NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Vezzaro "saluta" Caldogno, eredità difficile

di C.R.

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Vezzaro "saluta" Caldogno, eredità difficile

Marcello Vezzaro, sindaco di Caldogno: «A chi prenderà il mio posto auguro di non vivere i momenti tragici dell'alluvione e di avere maggiori capacità di spesa»

Buongiorno sindaco Vezzaro, qual è il bilancio dell'amministrazione da lei guidata in questi due mandati elettorali?

«Devo dire che sono stati dieci anni intensi, pieni di impegno e nella costante ricerca di dare risposte concrete ai cittadini: sempre innovativi e proseguiti con entusiasmo, dal primo ad ultimo giorno. Magari sarò di parte, ma a mio avviso c’è stata un’oculata gestione ricca di interventi e di idee buone. La gestione di questi dieci anni è stata caratterizzata da alcune situazioni extragestione, che hanno fortificato l'esperienza di sindaco, al punto che sono stato messo alla prova nella capacità di gestire le emergenze e i rapporti con gli altri enti locali ed enti superiori».

Possiamo immaginare si riferisca all'alluvione del novembre 2010 ...

Vezzaro "saluta" Caldogno, eredità difficile (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«In primis sì, ma non solo quella. Anche la seconda alluvione, quella del 2012, non è stata facile da superare, così come la gestione della base ex Dal Molin, il “Bomba Day” e trovare l'accordo per la viabilità del futuro della città con la tangenziale nord. Difficilmente nei mandati di un sindaco si concentrano così tanti eventi "esterni" e di portata complessa. Credo siano stati superati con equilibrio, con sensibilità, capacità di fare gruppo e di dare risposte concrete e realistiche ai cittadini. Grazie alla nostra azione la base è stata spostata nella zona dell'ex Aeronautica italiana, senza l'aiuto di Vicenza che in quel periodo era solo preoccupata di dire sì al Governo italiano e americano, dimenticando le esigenze dei cittadini e soprattutto le conseguenze di una base militare costruita in città e non in periferie lontane e isolate. Dopo l'alluvione abbiamo ripristinato i danni subiti in breve tempo, dato risposte e aiuto ai cittadini colpiti, come era doveroso, e soprattutto contribuito agli ingenti investimenti fatti negli anni successivi per la sicurezza idraulica, sensibilizzando gli enti tutti, le persone. Ma soprattutto mettendo a disposizione, grazie ai proprietari e alla Coldiretti, 1 milione di mq di terreno per realizzare, mi riferisco al bacino di laminazione, una delle più grandi opere di mitigazione del Veneto».

Quali sono le opere realizzate di cui va più orgoglioso?

«Le opere di cui vado orgoglioso sono abbastanza, se devo essere sincero. Tra le principali quello avere iniziato la sistemazione del centro storico, all'interno di un'idea complessiva che spero venga seguita dalle future amministrazioni, perchè solo valorizzando il territorio e cultura possiamo fare comunità e creare ricchezza ed opportunità. Poi la realizzazione, come dicevo prima, del bacino invaso, un'opera contrastata e bloccata, ma necessaria da più di 50 anni. Nessuno era mai riuscito a realizzarla soprattutto per la contrarietà dei proprietari: invece con tanto lavoro e la fondamentale collaborazione con le associazioni di categoria e la Regione abbiamo realizzato un'opera unica».

Altri interventi di cui va fiero quali sono?

«Alcune opere rilevanti sono davanti agli occhi di tutti, ma altrettanto importanti sono i servizi attivati a favore della persona, che magari si danno per scontati, ma che sono frutto di scelte politiche e che distinguono un'amministrazione da un'altra. Mi riferisco, per quanto mi riguarda, al sostegno per creare i progetti di scuola aperta e i tanti servizi attivati e collegati al mondo della scuola. E poi l'attenzione alla cultura attraverso una rete fitta e utile di collaborazione con le associazioni del territorio, attraverso un uso intelligente e costante della nostra villa palladiana, il cui recupero verrà inaugurato ad aprile, e il completamento del sito con il recupero del bunker della Seconda Guerra Mondiale destinato a mostre d'arte. E poi l'attenzione al sociale, con il sostegno alle famiglie, i percorsi di inserimento nel mondo del lavoro, l'attenzione alla fascia del terza e quarta età anche con università per adulti e anziani, il sostegno alle associazioni sportive, culminata con la creazione ed inaugurazione della cittadella dello sport, punto di riferimento per i nostri giovani. Ma anche l'attenzione ambientale con la creazione di una ventina di aree verdi all'interno del tessuto cittadino, gestite da comitati di quartiere che collaborano con al amministrazione e controllano il territorio. E poi tanti sono gli interventi fatti sul territorio tutto, in particolare marciapiedi e strade, ma anche recuperi importanti».

Anche per colpa del patto di stabilità quali sono le opere che invece non è riuscito a fare?

«Il palazzetto all'interno della cittadella del sport e la sistemazione e la sistemazione dell'ex Municipio di via Dante per dare una sede alle tante associazioni del territorio e soprattutto agli anziani come centro aggregativo. Ma anche non avere sistemato l'ultimo piano dell'asilo nido di Capovilla e non aver completato il marciapiedi in via Giaroni e Via Ca' Alta: con più di sei milioni, presenti in cassa di avanzo, avremmo fatto senza problemi queste opere assieme ad una maggiore sistemazione dei marciapiedi esistenti».

 

Qual è la situazione dell’iter per la costruzione del centro equestre internazionale?

«A buon punto. Siamo infatti oramai alla firma del Presidente della Regione per l'autorizzazione finale, così da dare la possibilità al promotore di iniziare i lavori: si tratta una opera bellissima che darà uno sprint al nostro comune, in termini di sviluppo sportivo, turistico, ambientale, commerciale ed enogastronomico. Una opera unica in Italia, volano di tante opportunità, ben accolta da tutte le associazioni di categoria produttive e commerciali, e che potrebbe portare una chance per avere nel 2024 le Olimpiadi a Caldogno per questa specialità: un progetto per il quale abbiamo lavorato quasi 8 anni e che per la burocrazia, i comitati contrari, pochi per la verità, ha dovuto attendere così tanto tempo. Spero che il prossimo sindaco di Caldogno inauguri quest'opera che sarà che sarà uno dei gioielli in Veneto e in Italia».

Che consiglio dà al futuro sindaco di Caldogno e si augura che il nuovo eletto possa portare avanti il suo lavoro?

«Innanzitutto auguro al prossimo sindaco di non dover affrontare momenti tragici come l'alluvione, funestati anche da una vittima, e di poter aver maggiori capacità di spesa per le opere pubbliche. Inoltre di non perdere la saggezza nel sostenere il tessuto sociale, culturale, sportivo ed educativo che in tanti anni abbiamo creato. Ma anche di non perdere di vista che un sindaco deve essere con la gente e parlare: essere un riferimento è saper rispondere anche alle piccole esigenze. Infine di avere una forte sensibilità ambientale per migliorare sempre al cura del territorio e la manutenzione ordinaria. Spero sia un sindaco che non getti al vento il lavoro fatto perché magari la pensava diversamente perché all'opposizione. Da parte mia sosterrò il mio attuale vicesindaco Nicola Ferronato».

Come sono stati in questo decennio i rapporti con il capoluogo berico e cosa dovrà chiedere Caldogno a Vicenza per i prossimi anni?

«I rapporti di Vicenza sono stati e sono buoni, chiedo che i temi importanti siano trattati con pari dignità e attenzione. Vorrei un capoluogo con più ruolo guida, nelle tematiche del trasporto pubblico, dei temi sul lavoro e socio-sanitari e della viabilità: in tal senso il comune capoluogo dovrebbe ragionare come se i comuni contermini fossero partner, o meglio fossero frazioni nel comune. Vicenza è piccola e una "periferia" come Caldogno è praticamente l'estensione della città. Alcuni servizi dovrebbero essere condivisi, per esempio lo sportello unico delle imprese, i certificati di anagrafe, il controllo e la sicurezza del territorio, la pulizia strade e la piccola manutenzione, i regolamenti edilizi, raccolta di rifiuti, in pratica una maggiore armonizzazione e condivisione dei servizi».

Il presidente della delegazione Confcommercio di Caldogno (Franco Zenere, ndr.) si dice preoccupato per la possibile nascita di nuovi centri commerciali o grandi supermercati. Esiste in effetti questo rischio nel vostro comune?

Vezzaro "saluta" Caldogno, eredità difficile (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Mi piace sottolineare che gli attuali ottimi rapporti sono legati anche al fatto che i nostri piani urbanistici prevedono che il territorio rimanga per il 70% verde agricolo o parco. All'oggi non sono previsti insediamenti alimentari di media e grande struttura, anche se sono previsti purtroppo a Motta di Costabissara con la prossima apertura del "Tosano". Lo sviluppo commerciale è previsto solo in aree già con destinazione commerciale industriale ed artigianale autorizzate da decenni, ma in queste non intendiamo autorizzare sviluppo alimentare, ma di genere diverso, sempre se ci sarà chi investe. Abbiamo pensato ad uno sviluppo intelligente che insieme al centro equestre e alla nostra villa palladiana, possa portare occasioni nuove e continue di turismo, di interesse per organizzare ogni domenica fiere, mostre commerciali, eventi commerciali e culturali, che portino opportunità per i negozi di quartiere».

Il delegato comunale Confartigianato a Caldogno (Tullio Bertoldo, ndr.) ritiene che Caldogno potrà essere migliorata con un potenziamento e miglioramento della viabilità e con una maggiore sicurezza per cittadini e artigiani. Condivide anche lei questi due grandi obiettivi?

«Anche qui lasciatemi fare questa premessa: agli artigiani vorrei poter diminuire l'Imu. Non essere obbligato a riconoscere una quota fissa allo Stato mi consentirebbe di liberare risorse per investire nella produzione e lavoro. Nel contempo vorrei sensibilizzare gli istituti bancari perché diventino sostegno e partner di questi tanti artigiani e quindi valutino con loro le idee, le innovazioni, e siano vicini con il sostegno con erogazione di credito. Che non siano solo analizzatori di numeri, ma anche siano capaci di essere partner preparati e a sostegno della piccola impresa. Questo perché noi la piccola impresa in generale, la stiamo perdendo e così rompendo quel tessuto sociale che ci rendeva forti e in crescita continua. Sul tema sicurezza la presenza della polizia locale e la forte collaborazione con le altre forze dell'ordine, tra cui i carabinieri, la nuova tenenza di Dueville e gli investimenti sul controllo del territorio, ci aiuteranno a dare maggiore sicurezza e tranquillità a tutti: fondamentale è la collaborazione e le segnalazioni dei cittadini di tanti casi o di cittadini sospetti. Per quanto riguarda la viabilità sono d'accordo, va migliorata: prima di tutto con la realizzazione delle grandi opere sovracomunali, a partire dalla tangenziale nord. Ma va migliorata anche la mobilità lenta, le piste ciclabili in particolare. Il centro equestre nel nostro caso, porterà la realizzazione di importanti piste ciclabili per dare sicurezza soprattutto ai ragazzi: si devono favorire queste forme di investimento ed accelerare gli iter burocratici per quelle grandi opere già previste e che da anni se ne parla. Una su tutte la rotatoria all'incrocio del Botteghino a Motta, oramai anacronistico e punto debolissimo della viabilità e punto di continui incidenti. Qui la Regione deve dare risposte concrete e veloci, e lottare perché lo Stato ci liberi dai lacci burocratici e dei piccoli comitati di protesta che rallentano o bloccano opere ritenute e dichiarate necessarie e di interesse sovracomunale».

 

nr. 07 anno XXI del 27 febbraio 2016

 



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