Le stoffe tessute negli anni fra trame e orditi rivelano l’estensione della passione per la tessitura di Paola Gianoli Caregnato. Un interesse per i tessuti lavorati a telaio che affonda le sue radici nella storia dei tempi, da Arcane ad Arianna e s’incontra tra gli artisti che hanno tessuto sul filo del mito calato nell’attualità, come Kandinsky, Moria, Lager, Burri, Boetti e Cattelan. Gianoli da tempo, con un trasporto che conserva l’emozione iniziale, ricerca, assecondando idee progettuali, effetti materici e cromatici selezionati per agire sulla nostra sensibilità. Tesse fibre di recupero, corde, materiali ricercati sottratti alla realtà fra lane e cotone colorati, ridotti a strisce, ripresi per elevare il loro intimo splendore. Li intreccia fra orditi e trame frammisti a materiali eterogenei, dalla diversa consistenza fisica, assecondando l’intuizione di accostare spessori diversi. Sono sostanze bidimensionali ed altre dal risalto più deciso, recuperate tra fili di ferro e di rame, carta, perline, crine di cavallo, raffia e corda, minuscole erbe, piccole conchiglie: tutte selezionate per la qualità estetica, per il loro aggetto e l’intrinseca bellezza; oggetti idonei all’assemblaggio, sensuosi per l’intervento della natura o la loro derivazione artificiale. Ne conseguono quindi opere dagli spessori insoliti e vitalistici, connessi alla ricerca sul colore di Gianoli. La sostengono un atteggiamento mentale al di sopra della fisicità delle sostanze e l’intento di approfondire gli accostamenti fra materie mutevoli e il desiderio della scoperta del nuovo, che rivela, attraverso variazioni cromatiche e materiche, infinite gamme di colori, tutti coinvolti nel procedere della tensione creativa. Alcune “scarpette” alimentano nella vicinanza stilistica il desiderio di sperimentare, quasi necessario per una creatività in fermento. Questa tensione sempre viva la si ritrova estesa nei disegni classici, nei personaggi ripresi dalle ricerche storiche, capaci, a loro volta, di esercitare una rinnovata sensibilità affine ad un segno incisivo e sicuro. E così un autoritratto di Bramante, il Bacchino malato di Caravaggio ed altre opere sono tutte arricchite da collage e mini oggetti recuperati, che aprono, nella terza dimensione, ad una nuova vita.
La presentazione del libro Vite di Paola Gianoli, con alcune letture a cura di Maria Lucia Ferraguti, è in programma per il 30 aprile alle ore 17,30.