NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Giovanni Gualtieri detto Demio

Villa Thiene- Bene protetto dall’UNESCO
Quinto Vicentino
Visite agli affreschi su ponteggio:
giovedì 15-30-19
sabato e domenica 10.30-13 e 15.30-19
Chiude l’6 gennaio 2019

di Maria Lucia Ferraguti

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Giovanni Gualtieri detto Demio

Giovanni Gualtieri detto Demio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Solo l’esemplare ponteggio in quota, voluto da Alberta Caldaro, assessore alla cultura e condiviso dal sindaco Renzo Segato può raggiungere l’ampio soffitto affrescato della sala consigliare della palladiana Villa Thiene a Quinto Vicentino. Una promenade architettonica e pittorica che permette l’incontro diretto con i cinque episodi dipinti, quattro laterali e uno centrale: i grandiosi affreschi cinquecenteschi di Giovanni Gualtieri, più noto come Demio. (Schio,Vi 1500 circa – 1570?). Già alcuni pannelli nell’atrio della villa anticipano l’impresa pittorica tra il 1552 e il 1554 e l’intensa attività del pittore. La mostra si allinea agli studi e alle ricerche intrapresi da Vittorio Sgarbi, confluiti nella mostra in corso a Schio dal titolo “Giovanni Demio e la Maniera Moderna - Tra Tiziano e Tintoretto”. A Quinto è lo stupore delle figure di Amazzoni, Centauri in lotta e le fatiche di Ercole l’elemento costante è la contrapposizione “tra principi di caos e il principio dell’ordine, alla violenza brutale si contrappone il principio di lotta per stabilire un equilibrio” spiega Chiara Busin, la ricercatrice che ha dedicato a Demio la tesi di laurea. Demio ha lo status di artista indipendente nell’assecondare le sue intuizioni, lontane dalla grande pittura veneta di luce e colore, per interpretare piuttosto l’essere «un ribelle, fuori quota, incontrollabile, imprevedibile, pronto a contaminarsi con tutti i pittori più forti di vita. Eppure alla fine un formalista, sempre più lontano dal naturalismo padano e sempre più vicino a un delirio visionario alla El Greco, come il ferrarese Ortolano, i bresciani Moretto e Romanino, il caravaggino Francesco Prata» (Sgarbi).

Giovanni Gualtieri detto Demio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Negli stessi anni Andrea Palladio nei suoi Quattro libri dell’’architettura rivolge la sua attenzione al pittore per lo ”stile estroso, proliferante, caricaturale”, nell’elogio per gli affreschi di Villa Thiene. “Homo di bellissimo ingegno” mentre non cita Paolo Veronese ed i suoi interventi nella villa Barbaro a Maser. Ed è attorno a questa frase che si segue il pittore dalla ricerca manieristica negli itinerari che lo portano dalla residenza in campagna voluta da Marcantonio e Adriano Thiene, fino Padova, Milano e Venezia e quindi, da instancabile viaggiatore, a Napoli, Salerno e Pisa, Orvieto e forse a Verona, Firenze e Roma. Questi viaggi favoriscono i rapporti con Tiziano, Tintoretto e Veronese, Jacopo Bassano, Moretto, Romanino e Schiavone, i maestri del Cinquecento, così vicini a lui nelle opere esposte a Schio (visitabili fino al 31 marzo). Chiara Busin rileva il tempo del venir meno della committenza Thiene per i più vivi interessi spostati a Scandiano (Reggio Emilia). Demio possiede una straordinaria inventiva “contamina greci e troiani architetture romane, il golfo di Napoli, Sabine e lottatori” nella tensione della muscolatura michelangiolesca, e richiamo Paolo Uccello nella ripresa delle lance. Spiega Sgarbi come non ricerchi l’armonia: gli interessa, piuttosto, stupire. «Aderisce a una lingua non veneta, ha attrazione per il manierismo toscano». Incontra Vasari a Venezia. Un’inquietudine inestinguibile lo porta fuori dai confini e la sua personalità  appare increspata da sensibilità diverse fra loro.

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