NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Centralità o centralismo democratico?

di Mario Giulianati
19 dicembre 2015

facebookStampa la pagina invia la pagina

Interventi

Non molti giorni fa è apparsa sulla stampa la notizia che le 23 prefetture che dovevano essere accorpate ad altre, non lo saranno. Eppure, a leggere Il Messaggero, ma un po’ tutte le tesate giornalistiche, questo doveva avvenire. Entro il 2016, perché Lo prevede un decreto del presidente della Repubblica che contiene il Regolamento di riorganizzazione del ministero dell'Interno”. Sul piano economico il risparmio era valutato attorno ad un milione di euro all’anno. La decisione non va liscia, anzi. Sempre sul I Messaggero, si legge che “Contro il decreto insorgono i sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa, che hanno subito chiesto un incontro urgente al ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

ALFANO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«In un momento di massima emergenza in materia di gestione dell'immigrazione e della sicurezza il governo pensa di chiudere 23 prefetture. Un arretramento inaccettabile dello Stato dal territorio, che rischia di lasciare nel caos cittadini e lavoratori». La questione relativa alla diminuzione del numero di prefetti sul territorio è cosa vecchia. Ancora la ex Ministro Anna Maria Cancellieri prometteva un taglio del 30%, mai realizzato. Ora, con un decreto del Presidente della Repubblica si potrebbe ritenere che la questione fosse, almeno al momento, chiusa. Invece no. Scrive GENOVA POST che “Il prossimo 15 dicembre il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sarà a Genova., e nel pomeriggio, alle ore 18, nel Palazzo della Meridiana presenterà il suo libro “Chi ha paura non è libero”, ……"L’appuntamento ligure costituirà l’occasione per illustrare l’emendamento presentato da Alfano, alla Legge di Stabilità, teso ad impedire la chiusura o l’accorpamento di 23 Prefetture italiane, deciso dal Governo Monti”. Se ne deduce che la ex Ministro ci aveva anche provato non potendo prevedere che il Ministro Alfano non ci sta proprio per nulla e sposa in toto la richiesta dei sindacati.

BOSCHI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Qualche giorno fa, alla Leopoldà, in Firenze, la Ministro Maria Elena Boschi, nel suo intervento illustra, seppur rapidamente, le riforme che il Governo Renzi intende affrontare nel prossimo futuro e, tra le altre, indica la volontà di chiudere in via definitiva la questione relativa alle Provincie e tagliare alcuni poteri alle Regioni. Una pur rapida riflessione su questi due episodi appena citati ci porta a concludere, ma lo diceva anche la Ministro Boschi, che l’obbiettivo di questo Governo, ma non solo di questo ma anche di diversi governi precedenti, è quello di restituire la centralità allo Stato e di ridimensionare la partecipazione alle scelte da parte del territorio: comuni, provincie, regioni. A margine annoto che non sono riuscito a trovare, il giorno dopo alcun commento, magari mi sarà sfuggito, sulla stampa relativo alle dichiarazioni programmatiche fatte dalla Boschi. Tutti erano centrati sulla vicende del padre dando l’impressione che contava maggiormente il gossip piuttosto che la politica. È innegabile che alcuni aggiustamenti della struttura complessiva dello Stato, della sua organizzazione, debbano essere fatti ma, a mio avviso, senza mettere in discussione un principio che va certamente riletto e ridisegnato ma che è indispensabile alla affermazione della democrazia sostanziale. E questo principio è quello della partecipazione. Lo dice anche la Costituzione. Se si elencano i processi di accentramento iniziati 25 anni fa, quindi molto prima della nascita del Governo Renzi, si nota come la partecipazione delle rappresentanze del territorio si sono asciugate fortemente iniziando dalle rappresentanze delle circoscrizioni comunali, nei consigli comunali, inutile ricordare quelli provinciali, pure nelle assemblee regionali e infine, nel prossimo futuro, praticamente il ridimensionamento del senato. Parallelamente nulla, ancora, è stato fatto, in questi 25 anni, per accompagnare questo snellimento periferico con un concreto snellimento, e non solo numerico, dello Stato. Sperabile che nel prossimo futuro venga posta attenzione a questo aspetto non trascurabile perché, se si dovesse ulteriormente accentuare, pur in presenza di motivazioni pur comprensibili, si rischierebbe che la centralità si trasformi in centralismo. Naturalmente democratico.



« ritorna

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar