Sono qui, sono giunto nella terra dei Tebani, io, il figlio di Zeus: Dioniso.
Mi generò la figlia di Cadmo, Semele; fuoco di folgore provocò il parto.
(Euripide, Baccanti)
È il nome di Dioniso a dare una spettacolare configurazione alla rassegna Dioniso -Mito, rito e teatro curata dall’archeologa Federica Giacobello, la terza raccolta nell’ambito dell’iniziativa Il tempo dell’Antico. Ceramiche attiche e magnogreche della collezione Intesa SanPaolo, dopo Le ore della donna e Il viaggio dell’eroe. Dal vasto patrimonio figurativo reso dalle pitture vascolari si precisano percorsi finalizzati a degli aspetti della vita e della cultura del mondo greco e magno greco tra il V e il IV secolo a.C. I vasi dipinti sono uniti dalla provenienza dalla necropoli di Ruvo, in provincia di Bari e, da veri documenti parlanti dell’antichità, dalle letture molteplici, costituiscono inoltre il simbolo dello stato sociale nel momento delle pompe funebri. Dioniso, si spiega, è la divinità più affascinante del mondo greco e della magna grecia, è il dio dai molti concetti: del vino e del teatro, i due doni che egli offre agli uomini: istituisce le Grandi Dionisie e mette in scena gli agoni teatrali; una divinità dalla presenza codificata e dal fascino particolare anche nell’età moderna e contemporanea. I vasi raffigurano i riti ed i culti sono accompagnati da immagini del mondo di Dioniso, rappresentano il dio, le donne e il vino, la società maschile con scene di vita quotidiana. Dioniso è associato alle religioni dei misteri, al dionisismo e all’orfismo, in riferimento al mito di Orfeo, colui che riporta l’anima dal regno dei morti, seguendo le istruzioni sul come comportarsi nell’oltretomba, scolpite nelle tavolette decifrabili, ora, con i contributi multimediali. Il vaso straordinario di Pronomos, a figure rosse, il prestito del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dalla stupefacente bellezza, proviene da una tomba a Ruvo di Puglia. Il cratere raffigura Dioniso abbracciato all’apparizione di una bianca Arianna, ed è, nello sviluppo delle immagini, circondato dagli attori dalla chioma fluente, maschere, da coreuti dal volto camuso e dal volto equino e dai poeti mentre un auleta suona il flauto: una scena trionfante per Dioniso; lo confermano satiri e menadi con la complicità della notte, che avvolge un satiro, colto mentre rovescia gocce di vino.