NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Novembre, temperature record. E non è ancora finita

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Novembre, temperature record. E non è ancora finit

Martino Cerantola, presidente provinciale Coldiretti: «Nessun allarmismo, ma certe colture hanno bisogno di temperature molte più basse»

martino_cerantola (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Le condizioni climatiche non stanno creando particolari problemi nel settore agricoltura, anche se certe colture, una parte delle quali prodotte nel Vicentino, hanno bisogno del freddo per garantire una buona qualità. «Nessun allarmismo – conferma Martino Cerantola, presidente della Coldiretti di Vicenza – le condizioni del tempo in questo periodo influiscono in maniera minore rispetto a quanto avviene ad esempio in primavera. Il problema delle ultime settimane è che le precipitazioni, magari non eccessive come successo qualche anno fa, hanno rallentato gli ultimi raccolti del mais che a loro volta sono stati posticipati dopo che la stagione 2013 è iniziata la scorsa primavera con troppo ritardo. Diciamo che queste temperature, più vicine alle medie di fine settembre/inizio ottobre che non a quelle di novembre ci fanno temere che il vero inverno possa iniziare solo a dicembre e poi magari prolungarsi sino a fine aprile/inizio maggio, con tutti i danni conseguenti per certe colture, tanto per ricordare quelle più danneggiate nei mesi scorsi, come ciliegie e asparagi».

Eppure le temperature troppi miti a metà novembre possono comunque creare dei danni. «Premesso che 20° C in questo periodo sono una cosa inimmaginabile – ammette il presidente della Coldiretti – va detto che specie come cavoli, broccoli e cicoria in genere necessitano di temperature molto più basse rispetto a quelle attuali: penso ad esempio a prodotti tipicamente vicentini come il broccolo fiolaro di Creazzo, il broccolo di Bassano e il radicchio di Asigliano per i quali viene detto, con una certa fonte di verità, che raggiungono il top quando arrivano le prime brinate. Difficile pensare che in questo momento la qualità non possa essere ancora eccezionale».

Un altro problema del mancato arrivo del freddo è legato agli insetti, che continuano a vivere grazie proprio alle temperature miti. «È vero – conclude Martino Cerantola – anche questo aspetto si sta verificando ma soprattutto in questo contesto non è il caso di allarmarsi: prima o poi il freddo arriverà, quindi per la scomparsa degli insetti si tratta solo di aspettare. Ci sono delle specie più resistenti, ma la maggior parte è destinata a morire quando le temperature, e questo avverrà sicuramente tra dicembre e gennaio, scenderanno sotto lo zero. I terreni agricoli e la campagna in generale hanno un loro ciclo biologico, che è quello di andare in letargo, di addormentarsi per usare un termine più delicato, durante l’inverno. L’unico vero grande timore è che l’inverno inizi in ritardo per poi concludersi in ritardo, come avvenuto nel semestre scorso. È questo il danno più grave verificatosi quest’anno».

 

Matteo Trevisan, presidente negozianti Centro storico dei Confcommercio: «Un 2013 stravolto dal meteo, occorre rivedere anche le date dei saldi»

Trevisan_Matteo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La categoria che allo stato attuale sta soffrendo maggiormente, soprattutto in termini economici, le "bizze" del meteo è sicuramente quella dei negozi di abbigliamento: sino ad ora, secondo l'osservatorio privilegiato della Confcommercio Vicenza, di cappotti, piumini, pellicce e capi pesanti se ne sono venduti davvero pochi. «Ormai possiamo dire - la posizione di Matteo Trevisan, presidente dei negozianti del centro storico e della delegazione Vicenza di Confcommercio - che il 2013 è stato un anno fortemente condizionato, in maniera negativa, dal meteo: il freddo è durato sino a maggio e quindi ha rallentato notevolmente la vendita dei capi estivi, mentre adesso ci troviamo quasi a metà novembre con temperature di inizio autunno, che non facilitano le vendite invernali».

Secondo Trevisan quando avvenuto quest'anno a livello di meteo deve convincere tutti («E per tutti intendo l'intera filiera, a partire da chi produce», tiene a precisare) ad un ritorno all'antico. «In primis - spiega il presidente del centro storico - dobbiamo rivedere le dati dei saldi, ma probabilmente anche quello dell'arrivo nei nostri negozi dei capi che probabilmente dovranno essere posticipati. Ma sono i saldi, allo stato attuale, il problema maggiore: se come avvenuto quest'anno fa freddo sino a maggio e i saldi iniziano ad inizio luglio, qualsiasi negoziante ha il solo mese di giugno per vendere a prezzo pieno. Lo stesso discorso vale per l'inverno: se inizia a gelare solo a metà dicembre, molte persone sono invogliate a far passare questo mese, magari utilizzando il capo già usato, per poi approfittare dei saldi che partono ancora prima dell'Epifania. Serve una decisione collettiva, che ovviamente non potrà essere presa solamente a Vicenza, di spostamento dei saldi che devono tornare ad iniziare alla fine dell'inverno, quindi a marzo/aprile, e alla fine dell'estate, a settembre».

Proprio in centro storico Trevisan è titolare di un negozio di arredamento per la casa. «Di piumini da letto e di coperte pesanti ne ho venduto davvero poco - spiega dal suo osservatorio privilegiato - tuttavia non dobbiamo nasconderci dietro a un dito e dare solamente la colpa al tempo: a pesare maggiormente è la crisi economica, tanti anni fa, con maggiore disponibilità economica, in molti acquistavano il cappotto in settembre per essere sicuri di poter scegliere modello, colore e taglia a loro preferiti. Adesso si ritarda, non solo nell'abbigliamento ma anche in altri settori, il più possibile sino a quando l'acquisto serve davvero. E se è ancora possibile si aspettano gli ulteriori sconti e le promozioni».

 

nr. 39 anno XVIII del 9 novembre 2013

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