NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Quale futuro per il Giardino Parolini?

Parla Giuseppe Busnardo che ha curato il progetto di ristrutturazione della storica area verde, nelle sue intenzioni dovrà diventare prevalentemente “giardino ricreativo”

di Gianni Celi

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Quale futuro per il Giardino Parolini?

C’è un giardino in città, subito fuori le vecchie mura medievali, frutto della passione e del lavoro certosino di un eminente figlio di questa terra, il nobile Alberto Parolini. Fu lui a dare lustro a questo pezzo di terra trasformandola in un giardino botanico di tutto rispetto, tanto importante da varcare gli stretti confini bassanesi, richiamando cultori della botanica da tutta Europa. Ecco cosa scriveva di questo gioiello lo scrittore Ottone Brentari, autore della “Storia di Bassano e del suo territorio”, nella “Guida storico alpina di Bassano e Sette Comuni”: “Aggirandosi nel giardino Parolini e nelle sue serre sorprendenti, pare al naturalista di trovarsi ora nelle calde regioni dell’India o del Messico, ora sulle falde delle Ande, ora nelle gelate contrade del Nord” ed aggiungeva altri particolari legati alla presenza di felci esotiche, di piante grasse di ogni specie e di una innumerevole sorta di piante di ornamento quali le camelie, i rododendri, le azalee e molte altre ancora. Eravamo, allora, nel 1885. Ebbene, quel giardino, con il passare dei decenni, non trovò degli eredi capaci di tener viva la valenza di questo impianto o, addirittura, di renderla ancor più appetibile ai visitatori. Nel 1929 per volere del lascito di Alberto Agostinelli Parolini, nipote del naturalista, il giardino fu ceduto al Comune di Bassano.

Nel 1953, poi, prese corpo la proposta di costruire una strada (l’attuale Viale Parolini) che permettesse al traffico automobilistico crescente, di evitare il budello di discesa Brocchi. E se ne andarono così circa quattromila metri quadri di terra da sacrificare all’asfalto.

Vari sono stati gli interventi delle Amministrazioni comunali che si sono succedute alla guida della città nel corso del tempo, per cercare di valorizzare questo importante giardino, ma non è mai stata presa in considerazione la necessità di segnare una linea di continuità agli interventi che, di volta in volta, venivano effettuati. Mancando questo trait d’union fra un’Amministrazione e quella successiva, accadeva che, taluni importanti lavori di ripristino e di salvaguardia messi a punto, diventassero inutili se non addirittura dannosi per le casse del Comune, senza una prosecuzione costante. È quello che vuole cominciare a fare questa Amministrazione.

Del presente e del futuro del nobile giardino, parliamo con il dott. Giuseppe Busnardo, illustre botanico, estensore del progetto di rivalutazione di questi spazi e autore di molte pubblicazioni riguardanti la flora del territorio.

 

Dottore, qual è la situazione attuale del giardino Parolini?

Quale futuro per il Giardino Parolini? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“L’Amministrazione comunale di Bassano, nel corso del 2015, ha avviato il recupero conservativo del Giardino per restituire questo spazio verde ai bassanesi anzitutto come luogo qualificato per il tempo libero rendendolo abbellito, attraente, animato e sicuro, ma anche come meta importante, con capacità attrattiva per il turismo educativo e culturale”.

Ma, secondo lei, quello del giardino Parolini era un problema da risolvere?

“Sì, era sicuramente un problema da risolvere per una serie di problemi e cioè perché scarsamente frequentato (trovare scarsa frequentazione sconsiglia la frequentazione); perchèinvaso in alcune zone dal proliferare delle inselvatichite (improprie nel Giardino), che creavano barriere visive (ovvero senso di insicurezza) e che danneggiavano le piante di valore ancora esistenti; perchè alcuni individui arborei erano in pessime condizioni e in degrado irreversibile, instabili e potenzialmente pericolosi; perché le piante di valore ancora esistenti necessitavano di cure ed infine perchè è doveroso recuperare un luogo così ricco di storia e di beni ambientali che potrà diventare una fondamentale risorsa qualitativa per la città ed il territorio”.

A lei è stato affidato l’incarico di progettare il recupero di questo prezioso giardino. Quali sono state le linee guide seguite per questo intervento?

“Secondo il nuovo assetto la porzione di più immediato accesso sarà destinata prevalentemente a “giardino ricreativo” per il tempo libero e all’interfaccia pubblico/giardino, utilizzabile come un’eventuale location di carattere per piccoli eventi compatibili, perciò ripulita radicalmente dalle infestanti invasive, abbellita secondo tradizione, resa attraente, fruibile, aperta e luminosa, riorganizzata e attrezzata in modo compatibile e sostenibile, custodita e sorvegliata”.

Come ha pensato di rivedere la fruizione della parte più interna?

“Come un’area destinata prevalentemente a “giardino botanico educativo” per appassionati, per scolaresche, per associazioni e per tutto il target crescente di turismo educativo- culturale, perciò è stata ripulita radicalmente dalle infestanti invasive e dalle piante improprie, arricchita di piante a scopo educativo/attrattivo secondo tradizione, integrata con le case Parolini e le serre e quindi capace di ospitare incontri, convegni, corsi e manifestazioni floreali, attrezzata ed animata da itinerari didattici ed attività operativo-laboratoriali innovative e competitive sul mercato”.

E della parte restante, quella delle serre, ad esempio che ne sarà?

“La porzione davanti alle serre sarà organizzata come “Orto condiviso” per piantagioni di officinali da affidarsi in convenzione ad un soggetto associativo che la adotterà e la gestirà. Una porzione settentrionale delle case Parolini sarà adibita invece a spazio d’appoggio per il Giardino (sala d’accoglienza, servizi, aulette, archivio, laboratorio). La serra piccola, adiacente le case, già restaurata, diverrà un’aula laboratorio didattico, mentre la serra grande, anche quella già restaurata, sarà adibita a ricovero invernale di piante e a spazio-laboratorio per le coltivazioni (semine, talee ecc). Verrà ricostruita inoltre, presso il cancello di Vicolo Parolini, la “casa del massaro” (un tempo esistente) come luogo d’appoggio e di deposito per i giardinieri. Per finire, le strutture per il tempo libero (area giochi, chiosco-bar) e i servizi igienici verranno riqualificati e resi adatti e compatibili con la nuova identità del Giardino”.

Quale futuro per il Giardino Parolini? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Come è stato fatto il recupero in questi mesi del 2015?

“Dopo la fase preliminare di studi approfonditi, compiuti assieme al dott. Giorgio Cocco (perizia fitosanitaria e di stabilità), il lavoro per il recupero è stato affidato alla SIS ed è stato diretto dall’arch. Giorgio Strappazzon, secondo un progetto esecutivo che è stato approvato dalla competente Soprintendenza. Sono stati tagliati alcuni individui arborei che all’indagine strumentale specialistica si erano rivelati in pessimo stato di salute e in condizioni irreversibili, potenzialmente pericolosi. Successivamente sono state effettuate le necessarie potature per mettere tutte le piante in sicurezza (in particolare verso le strade confinanti), sulla base dello studio già effettuato dal dott. Giorgio Cocco e donato al Comune dal Rotary Club Bassano Castelli. Sono state tagliate (e talora sradicate le rispettive ceppaie) tutte le componenti arbustive che ad uno studio dettagliato si erano rivelate inselvatichite, invasive e comunque improprie nel Giardino. Sono state perciò ripulite e recuperate molte porzioni che erano in stato di abbandono o che avevano subito alterazioni. Tramite questa pulizia si sono potuti recuperare molti spazi e predisporre il terreno per nuove piantumazioni sia di abbellimento che di arricchimento. È infine iniziato il processo di nuove piantumazioni nel Giardino secondo precisi criteri qualitativi: sostituzione di specie un tempo già esistenti, ma che negli anni erano andate perdute, arricchimento con specie di pregio importanti per attrattività e per costruire itinerari educativi, abbellimento con altre specie finalizzate a creare un luogo invitante sia per il tempo libero che per promozioni turistiche”.

Quali sono, secondo lei, le tappe indispensabili da raggiungere per dare un futuro al ritrovato Giardino.

“Il recupero verrà abbinato ad un coerente piano di gestione ordinaria sotto la guida di un soggetto gestionale qualificato che progressivamente costruisca e faccia vivere questo nuovo Giardino, organizzi attività capaci di attrattiva coerenti e compatibili con il nuovo indirizzo, gestisca campagne promozionali adeguate e realizzi l’inserimento in rete con le altre proposte turistiche, culturali e museali cittadine. Verrà attivato un Orto condiviso per officinali di fronte alla serra grande, rianimando in modo qualitativo il chiosco-bar, anche come punto di riferimento di informazione e di aggregazione. Verranno migliorati l’area giochi e i servizi igienici, integrandoli in modo qualificato con quanto verrà dal restauro delle serre e delle Case Parolini (progetti in atto)”.

Ci dovrebbe essere dell’altro?

“Certo, dovrà essere costruita una sua immagine di attrattività per farlo diventare il riferimento ricercato per il verde e la natura, organizzando solamente iniziative dimostrative di qualità per motivarne la scelta: speciali itinerari scolastici curriculari, speciali visite per gruppi associativi, incontri e corsi per appassionati ed altro ancora”.

Cosa si dovrà evitare, a suo avviso?

“Dovranno essere evitati tutti gli usi impropri che possano danneggiare il patrimonio verde che si andrà ricostruendo e che possano ostacolare questa nuova immagine di attrattività. Si dovranno impedire nuove alterazioni (no ad un secondo ingresso a sud che ridurrebbe il Giardino a luogo di transito con tutti i problemi di “verde pubblico” che si ritrovano in ogni città) e infine si dovrà trovare una nuova soluzione all’attuale arena cinema che risulta troppo invasiva e non pertinente al nuovo Giardino. In altre parole, il vero motivo per entrare nel Giardino dovrà essere la bellezza e la sicurezza del luogo e l’attrattività delle proposte coerenti che lo animeranno, ovvero il Giardino stesso, e non un guazzabuglio di attività disparate che lo ridurrebbero ad una banale cornice verde senza propria identità e, perciò, alla fine dannosa”.

Durante i lavori di sistemazione di questi mesi è venuta alla luce una cisterna per la raccolta dell’acqua che serviva per abbeverare piante e fiori del giardino. È stata una scoperta importante?

“Non è stata una scoperta, ma una riscoperta. Si sapeva già dell’esistenza di questa struttura, solo che, tempo addietro, era stato occluso l’ingresso per sicurezza. L’impianto idraulico, progettato dal Parolini, consisteva di tre cisterne: una all’ingresso del Giardino, una seconda, distrutta con la realizzazione della nuova strada ed una terza attigua all’esercizio della ditta Pengo”.

Da quale sorgente venivano alimentate queste cisterne?

“Le cisterne erano state costruire da nord verso sud sfruttando la leggera pendenza del terreno. In tal modo veniva convogliata nella prima, e poi, a scendere, nelle altre due, l’acqua piovana che arrivava dalla strada”.

Un’ultima domanda, è possibile che il Giardino Parolini torni all’antico splendore?

“È possibile se ci sarà la volontà di farlo a livello amministrativo locale, diluendo poi gli interventi a favore di questo splendido angolo di natura negli anni successivi. Le faccio un esempio che calza a pennello, al riguardo. Se io vango un terreno e lo coltivo e lo seguo anno dopo anno potrò raccogliere frutti generosi, ma se lo vango una sola volta e poi lo abbandono diventerà regno delle erbe infestanti”.

 

Quale futuro per il Giardino Parolini? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Per parlare dei lavori fatti nei mesi scorsi e del futuro di questo splendido Giardino venerdì 20, nella sala del civico Museo, si terrà un incontro aperto alla popolazione.

“Per illustrare alla cittadinanza i lavori in atto e le prospettive per il recupero del giardino- spiega il sindaco Riccardo Poletto - abbiamo l’onore di avere con noi: Giuseppe Busnardo, botanico, autore dello studio e del piano di indirizzo, Giorgio Cocco, dottore forestale, autore della perizia fiotosanitaria, Giorgio Strappazzon, architetto, direttore dei lavori (già autore del recente ampliamento dell’Orto botanico di Padova) e gli architetti Simonetta Zanon e Luigi Latini, della Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso, che ci aiuteranno a capire il valore del recupero di questi luoghi ricchi di storia. L’incontro sarà preceduto da un importante atto simbolico: la messa a dimora nel Giardino di due alberi di pregio, un atto pubblico dimostrativo di un primo lotto di piantumazioni che avrà luogo entro l’inverno e che tornerà ad arricchire questo nostro Giardino, già dichiarato ad inizio Novecento Monumento Nazionale”.

Il programma di venerdì 20 il seguente: al Giardino Parolini, alle 15 messa a dimora di due specie di pregio al Giardino Parolini, parte di un lotto di alberi selezionati che verranno piantati al Giardino e che sono stati donati da club e ditte bassanesi grazie ad una iniziativa del Rotary Club Bassano Castelli.

Nel Museo Civico,a cominciare dalle 16.30, parleranno il sindaco Riccardo Poletto; Roberto Campagnolo, Assessore alla cura urbana di Bassano del Grappa; Giuseppe Busnardo, botanico, autore dello studio e del piano di indirizzo; Giorgio Cocco, dottore forestale, autore della perizia fitosanitaria e Giorgio Strappazzon, architetto, direttore dei lavori.

Interverranno poi sul tema “La cura dei luoghi, paesaggi storici del nostro tempo” Luigi Latini, presidente il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche e Simonetta Zanon, responsabile ricerche sul paesaggio della Fondazione Benetton Studi Ricerche.

 

nr. 42 anno XX del 21 novembre 2015

Quale futuro per il Giardino Parolini? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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