NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Come è cambiato il mestiere di sindaco?

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Come è cambiato il mestiere di sindaco?

Quale può essere oggi la prospettiva a medio o lungo termine di un sindaco che deve ancora cominciare?

UGO_CERVO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)UGO CERVO- Debbo dire che sono piuttosto pessimista anche se apprezzo l'idea di Bruno Scalzeri che affronta i problemi con grande entusiasmo. Il fatto però è che se manca la volontà politica a livello più alto le nostre possibilità di cambiare saranno sempre difficili: assieme allo spopolamento vengono a mancare i servizi e senza i servizi non c'è più ritorno visibile per l'economia di una comunità. Ho parlato di turismo, ma se non c'è un aiuto per realizzare le opere indispensabili non esisterà neppure il turismo. Intanto da Posina è sparita la caserma dei carabinieri, un altro modo per dire alla montagna che si deve arrangiare, ma se n'è andata anche la Forestale e se n'è andato il parroco perchè ora ogni parroco si occupa di tre o quattro parrocchie e si sa che la parrocchia è un altro punto di aggregazione. In una valle di 92 contrade se non c'è vitalità di servizi si perdono i contatti e si dissolve quello stesso spirito antico che faceva vivere i paesini.

La volontà politica di cui parliamo è quella della Regione interlocutore principale anche del sindaco e del Comune: la Regione non pare pensare alla montagna, non in modo specifico: in compenso ha dato tre milioni di euro alla caccia il che rivolto a un orizzonte come il vostro in perdita continua di tutto, dalla popolazione, al territorio ai servizi, suona come una distrazione drammatica. Dove può arrivare la Regione?

GIOVANNI SELLA- Se non riusciamo a capire che il problema è quello di convincerci che quel che succede in montagna si riflette rapidamente anche sulla pianura non arriveremo mai a chiudere in modo positivo questo discorso. La chiave di lettura del problema della montagna dovrebbe essere questa.

BRUNO SCALZERI- Però diciamo anche che ci sono nuove risorse possibili, siamo ad un punto in cui tra Veneto e Lombardia abbiamo 40 Comuni che confinano con il Trentino. Se c'è una concertazione tra tutti possiamo ottenere che ognuno abbia la sua quota pari al vicino. Si risolverebbero tanti problemi anche per la parte corrente del bilancio non solo per gli investimenti in opere pubbliche,. Dobbiamo fare squadra e collaborare, la Regione Veneto può darci quel che può e va creato un collegamento. Mettiamoci assieme. Nei Comuni deve prevalere la politica, non la tecnocrazia che normalmente ostacola o addirittura impedisce di portare avanti i programmi. La tecnocrazia pensa alla visione corporativa della sua funzione e tende a bloccare tutto; sto dicendo che chi comanda è la burocrazia, ma la politica deve invece avere la forza di pensare ed attuare secondo i propri progetti e quindi indurre la burocrazia ad aiutare alla soluzione dei problemi anziché diventare un ostacolo.

UGO CERVO- Farei un passo indietro per aggiungere qualcosa: bisogna credere agli obiettivi e valorizzare il patrimonio che abbiamo non come per l'acqua nella valle di Posina dove siamo stati depredati senza alcuna partecipazione costruttiva dall'esterno e tra l'altro con opere non importanti su cui si potrebbe molto discutere. I potenziali ci sono ma la politica deve aiutare a svilupparli. Mi sento di dire che il messaggio più importante da passare ai nuovi amministratori pronti a sostituire quelli vecchi è proprio questo, preoccuparsi di dare il massimo al territorio aiutandolo a rigenerarsi e valorizzarsi.

GIOVANNI SELLA- Io andrei più in là ancora, andrei a fare il ragionamento in Europa che ci presenta una realtà precisa perchè a livello nazionale e regionale si può attingere a grossi finanziamenti. Il vero problema è che manca la progettualità e non si può pensare che ogni Comune continui a fare il suo progettino, bisogna invece studiare cose sovracomunali e una progettualità complessiva per arrivare a questi finanziamenti. Per ora ci si limita ad interventi a pioggia, magari qualche volta azzeccati e opportuni, ma in genere troppo limitati per poter costituire un riferimento importante che alla fine generi sviluppo e valorizzazione.

UGO CERVO- Mi fate aggiungere una cosa? I progetti della Regione hanno quasi sempre vicende complicate, il parco delle Piccole Dolomiti è tipico. Per la sopravvivenza nostra e la salvaguardia dell'ambiente occorre un intervento di valorizzazione anche se le difficoltà non sono semplici e questo lo sappiamo tutti.

lorenzo_meneghini (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)LORENZO MENEGHINI- L'idea è quella che ho detto: vale anche per Arsiero che vive se vivono gli altri. Bisogna cercare di dare servizi, cercare solidarietà, rendere la vita non soltanto in quanto aria buona o acqua buona, che tra l'altro ci viene estorta, ma anche pensando alla crescita e alla messa in primo piano del territorio. Ci sono situazioni terribili come ad esempio quella di Tonezza che ha avuto mesi di interruzione della strada per i Fiorentini in un periodo vitale per l'economia come l'inverno che chiama gente ai Fiorentini e a Folgaria. Bisogna fare come a Seghe di Velo dove la zona produttiva funziona ancora per fortuna ed ha una capacità stabile di continuare a produrre. È arrivato il gas da Vicenza ed è stata una collaborazione tra Arsieto e Velo: occorre continuare su quella strada perchè sappiamo che la recessione è sempre sull'uscio di casa. Lo si vede dal mercato di Arsiero calato notevolmente come si capisce benissimo da via Mezzavilla che una volta era la passeggiata di Arsiero mentre ora ha ancora sì e no sono quattro negozi superstiti. Gli amministratori che verranno debbono essere appassionati della loro terra e del loro paese, è la condizione indispensabile per tenere in piedi davvero i punti forti di una comunità. Certo che rispetto al passato non abbiamo più partiti che ti preparano e ti fanno avanzare verso la vita di amministratore. Anche questo rende tutto più difficile per i nuovi.

Per concludere, proviamo ad immaginare quale sia veramente la prospettiva per questi nuovi amministratori che si preparano al loro lavoro? Che cosa troveranno e quali strade potranno realisticamente intraprendere?

BRUNO SCALZERI- Secondo me si tratta di preparazione: è chiaro che l'amministratore non nasce così; i nostri tempi erano diversi, io da povero ho avuto la forza di uno che si è condizionato per competere e trovare soluzioni dappertutto. Manca questa capacità di trovare stimoli? Non lo so. Quel che so è che le risorse personali sono indispensabili perchè serve una capacità forte di analizzare i problemi e affrontarli. Tutti dobbiamo sapere di non sapere e non limitarci invece a prendere atto delle difficoltà. Prima di tutto bisogna tenere le famiglie nel loro paese e fare in modo che i servizi indispensabili facciano da contrappunto alla famiglia.

UGO CERVO- Se non c'è una politica seria che aiuti l'amministratore a formarsi e a formare a sua volta altre generazioni credo sarà ben difficile arrivare alla soluzione di questi problemi.

LORENZO MENEGHINI- E non dimentichiamo la scuola, perchè la scuola è estremamente importante. Anche la scuola è servizio.

 

nr. 12 anno XIX del 29 marzo 2014

 

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