NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Milani dal Vicenza alla Juventus: «Qui lascio il cuore e una società che crede nei giovani»

A soli 30 anni il responsabile dell'attività di base nel club di via Schio si trasferisce a Torino dove ricoprirà lo stesso ruolo. «Grazie a Bassano e Vicenza che hanno creduto in me»

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Milani dal Vicenza alla Juventus: «Qui lascio il c

(C.R.) A soli 30 anni, un'età quasi da "bambino" per un ruolo di prestigio nello staff tecnico, Luigi "Gigi" Milani [a sinistra nella foto, insieme con Christian Maggio] ha fatto il grande salto. Anzi, il grandissimo salto perché a livello calcistico la Juventus rappresenta uno dei grandi club a livello nazionale ed internazionale. Una favola di provincia quella che riguarda l'ormai ex responsabile del settore di base del Vicenza Calcio che dopo due stagioni in via Schio sta per iniziare una grande avventura. Lui, nato a Cittadella e residente a Fontaniva, è un vicentino a tutti gli effetti. Ha lasciato il calcio a soli 18 anni dopo due Milani dal Vicenza alla Juventus: «Qui lascio il c (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)operazioni ai legamenti del ginocchio e l'anno successivo ha iniziato come vice allenatore degli esordienti a Rossano Veneto (dove aveva giocato da calciatore delle giovanili) dove è rimasto tre stagioni con vari ruoli. A 22 anni il trasferimento al Bassano Virtus, voluto dalla famiglia Rosso, dove ha lavorato per sei stagioni, prima di approdare al Vicenza nell'estate 2009, dove è rimasto per due annate. Milani è in possesso sia del patentino di allenatore che di quello di direttore sportivo, conseguito nei mesi scorsi.

«Sentiamoci fra mezz’ora, sto definendo l'appartamento di Vinovo (il quartier generale della Juventus, ndr)», ci diceva martedì mattina Gigi Milani, che nella telefonata successiva spiegava. «Definito tutto, ho trovato casa a 200 metri dagli impianti sportivi. Mi trasferirò qui a tempo pieno, non vedo l'ora di cominciare».

Lei che ruolo avrà nella Juventus?

«Più o meno lo stesso che ricoprivo a Vicenza: sarò infatti responsabile dell'attività giovanile dalla categoria "Piccoli amici" (classe 2005) ai "Giovanissimi" (1998), quindi dei giocatori di età compresa tra i 6 e i 14 anni, oltre che responsabile dello scouting del vivaio. In altre parole avrò ruolo sia organizzativi che di gestione».

Difficile lasciare Vicenza?

«Molto, perché quella del club biancorosso è una vera famiglia, a cominciare dal presidente Sergio Cassingena e dal figlio Dario, che mi avevano voluto con loro su consiglio di Paolo Baio. Con loro sono rimasto in ottimi rapporti, così come con Paolo Cristallini e Stefan Schwoch, che fino all'ultimo momento hanno cercato di convincermi a restare per portare avanti il lavoro iniziato due anni fa. Ricorderò con affetto anche tutti gli altri collaboratori, sino al magazziniere».

Eppure non l’hanno convinta a restare...

Milani dal Vicenza alla Juventus: «Qui lascio il c (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Avevo varie offerte, tra cui il prolungamento del contratto con il Vicenza. Ma l'offerta della Juventus era troppo allettante, treni simili rischiano di passare una sola volta nella vita e ho accettato con grande gioia. A Vicenza hanno capito e ci siamo lasciati con un abbraccio fraterno. Comunque non è stato una scelta facile, perché io del Vicenza sono anche un tifoso, ai tempi di Guidolin aveva 16-17 anni e seguivo le partite dalla curva sud: insomma lì ho lasciato il cuore».

Come riassume l'esperienza in biancorosso?

«Straordinaria non solo per il rapporto umano, ma anche per il fatto che avevo carta bianca. A Vicenza ho potuto portare avanti un lavoro magnifico, anche grazie alla piena disponibilità dei dirigenti. A Cassingena e agli altri dirigenti sarò grato per sempre, così come lo sono per Renzo Rosso e famiglia. Senza tutti loro non mi sarei mai messo in luce e non sarei mai finito alla Juventus. Ovviamente grazie anche a quelli bianconeri che hanno puntato su di me».

Restiamo al Vicenza: la cosa che la soddisfa di più in questo biennio?

«Il rapporto instaurato con le varie società della provincia che garantiscono al club berico un bacino straordinario di possibili talenti. Attualmente il Vicenza può contare su 220 atleti e a parte i pulcini, gli altri giocatori rimangono in rosa in base alle selezioni. I rapporti con le società minori consentono di far giocare tutti e soprattutto di far approdare in biancorosso gli elementi più interessanti. C'è un'alta cosa che secondo me non viene sottolineata a dovere».

E qual è?

«Che il Vicenza dispone di tecnici, osservatori e accompagnatori validi e motivati, che vengono scelti con molta oculatezza. Soprattutto a livello giovanile servono persone capaci di trasmettere ai ragazzi anche l'educazione, il rispetto e l'ordine. Io ad esempio ai miei ragazzi ho sempre detto, e continuerò a dire, che prima del calcio ci sono la famiglia e la scuola».

continua »

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