NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Interventi

Paracaduti si e paracaduti no

di Mario Giulianati
27 febbraio 2016

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Interventi

Paracaduti si e paracaduti no

 

L’on. Laura Puppato a volte mi sorprende. Dice cose anche sagge e le cala in un contesto del quale, pare ma non è, non tenere assolutamente conto.

Le pensioni d’oro e quelle (povere) di reversibili (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Su VVOX afferma, in riferimento alla reazione di vari sindaci all’imperativo dictat di alcuni prefetti e in relazione all’arrivo sempre più massiccio in Veneto di profughi/migranti/cercatori di lavoro o quant’altro, che è “sbagliato prendersela con i prefetti” e ancora «Nessuno mette in dubbio le difficoltà che vivono i sindaci quotidianamente, difficoltà che ho imparato a conoscere fin da subito, quando sono stata prima cittadina di Montebelluna, ma certo i problemi non migliorano da soli sparando a salve, alzando la voce e fingendo di non doverli risolvere». Tralascio l’appello filo statalista riguardante il prefetto specifico che mi pare sia quello di Treviso, però annoto che nel frattempo la potente, si fa per dire, classe politica del nostro Paese, da Roma all’UE, è sempre più in imbarazzo, almeno su tema dell’immigrazione. Tralasciamo per un poco la faccenda della Gran Bretagna e di Cameron che porta a casa quel che vuole anche se questo non si sa bene se porta qualche beneficio alla UE o se li porta, ed è più facile che sia così, esclusivamente al suo Paese. Le frontiere di vari Paesi si stanno chiudendo particolarmente verso est. Ora si aggiunge al nuovo club anche l’Austria che sta chiudendo il Brennero, e questo riguarda espressamente l’Italia. Invece di affrontare con determinatezza il problema, sia sul piano umanitario sia su quello della razionalità, che se dimenticato, come pare avvenga, manderà prima o poi a gambe all’aria anche quello umanitario, ci accaloriamo per cose, certamente importanti ma, almeno per qualche tempo, assolutamente non prioritarie, e non facciamo quadrato, appunto come gli inglesi, per ottenere una autentica attenzione dalla UE. Non certamente per uscire dalla UE ma per farle riconoscere che siamo un Paese particolarmente esposto. Renzi ha ragione a battere i pugni sul tavolo della Unione, ma il suo gesto dovrebbe essere aumentato di milioni di volte da un analogo gesto di tutto il Paese, per ottenere non solo ascolto ma anche concreto rispetto e quindi partecipazione alla soluzione di questo grande problema che ci vede esposti in primissima linea, ma che riguarda l’Europa intera, cosa questa che nemmeno tutti i nostri parlamentari pare se ne rendano conto.

Le pensioni d’oro e quelle (povere) di reversibili (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)A cominciare dall’senatore a vita, prof. Mario Monti. Ma invece avviene proprio il contrario. Non credo che debba essere il popolo dei sindaci e dei cittadini a dire “signor si” ai prefetti. Credo che il Paese intero debba dire “signor no” alle prepotenze e alle pretese assurde che provengo dall’Europa, o almeno da una parte di questa. Questo, esattamente come è avvenuto in Gran Bretagna, darà peso a e forza al Premier. In un editoriale su Il Giornale di Vicenza, il direttore, in riferimento alla faccenda Gran Bretagna-Unione Europea dice “Allora si può fare”. Ne sono convinto anche io: si può fare se il fare significa tenere unita l’Europa, senza primi, secondo o magari terzi Paesi, ma tutti sulla prima linea. Ci vogliono i Premier che sanno esigere il giusto, i popoli che sanno sostenere le giuste rivendicazioni, e i parlamentari e dirigenti a Bruxelles che sappiano fare il loro lavoro e che sia un buon lavoro. Tra parentesi mi permetto di dire che nella la schermaglia europea tra il senatore a vita Prof. Senatore a vita Mario Monti e un Premieriato senza onorevolato alcuno, il che significa senza paracadute a vita, anzi senza paracadute e basta, di Matteo Renzi, tifo, in questa circostanza, per il Premier. Scaricare tutto sui sindaci, che certamente hanno le loro responsabilità ma sono quasi sempre (non sempre e ne abbiamo esempi anche vicentini) i soli che se le assumono, non è ne giusto ne utile.

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