È un’opportunità quasi unica percorrere la storia dell’arte italiana, “Pittura Italiana – Dall’Informale alla Pittura Analitica”, grazie alle opere esposte nell’importante sede milanese di Four Partners Advisory provenienti dalla nota Galleria d’Arte Valmore di Vicenza, che ha sviluppato nell’esposizione un itinerario fra le tendenze artistiche più avanzate del dopoguerra.
Da qui l’incontro con la ricerca internazionale e in anticipo sui tempi: la pittura Informale ed il suo superamento attraverso lo Spazialismo, per quindi giungere alla Pittura Analiticadegli anni ’70. Tra i grandi protagonisti si afferma l’artista veneziano Emilio Vedova (Venezia 1919), dallo stile immediato ed informale che esprime un’energia impetuosa, tesa ad espandersi nello spazio. Viene ricordato tra i fondatori della Nuova Secessione Italiana e del Fronte Nuovo delle Arti. Lucio Fontana (Rosario, Argentina 1899) negli stessi anni a Buenos Aires firma il suo Manifiesto Blanco e nel 1947, nel suo stabilirsi dall’Argentina a Milano, inaugura un’arte nuova, lo Spazialismo. Trova a Venezia un luogo d’intesa, in stretto contatto con i fratelli Cardazzo: Carlo è il fondatore della galleria Il Cavallino (1942), in un’atmosfera d’anticipo e di apertura per un’arte sensibile al legame tra lo spazio, la materia e la luce.
Venezia, ancora una volta ha, nel ’47, un’atmosfera vivace per l’arrivo della dinamica ed originale Peggy Guggenheim, che accoglie nella città, priva dell‘esperienza della guerra, gli artisti e le loro opere per unirle ai capolavori della sua Collezione. Filiberto Menna appartiene al gruppo di critici aperti all’inizio degli anni Settanta alla corrente europea della Pittura Analitica, chiamata anche Pittura–Pittura, intenta a riportare l’attenzione su un ritorno dell’arte ai suoi fondamenti primari: al valore della cornice, del segno, della luce e del colore. Menna ufficializza la progettualità e pubblica il suo pensiero critico nel testo “La linea analitica dell’arte moderna” (Einaudi), l’acuto e introvabile saggio di riferimento del ’75; cercava le prime espressioni dei “linguaggi non verbali utilizzando gli strumenti della semiotica per identificare una linea iconica e una linea aniconica, le due principali direttrici di sviluppo delle arti visive”.
Nell’esposizione sono presenti le opere degli artisti:
Fronte Nuovo delle Arti: Emilio Vedova.
Spazialismo: Edmondo Bacci, Bruno De Toffoli, Ennio Finzi, Lucio Fontana, Luciano Gaspari, Bruna Gasparini, Riccardo Licata, Gino Morandis, Saverio Rampin.
Pittura Analitica: Eros Bonamini, Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Antonio D’Agostino, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Elio Marchegiani, Carmengloria Morales, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini.
Nelle foto:
in alto: Bacci Edmondo, Senza Titolo, 1974, tempera e gesso applicata su tela, 75x100cm
a sinistra: Finzi Ennio, Ritmi Vibrazione, 1954, olio su tela, 110x83cm
a destra: Fontana Lucio, _Manifesto galleria Il Cavallino (VE), 1957, disegno originale-pastello su carta, 39,2x28cm
sotto: Griffa Giorgio, Sezione Aurea n°563, 2011, acrilico su tela, 158x240cm