NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Per fortuna che nei week end ci sono gli alpini

di Gianni Celi

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alpini al sacrario del Grappa

Certo questa disponibilità della presidenza nazionale e locale dell’ANA è un fatto importante perché si rischiava, altrimenti, di lasciare sguarnito uno dei più importanti Sacrari d’Italia proprio nelle giornate di maggior richiamo, ma si fa sempre più sentire l’urgenza di fare qualcosa per sistemare quest’opera al fine di renderla sempre più fruibile ai visitatori. A tal riguardo è stata presentata un’interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai ministri della difesa e dell’economia e finanze, da parte delle senatrici leghiste Raffaela Bellot (bellunese) e Erika Stefani (vicentina). Ecco il testo che riguarda il monte Grappa: “Premesso che: nel 2014 hanno avuto inizio, in tutti i Paesi coinvolti, le celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale alle quali anche l'Italia ha deciso di aderire..... si pone come obiettivo quello di giungere al termine del periodo di commemorazioni, fissato per il 2018, a dar vita ad un percorso storico, culturale, didattico, di memoria, soprattutto per le future generazioni, attraverso interventi sul territorio che prevedano il restauro e la valorizzazione dei siti teatro del conflitto, dei luoghi della memoria, del patrimonio documentale, della rete museale e del sistema espositivo”.

“Al fine di coordinare la pianificazione, la preparazione e l'organizzazione degli eventi connessi alla realizzazione di tale percorso di memoria comune – continua la nota - il 6 giugno 2013 è stato istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il comitato interministeriale per il centenario della prima guerra mondiale. È evidente il forte ritardo strategico, organizzativo e finanziario con il quale l'Italia, a causa della mancanza di fondi, si sarebbe presentata all'incontro interministeriale europeo tenutosi a Parigi nei successivi 17 e 18 ottobre, a fronte invece di consistenti stanziamenti da parte degli altri Paesi europei; le procedure per giungere in tempo all'appuntamento con le celebrazioni vanno avviate con immediatezza”.

alpini al sacrario del Grappa (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ed ecco la parte riguardante il Sacro monte: “È necessario un intervento urgente di restauro dell'importante storica galleria Vittorio Emanuele III sul monte Grappa e di recupero e messa in sicurezza dei suoi complessivi cinque chilometri circa e degli otto cannoni situati all'interno della stessa. Attualmente la galleria è accessibile per il solo venti per cento, il restante è in una situazione di criticità, con il rischio della definitiva scomparsa di un'opera che è risultata fondamentale e strategica per l'affermazione della vittoria del conflitto mondiale. Nel sacrario militare di cima del Grappa riposano i resti di 22.910 soldati ed il progetto prevede anche l'impiego di strumenti interattivi e multimediali, con punti di osservazione attrezzati per la ricostruzione fedele della vita in trincea, a supporto di una fruizione turistico-culturale. Il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, codice dell'ordinamento militare, all'art. 254 recita: "Le zone monumentali di cui alla presente sezione sono poste sotto l'alta sorveglianza del Ministero della difesa - Commissariato generale per le onoranze ai Caduti, che provvede alla loro delimitazione, custodia e conservazione, alla intangibilità dei monumenti e delle opere di guerra in esse esistenti e alla manutenzione delle strade d'accesso", e quindi tali opere non sono di competenza degli enti locali interessati. Al rifugio Bassano venerdì 2 luglio 2010 a cima Grappa, alla presenza del Sottosegretario di Stato per la Difesa, Giuseppe Cossiga, il vice presidente della Regione Veneto, Marino Zorzato, il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, gli assessori provinciali di Treviso Marzio Favero, di Belluno Daniela Templari, di Venezia Raffaele Speranzon, di Vicenza Martino Bonotto, l'assessore comunale di Belluno Gamba e molti sindaci, di comune accordo, hanno sottoscritto un protocollo di valorizzazione della cima, stabilendo una serie di migliorie atte anche a sostenere una richiesta di iscrizione del monte Grappa nell'elenco del patrimonio dell'umanità Unesco. Esistono poi, nei pressi del sacrario del monte Grappa, i fatiscenti resti di una ex base radar missilistica della Nato che ospitava un centro per la sorveglianza delle telecomunicazioni nel periodo della guerra fredda. Ora la struttura è in uno stato avanzato di degrado, per nulla in sintonia con l'ambiente storico che lo circonda e sicuramente inadatto ad accogliere i futuri turisti durante la ricorrenza del centenario, specie quelli stranieri”.

Le due senatrici, a fronte di queste considerazioni, hanno chiesto al presidente del Consiglio dei ministri di sapere “quali iniziative urgenti il Governo intenda intraprendere per il restauro della galleria Vittorio Emanuele III; se non ritenga opportuno visitare personalmente il sito per rendersi conto di quale sia lo stato di degrado del sacrario militare di cima Grappa; se intenda prevedere uno stanziamento annuale, e di quale entità, per garantire un minimo di manutenzione per il sacrario; quando avverrà la bonifica della struttura ex base radar missilistica della Nato, come già avvenuta alcuni anni fa, di "Forcelletto", sempre sul Grappa; se esista la volontà, come già richiesto dalle realtà locali, di iscrivere cima Grappa nell'elenco del patrimonio dell'umanità come simbolo della pace in Europa; se non ritenga indispensabile prevedere lo stanziamento dei fondi necessari a portare avanti e realizzare i progetti e le manifestazioni per il centenario della Grande guerra, che consentiranno di prendere spunto da avvenimenti lontani per recuperare la memoria, riappropriarsi di un'identità di popolo contestualizzandola in una visione europea, incidere sullo sviluppo del turismo storico-culturale nelle regioni maggiormente coinvolte e contribuire così al formarsi di una sensibilità e di una consapevolezza nell'ottica di una profonda funzione educativa, soprattutto per le generazioni più giovani”.

Un po’ di storia, in pillole, su questo imponente Sacrario merita alcune righe. Dopo la fine della guerra, già nel 1918 si pensò di riunire sulla cima di quello che fu un importante baluardo contro l’avanzata dell’esercito austroungarico, i resti di tutti i caduti sparsi nei vari cimiteri del fronte dell’intero massiccio. Il Comitato nazionale pro cimitero monumentale del Grappa fa partire i lavori a metà degli anni venti ed inaugura un cimitero ipogeo nel 1928. L’opera sotto terra non piace però e, nel 1932 è lo stesso Mussolini ad intervenire affidando al generale Ugo Cei, commissario generale straordinario per la sistemazione di tutti i cimiteri di guerra nel regno e all’estero, il compito di realizzare una struttura degna del sacro sito. Cei chiama a raccolta lo scultore Giannino Castiglioni e l’architetto Giovanni Greppi (i due saranno protagonisti anche dei sacrari di Redipuglia e di Bezzecca) e, nel settembre del 1935, il Sacrario viene solennemente inaugurato alla presenza del re Vittorio Emanuele III, del condottiero dell’Armata del Grappa, gen. Gaetano Giardino, di tante autorità civili e militari e di una enorme folla. “Maestà – spiegherà il gen. Cei al sovrano – portato a termine secondo gli ordini del Capo del Governo in due sole stagioni lavorative, ossia in meno di otto mesi di lavoro effettivo, si consacra oggi questo grandioso monumento di riconoscenza, di fede, di eroismo”

“Per causa di forza maggiore – dirà ancora al re il gen. Cei ricordando l’abbandono del cimitero ipogeo – l’intero cimitero doveva essere completamente rifatto. Il lavoro è stato enorme: si doveva provvedere l’acqua che sul Grappa manca assolutamente; si sbarcarono sul posto 42 mila metri cubi di roccia; si trasportarono ottomila metri cubi di pietra dalle cave di Solagna e Schievenin, lontane rispettivamente quindici e settanta chilometri perché la pietra della cima non era adatta. La grandiosa opera è frutto dell’ingegno e della passione dei valentissimi artisti milanesi, scultore Castiglioni ed architetto Greppi; la celerità è dovuta all’assuntore dei lavori cav. Marchioro di Vicenza e agli operai tutti che lavorarono disciplinatamente e con lena senza badare a fatiche o disagi”.

Dopo quasi ottant’anni l’imponente sacrario abbisogna di una manutenzione scrupolosa, sia del cimitero italiano che di quello austroungarico, nonché della Via eroica perché la memoria del sacrificio di tante giovani vite non debba mai spegnersi.

 

nr. 32 anno XIX del 20 settembre 2014

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