NR. 41 anno XXVIII DEL 25 NOVEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Lungo la strada del sesso

Abbiamo trascorso una notte al seguito dei carabinieri lungo la Regionale 11 dove è fiorente il mercato della prostituzione, che si divide i chilometri tra varie etnie

di Tiziano Bullato

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Lungo la strada del sesso

Le ragazze di colore sono spaventatissime, sanno che se non hanno i documenti a posto possono essere espulse. Non succede quasi mai davvero, non vengono fatte salire su un aereo e rimpatriate. Le portano in questura, formalmente vengono espulse e possono essere arrestate in caso di un nuovo fermo. Ma sanno che per loro da domani ricomincia il viaggio. Se anche si erano trovate bene nel vicentino, da domani saranno spostate chissà dove. «L'unica cosa che sta un po' funzionando – spiegano i carabinieri – sono le case di accoglienza, spesso gestite da religiosi. Ci sono alcune di queste giovani che si fidano, entrano in quelle case e spesso riescono a intraprendere un percorso che le porta fuori dalla prostituzione e verso una vita normale. Ma quelle che accettano sono poche. Hanno paura, sono minacciate, devono spesso restituire i soldi a quelli che le hanno portate in Europa».
Ripartiamo in questa notte di ricerca e ci fermiamo dall'altra parte della "rotatoria del cavallo". Qui il territorio è delle ragazze con la pelle bianca e l'approccio cambia del tutto. Ci fermiamo a fianco di una giovane bionda, con una pelliccia corta e le gambe ben in vista. Lei non si scompone, non scappa, rimane sotto il suo ombrello. «È ungherese – mi spiega il maresciallo – la conosciamo bene e le abbiamo anche detto tante volte di andarsene. Ma lei è comunitaria, non possiamo farle proprio niente. Al massimo la portiamo in caserma, le controlliamo i documenti, la teniamo lontana dal marciapiede per una notte, ma domani sarà di nuovo in questa zona...».
Piove, le gocce mi entrano dal colletto del giubbotto e mi finiscono giù per la schiena. Vorrei essere sul divano di casa mia con una bella tazza di caffè fumante. Io. E invece i clienti delle prostitute non si fanno spaventare proprio da nulla. Di giovedì sera di una settimana qualsiasi, con un diluvio universale che scende dal cielo, la gente che cerca compagnia è tanta, tantissima. Alla fine dei conti se il fenomeno esiste, se ha una sua consistenza economica, se ancora continua ad esistere e a reggere, il motivo è proprio questo. Sono tanti gli uomini che, dopo una normale giornata di lavoro, magari lasciando a casa una famiglia e dei figli, percorrono la statale a velocità ridotta alla ricerca di un rapporto sessuale a pagamento. Se parli con gli amici, in qualsiasi situazione, non troverai mai nessuno disposto ad ammettere di aver avuto rapporti di questo tipo, eppure. Eppure ci sono state inchieste che hanno dimostrato come in diversi locali della provincia si possa assistere a spettacoli hard o soft core e poi ritirarsi nel privèe e ottenere sesso in cambio di soldi. In alcuni casi gli investigatori hanno piazzato telecamere in quei salottini e ne hanno ricavato materiale per dimostrare la prostituzione. Eppure sulla strada il commercio continua.
Adesso siamo a Tavernelle. Poco prima del semaforo vediamo una ragazza in attesa, minigonna inesistente e stivaloni al ginocchio. L'esperienza del maresciallo ci guida a svoltare sulla strada che porta a villa Cordellina, poi subito a sinistra in un dedalo di vicoli fino ad arrivare nuovamente alla statale, di fianco alla ragazza che avevamo visto prima. Arriviamo esattamente nello stesso momento in cui una vettura, compiuta una inversione a U sulla statale, si affianca alla giovane per contrattare. L'automobilista in vena di evasione ci vede, vede le pettorine dei militari con la scritta "Carabinieri" fluorescente e si mette le mani nei capelli. Lo tranquillizzano, lo fanno parcheggiare, chiamano i rinforzi. Per lui il rischio è quello di dover pagare 500 euro di multa. Lo prevedono le ordinanze che i sindaci di tutti i comuni che affacciano su questa "strada del sesso" hanno emesso per punire gli automobilisti che intralciano il traffico o creano pericolo mettendosi a contrattare con le prostitute. È uno degli introiti sicuri per i comuni. La stragrande maggioranza di coloro che vengono pescati in strada paga subito e in contanti. «È capitato che qualcuno non avesse tutto il denaro in tasca al momento di essere fermato – ci hanno raccontato – ed è anche capitato che ci abbiano chiesto la cortesia di poter andare al più vicino sportello bancomat per poter ritirare il denaro e pagare subito». Il motivo si intuisce. Se la multa viene pagata subito non arrivano notifiche a casa, in qualche modo si può anche sperare di non dover raccontare a nessuno la propria disavventura.
C'è un luogo per i transessuali? Certo che c'è. Sempre sulla statale fra il parcheggio delle Sorelle Ramonda e quello del supermercato Tosano. Basta girare nelle stradine laterali, sono sempre lì. Ne abbiamo incontrata una. È chiaro che vogliono essere delle donne, anche se fisicamente non lo sono. Ce lo ha insegnato la confusa e clamorosa storia che ha coinvolto il governatore del Lazio Piero Marrazzo.
Anche lei non si scompone, è sudamericana, ma non teme il controllo. Al carabiniere che la sta portando in caserma chiede solo di recuperare i suoi effetti personali: li ha nascosti dentro lo sportello dei contatori di una ditta, lungo la strada. Usa l'ombrello per coprirsi la faccia, le gambe fasciate in un paio di stivali con il tacco alto e le stringhe, sulle spalle una pelliccia.
La nottata finisce esattamente dove era cominciata. Le macchine dei carabinieri rientrano alla caserma di Montecchio, le donne vengono portate negli uffici e comincia un lavoro destinato a durare fino al mattino. La ricerca dei documenti, che nessuno ha o vuole mostrare. Poi l'esame dei precedenti e degli "alias" al terminale, la verifica delle impronte digitali. Chi è in regola con il soggiorno alla fine dei controlli se ne va per la sua strada e domani sera sarà di nuovo in strada a fare quello che faceva oggi. Chi non è in regola può essere espulso o arrestato, dipende dal fatto che abbia o meno ottemperato all'ordine del questore di lasciare il paese, dipende anche se è la prima volta che non obbedisce oppure no. Sul piano reale si rischia una notte in cella, un patteggiamento compreso fra quattro e sei mesi di reclusione, e poi si torna fuori.
Il lavoro di questi uomini è invece straordinario. Conoscono il territorio in maniera impeccabile, sanno cosa cercare e dove, sanno esattamente come devono operare. Lo fanno con decisione ma anche con grande rispetto. E le ragazze lo sanno e forse gliene sono grate.
Noi abbiamo lavorato come mai in precedenza, vedendo le cose e facendole con loro. È chiaro che loro sapevano di averci al seguito e si sono comportati di conseguenza, ma non hanno nascosto nulla e trascurato nulla.
La prossima volta che passate sulla strada regionale 11, di sera, e vedete questo mondo fuori dal vostro finestrino pensateci: non è vero che nessuno fa nulla. Non è vero che questo spettacolo viene subìto senza reagire. Le cose però stanno così.

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