NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Anche i nostri fiumi hanno il loro lato buono

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Anche i nostri fiumi hanno il loro lato buono

VENTI ETTARI PER LA SOLUZIONE- Non è una gran porzione di territorio se si considera che si tratta di una ventina di ettari. Se il bacino di Costabissara fosse l’unico sulla carta della rete anti alluvioni è chiaro che non servirebbe granché, sarebbe un puntino e non altro nel contesto di una fetta di provincia che dalla zona della pedemontana, a sud di Schio Thiene Piovene e Arsiero, scarica verso il capoluogo nelle fasi di grandi piogge una quantità incredibilmente abbondante di acqua. Ma il bacino dell’Orolo si metterà al fianco e dentro quella rete di situazioni analoghe che si stanno realizzando proprio a nord di Vicenza, tra Sandrigo, Caldogno e Costabissara, e poi a ovest della città, a Montebello e a Trissino. La rete insomma serve a tenere sotto controllo un afflusso di acque periodicamente in sovrappiù che attualmente è controllabile soltanto in teoria, perché è soltanto arginabile in stato di emergenza, nel senso che si interviene a curare più che a prevenire, mentre è di prevenzione che il territorio ha assoluta necessità. Gianni Maria Forte è stato ed è uno dei sostenitori di questa opera e per questa si è speso quando era sindaco continuando a farlo ora che è vicesindaco. Dice che l’emergenza creata dall’Orolo, quando piove molto, fa molta paura per quel livello del letto sopra la campagna e quindi il pericolo costante che sia il paese ad andare sotto appena si verifica il minimo cedimento da parte degli argini: “Siamo circa a mezzo secolo dal momento in cui si è cominciato a tentare qualcosa contro le alluvioni. L’Oriolo diventa cattivo e aggressivo, può creare come ha già creato molte volte situazioni di grande pericolo anche per le persone oltre che per il territorio e gli insediamenti produttivi. Ma la sua storia va anche molto più in là se si pensa che alla rotatoria di Motta sono ben visibili i segnali lasciati dai nostri vecchi per marcare il livello di alluvioni che risalgono agli anni 30. Ora ci dobbiamo preoccupare molto seriamente di realizzare questo bacino perché deve essere la soluzione al problema. Tra l’altro da qualche decennio abbiamo anche il problema delle nutrie che contribuiscono a indebolire gli argini. Pensiamo solo che quando l’Orolo si gonfia seriamente scorre lungo un alveo che al minimo è mezzo metro al di sopra del piano delle case. Chiaro che una volta realizzato questo bacino di venti ettari ci deve essere anche un programma per fare manutenzione. Il bacino di raccolta deve funzionare nei momenti di pericolo di esondazione, ma quando l’acqua può essere fatta defluire verso sud resta vuoto ed occorre tenerlo in uno stato perfetto di manutenzione”.

Anche i nostri fiumi hanno il loro lato buono (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)UN BACINO A MONTE SERVIREBBE- Di manutenzione parla anche il sindaco di Caldogno Marcello Vezzaro che pur non essendo coinvolto nel territorio di Costabissara guarda con interesse a questa realizzazione perché alla fine servirà ad equilibrare quella rete che coprirà una vasta fetta di territorio a nord e a ovest di Vicenza: “Indispensabile un programma di manutenzione attenta e continua per queste opere perché il rischio è quello di ritrovarsi in una condizione assolutamente inadeguata quando l’acqua non c’è e il bacino non svolge le sue funzioni di raccolta di emergenza. Qui a Caldogno stiamo lavorando per il completamento del primo stralcio del nostro bacino. I preliminari per noi sono stati quelli di operare a bonificare il terreno e preparare al meglio l’insediamento, portando tra l’altro l’acqua dove non c’era. Il che vuol dire a lavori finiti mettere a disposizione delle colture tutte quelle aree che al di fuori dell’emergenza-alluvione non sono toccate e quindi possono essere utilizzate, ivi compresi gli argini che vanno particolarmente curati. Con il progresso che la scienza idraulica ha raggiunto ed i mezzi meccanici che si posso utilizzare non vedo quale sia il problema. Certo che bisogna mettersi d’accordo con gli agricoltori, ma l’obiettivo è sempre raggiungibile perché si parla di un tema che interessa la collettività e la buona gestione del territorio oltre che la sicurezza delle persone. Al termine dei lavori avremo a disposizione un bacino consistente che svolgerà il suo compito in modo completo e credo anche che quando tutta la rete ora in progettazione o realizzazione il problema delle esondazioni diventerà un problema del passato, questo almeno spero. Sono anche convinto di un’altra cosa: se lungo la linea della pedemontana si lavorasse nello stesso modo per creare un bacino di difesa il problema davvero non esisterebbe più. Penso a quella diga di Meda che potrebbe essere il luogo adatto per arrivare a sfruttare tra l’altro un insediamento già esistente con interventi non molto costosi perché lì non si partirebbe da zero; parlo di Meda ma naturalmente ci possono essere altre soluzioni. Certo è che il carico di acqua proveniente dalla linea Thiene/Schio e quindi ci metto anche Piovene, Arsiero e la Valdastico, e poi la Valle di Posina, rappresenta comunque un pericolo potenziale di fronte al quale sarebbe bene trovare un rimedio. Il rimedio migliore sarebbe appunto un altro bacino in grado di alleggerire la pressione verso sud e la presenza di questa nostra rete che sta nascendo farebbe il resto”.

Anche i nostri fiumi hanno il loro lato buono (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)QUALCHE PERPLESSITÀ A ISOLA- Il bacino di Costabissara non è contestato da nessuno in particolare ma qualche voce che esprime perplessità c’è e punta soprattutto sul fatto che esistono reperti storici ed archeologici che interessano proprio dall’interno l’alveo dell’Orolo: “Sull’argine sinistro ci sono resti che risalgono all’impero romano- dice il sindaco di Isola Vicentina Francesco Enrico Gonzo che si dimostra preoccupato anche per l’impatto connesso alla nuova opera- Sono un po’ preoccupato per quel che può comportare il bacino nei confronti del territorio, dal punto di vista naturalistico e ambientale. Il nostro Comune è a nord e non ha connessioni di nessun tipo con il bacino però è chiaro che con Castelnovo confiniamo appunto con Costabissara e non si può pensare che un confine segni anche il limite dell’interessamento di un territorio per l’altro o viceversa. Non discuto affatto sulla efficacia di queste opere e sulla loro necessità, ma debbo dire che mi piacerebbe capire un po’ meglio tutto nella sua globalità. Si sapeva che la Regione stava lavorandoci, però c’è stata questa accelerazione improvvisa e molto importante della quale non sapevamo assolutamente niente. È un percorso che si è velocizzato come mai prima quando è stata decisa la riunione di Costabissara con il Comune, la Regione, i tecnici ed il Genio Civile. In qualche modo ci ha preso alla sprovvista anche perché noi stiamo portando avanti un progetto come il Piano Clima per il quale abbiamo la collaborazione del prof. Rusconi dello IUAV di Venezia e che traccia un certo disegno del territorio e delle necessità insite nello studio dei vari modi di intervento nella varie zone di nostra competenza. In tutti i modi, a parte quest’ultimo tema, credo che sarebbe bene pensare oltre alla rete di bacini anti alluvione delle nostre parti anche ad un insediamento nella fascia nord della provincia. Sappiamo tutti che dalle vallate Astico e Posina le acque dei fiumi in piena arrivano nei nostri territori senza praticamente trovare alcun freno, nessuna opposizione. Se si pensasse anche a questo aspetto della questione credo che davvero si potrebbe parlare alla fine di una grande opera risolutiva per tutti”.

 

nr. 35 anno XX del 3 ottobre 2015



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