 700. Da questo sfondo medioevale d’indiscussa vitalità, le opere di Brugnolo, artista vicentina, nel passato Conservatore del Museo d'arte antica di Pordenone, del Museo Civico della Ceramica di Nove (Vicenza) e Docente all'Accademia di Belle Arti di Verona, interpretano le conquiste raggiunte, tramite una rilettura, come afferma, del “percorso storico e contenutistico”.

Katia Brugnolo  (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dai monumenti architettonici legati al culto derivano alcune figurazioni tra le più significative: l’ara commissionata dal duca Ratchis per onorare la memoria del padre Pemmone, oppure il tempietto longobardo noto anche con il nome Tempietto delle Vergini. Brugnolo estrae i motivi che conducono a quell’epoca e riprende su lastre l’eleganza delle sei figure femminili, le Sante in altorilievo, addossate al muro. Nel volto dal diadema imperiale aureo sulla testa e nell’immagine dalla tunica monacale sul busto di due Vergini, interpreta suggestioni classiche ed ispirazioni orientali, fuse nello stile longobardo nella bidimensionalità di alcune lastre, nei profili tracciati che annullano la consistenza dei corpi. L’angelo dalle enormi mani sproporzionate, ispirato dal motivo centrale della figura del Cristo e ripreso sullo sfondo di una grande conchiglia, riconduce alla sua lontananza nel tempo. Veste una tunica marrone in contrasto con l’azzurro intenso delle svolazzanti grandi ali e lo circondano liberamente fiorellini, stelle e una piccola croce, raffigurati secondo i canoni dell’epoca. Alcuni pavoni ed animali che appartengono alla forza dell’universo simbolico, richiamano nel presente la memoria dell’antico. Anche la stilizzata figura allungata, incisa su un blocco modellato, riveste il ruolo di omaggio alla città friulana e richiama il suo legame con il fiume Natisone.

Katia Brugnolo  (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)



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