NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Bioetica: una scienza giovane poco conosciuta

di Italo Francesco Baldo

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Bioetica: una scienza giovane poco conosciuta

Introduzione

La riflessione intorno alla bioetica richiede una conoscenza della stessa, dei suoi oggetti di studio e delle soluzioni che essa propone. Ciò però va anche riguardato alla luce della realtà complessa dell’uomo come persona-individua e quindi in connessione con tutto quanto costituisce la realtà umana. Non si può, infatti, ridurre la complessità della vita umana ai soli aspetti biologici e dell’interconnessione di questi con la varietà delle prospettive etiche, che spesso altro non solo che volontà psicologica individuale eretta a determinazione della vita ed esibita come soluzione senza opportuno confronto. Negli ultimi anni si è notato, purtroppo, che l’etica, che pure coinvolge direttamente le azioni dell’uomo, è spesso considerata come la soluzione che un singolo fornisce ai suoi problemi, facendo nascere la prospettiva che la volontà di ciascuno sia in ogni caso l’autentica libertà. Certo i temi sono delicatissimi e implicano la realtà vitale delle persone, ma proprio per questo un approfondimento non casuale, non dettato dalle situazioni e dalle circostanze, magari di emergenza e di difficoltà, si rende quanto mai necessario ed opportuno. Il sentirsi “parte” di una ricerca è importante ed essa coinvolge non solamente gli specialisti dei vari settori, ma anche ciascuno di noi. Non a caso si parla nella ricerca di significato dell’uomo di un primato dell’etica, perché ogni uomo è direttamente coinvolto nelle azioni che compie e nella ricerca di un senso di quello che compie. L’etica, riflettendo sui contenuti, sulle scoperte, le applicazioni che le scienze individuano nei vari settori, è chiamata a indicare quale sia la via del bene delle azioni stesse. Non a caso Rita Levi Montalcini sosteneva che non tutte le scoperte scientifiche possono essere comunque utilizzate. Il rischio di applicare l’equazione nuovo=valido rischia anche di produrre danni, come quella che viene esibita, di fronte alla sofferenza la soluzione è quella di eliminarla nel modo più radicale e veloce. Simili tentazioni hanno già avuto i loro fautori, cioè coloro che scrissero a favore dell’eugenetica e che raggiunsero in Germania posizioni di potere e che sulla base delle loro idee non hanno certo indicato la via del bene all’uomo.

In questa direzione, crediamo opportuno fornire alcune indicazioni di conoscenza dei temi e delle prospettive della BIOETICA.

 

Bioetica

 

Storia

In realtà a questa scienza si giunse dopo un difficile percorso, segnato anche dalla reazione (cfr. Il Codice di Norimberga del 1945/46) delle coscienze etiche e scientifiche alle atrocità ed alle rovine della II guerra mondiale ed alle gravi offese che il nazionalsocialismo e non solo avevano inflitto alla dignità umana nel corso del conflitto, direttamente collegate agli eventi bellici o in relazione alle idee politiche intorno al razzismo, all’eugenetica, alla diversità anche di pensiero, in genere. L'integrità psico-fisica dell'essere umano era stata più volte sacrificata in nome di interessi militari o politici o, anche, col pretesto di ricerche pseudoscientifiche, il senso morale ed il diritto naturale erano stati più volte oscurati. Le ricerche di alcuni “scienziati” sulla malaria, sulla genetica dei gemelli o dei non vedenti non sono che l’esempio di questa prassi, accompagnata anche dal mito di una “razza pura e superiore”.

Era sorto, quindi, in seno alla società dei ricercatori e in quella civile, in diretto rapporto con un forte movimento di opinione in difesa del valore della persona e dei suoi diritti (cfr. Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo dell’ONU il 10 dicembre 1948), un indirizzo culturale-filosofico caratterizzato anche da una notevole componente religiosa, che tra il 50 ed il 70, andò assumendo una crescente fisionomia accademica e scientifica, per il convergere naturale dei contributi di studiosi di varie discipline; apporti rivelatisi, poi, indispensabili in considerazione della vastità e complessità della tematica. Con l’aumento delle ricerche e della loro complessità nella biologia e nel campo della medicina e con la prospettiva che vi sia la possibilità di intervenire nei processi di costituzione della vita anche umana e dell'ambiente naturale con effetti non certo sempre e comunque positivi, (cfr., ad esempio, l’uso della bomba atomica) erano emersi problemi, dubbi e perplessità di indiscutibile significato etico. Questi coinvolgevano non solo gli ambiti della religione, in particolare quella cristiana nelle sue varie confessioni, ma anche quelli della filosofia e delle sue ricerche in campo etico, in particolare se quanto si prospettava come possibile potesse o no essere applicato. Ma l’ambito degli studiosi di vario genere non poteva però risolvere da solo il problema, dato che esso coinvolge non solo la ricerca scientifica o filosofia, ma la vita delle persone stesse e ciò indipendentemente dalla competenza in campo scientifico o filosofico - etico. Si tratta dell’esistenza che ogni uomo vive in prima persona e che richiede proprio a ciascuno analisi, scelte e decisioni che possono avere anche la più grave valenza. In che modo la scienza e l’etica potessero fornire un valido contributo proprio alla vita di ogni persona, è l’elemento determinante della bioetica. Si avvertiva e si avverte la necessità di delineare, comprendere tutti gli aspetti problematici del rapporto scienza- etica e vita e quale legittimità potessero avere le azioni dell’uomo. Ciò non solo dal punto di vista strettamente etico, ma anche giuridico, perché l’uso delle scoperte scientifiche non fosse lasciato al puro arbitrio di coloro che le avevano compiute o che ne detenessero la possibilità di applicazione. Il campo biomedico apparve immediatamente come il settore più complesso per verificare la possibilità di applicazione delle scoperte scientifiche e della responsabilità di applicazione stessa.

Si deve ad una serie di studiosi il primo approccio a questa scienza, tra essi ricordiamo: Fletcher, Joseph Francis, Morals and medicine, London, 1955 una riflessione etica dei problemi della vita e della scienza impostata sui diritti umani e Rachel Carson, Primavera silenziosa Novara (Silent spring, Drawings by Lois and Louis Darling Boston: Houghton Mifflin CÊ, 1962): Mondadori-De Agostini, 1995, sugli effetti negativi derivanti dall'uso squilibrato di tecnologie e di interventi sull'ambiente e D. Callahan, filosofo cattolico di Harward fonda, a New York, con altri, "The Hastings Center" "Istituto per la Società, l'Etica e le Scienze della Vita". Sarà però Van Resselear Potter con, Bioethics: Bridge to the Future, Prentice-Hall, 1971, a proporre il termine Bioetica a livello mondiale.

Bioetica: una scienza giovane poco conosciuta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nel contempo si è rafforzata la convinzione che la centralità in questo ambito dovesse essere quella della persona e dei suoi doveri-valori morali, che non sono solo un patrimonio individuale, ma dell’intera società, quand’anche dell’intera umanità, allorché si afferma una morale naturale. Nacquero così verso la metà degli anni Ottanta del Novecento i primi Comitati di bioetica e Centri di studio, tra questi ricordiamo, in Italia, quello dell’Università Cattolica di Roma con una specifica cattedra di Bioetica, quello di Vicenza aggregato all’Ordine dei Medici, che ha prodotto una Carta di Vicenza su questi temi e molti altri. Tra i primi studiosi ricordiamo E. Sgreccia con il suo Bioetica. Manuale per medici e biologi, Milano, Vita e Pensiero, 1986. Si veniva riaffermando l’importanza dell’etica, essa non si riduceva a quanto un singolo stabilisce essere la regola/e del suo agire, ma ci si allargava al contesto più ampio della società e dell’umanità e del rapporto di ogni persona con un mondo più vasto del proprio. Si trattava di riapprofondire i temi classici dell’etica, ossia il bene e il male, la libertà, la fondazione del diritto connettendoli a quanto di possibilità d’intervento indicavano le scienze o a quali prospettive dovessero essere direttive per la vita dell’uomo. Inoltre si trattava e si tratta di approfondire il nesso libertà della persona e dimensione etica e giuridica, alla luce di quale fondamento? Facile sembrò e sembra la soluzione che ognuno provvede per sé, ma ben presto si è colto il fatto che non sempre è possibile che una persona provveda per sé sola e quindi l’implicazione etica e giuridica doveva essere ben riflessa e risolta. E’ quindi la ricerca intorno alla natura della libertà che costituisce il nesso fondamentale del dibattito bioetico.

 

Definizioni

Vi sono diverse definizioni del termine bioetica, ne indichiamo qui le più diffuse, togliendole dal sito: http://www.lions-pomigliano.it/Bioetica/Significato.htm

La molteplicità delle definizioni dà la misura dell’incertezza di base sul contenuto di tale disciplina e sui suoi campi di applicazione.

Se ne riportano qui solo alcune:

  • Nuovo ramo del sapere capace di servirsi delle scienze della vita per migliorare la qualità della vita.

  • Filosofia morale della ricerca e della prassi biomedica.

  • Studio dei problemi morali e sociali legati alla ricerca scientifica in campo biomedico.

  • Studio sistematico della condotta umana nell'area delle scienze della vita e della cura della salute, quando tale condotta viene esaminata alla luce dei principi morali.

  • Ramo dello scibile umano che studia i rapporti tra morale, scienza e diritto.

Appare evidente come la prospettiva sia complessa e richieda molta prudenza ed attenzione, dato che non si tratta di “oggetti”, ma di persone e delle relazioni che intercorrono tra loro. Esse sono di vario genere, familiari, affettive, sociali, etiche, giuridiche, religiose, ecc., ma ognuna e insieme determinano liberamente le azioni.

 

Le tappe e le fonti per l’analisi della Bioetica

Bioetica: una scienza giovane poco conosciuta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Alcune date che (assieme ad altre non meno importanti) segnano il progredire della comunità culturale e scientifica verso la Bioetica e l'affermarsi di questa come "nuovo ramo del sapere".

1945-46

Codice di Norimberga

1948

Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

1954

Fletcher ( protestante) "Morals and Medicine": riflessione etica dei problemi della vita e della scienza impostata sui diritti umani.

1955-56

Si fa più serrato il dibattito tra credenti e laici. Tra cattolici e protestanti (Flecther, Ramsey).

1961

Rachel Carson scrive "Primavera silenziosa", sugli effetti negativi derivanti dall'uso squilibrato di tecnologie e di interventi sull'ambiente.

1962-65

Concilio Ecumenico Vaticano II: Riflessione teologico-morale sui temi della vita, ad opera di una Commissione Pontificia. Negli anni a seguire numerosi ed incisivi contributi della cultura cattolica alla costruzione della Bioetica.

1969

Callahan ( filosofo cattolico di Harward) fonda, a New York, con altri, "The Hastings Center" "Istituto per la Società, l'Etica e le Scienze della Vita".

1970

Van Resselear Potter pubblica " Bioethics : Bridge to the future".

1971

Washington - Georgetown University: Fondazione del " Kennedy Institute for the Sytudy of Human Reproduction and Bioethics"

1975

ed anni seguenti: istituzione di "Comitati Etici".

1976

e fino ad oggi, con notevole continuità, si succedono risoluzioni e documenti vari del Consiglio d'Europa, reperibili negli Atti dell'Assemblea Parlamentare e del Comitato dei Ministri.

1978

Pubblicazione, a Washington, della "Encyclopedia of Bioethics" (1^edizione) testo di importanza fondamentale nel campo della Bioetica.

1982

Raccomandazione del Consiglio d'Europa in merito al diritto di ereditare caratteri genetici che non abbiano subito alcuna manipolazione.

1985-87

Nasce la prima "Cattedra Italiana di Bioetica" nella facoltà di Medicina dell'università cattolica di Roma.

Il dibattito, proposta Schwarzenberg approda per l’eutanasia al Parlamento Europeo.

1990

In Italia viene istituito il "Comitato Nazionale di Bioetica", organismo interdisciplinare le cui relazioni costituiscono un riferimento di eccezionale valore per l'attività legislativa.

1993

UNESCO: istituzione del "Comitato Internazionale di Bioetica".

1995

2^ edizione della "Encyclopedia of Bioethics".

1996

Viene costituito, in Campania, il "Centro InterUniversitario di Ricerca Bioetica" (C.I.R.B.) per iniziativa della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, Sezione S. Tommaso, dell'Università di Napoli Federico II e della II Università di Napoli

1998

Codice Deontologico del libero professionista con precisi riferimenti alla bioetica.

1999

Nuovo Codice di deontologia medica.

2000-2010

Carta dei diritti fondamentali dei Cittadini Europei. Sviluppo del dibattito in seno alla società con richiesta di leggi appropriate soprattutto per l’ambito dell’eutanasia, del testamento biologico e della fecondazione artificiale e dell’uso delle cellule staminali.

 

Nelle Aziende ospedaliere italiane funzionano i Comitati etici, ne diamo l’esempio per l’ULSS n.6 Vicenza

 

Presso l’ULSS n°6 Vicenza sono presenti:

 

- Il Comitato Etico per le Sperimentazioni Cliniche (CESC) della Provincia di Vicenza

esprime pareri relativamente a sperimentazioni con farmaci, dispositivi medici, tecniche chirurgiche, indagini diagnostiche, studi di tipo osservazionale/epidemiologico.

propone iniziative di formazione di operatori sanitari relativamente a temi in materia di bioetica.

Ha un regolamento approvato nella seduta del 24 febbraio 2014.

- Il Comitato Etico per la Pratica Clinica

 

I pazienti dell’ULSS n°6 Vicenza non fanno riferimento ad un preciso comitato etico, ma alla ADDIMA (Associazione per la Difesa dei Diritti del Malato). È un’ Associazione nata nel 1987 per tutelare i diritti dei cittadini nell'ambito dei servizi sanitari e assistenziali e per contribuire ad una più umana e razionale organizzazione del Servizio sanitario. L'Associazione è costituita da cittadini che si impegnano a titolo volontario. L'ADDIMA opera nel Comune di Vicenza ed in comuni limitrofi, senza peraltro circoscrivere il proprio intervento al territorio di detti Comuni ma proiettandosi sull'intero ambito provinciale e nazionale operando sia da sola che in collaborazione con altri organismi per il raggiungimento di obiettivi che rientrano tra le sue finalità.

 

Purtroppo il problemi non sono risolvibili sul piano giuridico se non vi è a loro fondamento una chiara e precisa prospettiva etica.

 

Campi di interesse della Bioetica sono: vita, salute, malattia, morte, ecologia.

Bioetica: una scienza giovane poco conosciuta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Pertanto oggetto della riflessione bioetica sono:

fecondazione assistita;

aborto;

questioni bioetiche relative all'inizio della vita;

trapianti d'organo;

eugenetica;

sperimentazione clinica;

questioni relative alla conservazione della vita umana;

genoma umano;

biotecnologie;

ingegneria genetica;

clonazione;

questioni relative alla manipolazione genetica;

eutanasia;

accanimento terapeutico;

cure palliative;

questioni bioetiche relative alla fine della vita;

in generale questioni che riguardano la vita sul pianeta e la salvaguardia del contesto ambientale in cui la vita stessa si svolge.

 

Documenti guida:

Pareri e relazioni del Comitato Nazionale di Bioetica (Il Comitato è stato istituito con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 28 marzo 1990).

 

Documenti del Centro Interuniversitario di ricerca bioetica (CIRB)

Convenzione europea di bioetica:

Art:1 (oggetto e finalità)

Le parti della presente Convenzione proteggono l'essere umano nella sua dignità e nella sua identità e garantiscono ad ogni persona, senza discriminazione, il rispetto della sua dignità e degli altri suoi diritti e libertà fondamentali, in considerazione della Biologia e della Medicina.

Art. 2 (priorità dell'essere umano)

L'interesse e il bene dell'essere umano debbono prevalere sul solo interesse della società e della scienza.

Art. 23 (dibattito pubblico)

Le parti vigilano affinché le questioni fondamentali poste dagli sviluppi della medicina e della biologia, facciano l'oggetto di un dibattito appropriato alla luce, in particolare, delle implicazioni mediche, sociali, economiche, etiche, giuridiche pertinenti, affinché le loro possibili applicazioni siano oggetto di dibattito.

Carta dei diritti fondamentali dei Cittadini Europei

Dignità:

  1. La dignità umana é inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.

  2. Ogni individuo ha diritto alla vita. Nessuno può essere condannato alla pena di morte, né giustiziato.

  3. Ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica. Nell'ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati:

    1. il consenso libero ed informato della persona interessata;

    2. il divieto delle pratiche eugenetiche, in particolare di quelle aventi come scopo la selezione delle persone;

    3. il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro;

    4. il divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani;

  1. Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti.

  2. Nessuno può essere tenuto in condizioni di schiavitù o di servitù.

  3. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio;

  4. È proibita la tratta degli esseri umani.

 

Codice di deontologia professionale (per tutte le professioni)

 

Temi base

“Campo primario e cruciale della lotta culturale tra l'assolutismo della tecnicità e la responsabilità morale dell'uomo è oggi quello della bioetica, in cui si gioca radicalmente la possibilità stessa di uno sviluppo umano integrale. Si tratta di un ambito delicatissimo e decisivo, in cui emerge con drammatica forza la questione fondamentale: se l'uomo si sia prodotto da se stesso o se egli dipenda da Dio. Le scoperte scientifiche in questo campo e le possibilità di intervento tecnico sembrano talmente avanzate da imporre la scelta tra le due razionalità: quella della ragione aperta alla trascendenza o quella della ragione chiusa nell'immanenza” (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 74).

 

Bioetica: una scienza giovane poco conosciuta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il tema più importante nell’ambito della bioetica non è quello delle possibilità della scienza di pervenire a nuove analisi, nuovi risultati e nuove prospettive di intervento, ma quale uso l’uomo può/deve fare di questo. La tentazione ”scientista” è sempre molto forte: si fa tutto quello che la scienza consente di fare. Questa tesi riflette solo su un unico aspetto e considera solo la scienza o meglio sarebbe dire le scienze biologiche, mediche, come l’unica prospettiva dell’uomo. Il che escluderebbe una visione globale dell’uomo di cui ci si deve prendere carico. In questo sono diversi elementi che sono alla base. Il primo è la risposta alla domanda: chi è l’uomo, non riducendolo a solo “singolo” arbitro assoluto di sé. Il secondo quesito è se l’uomo sia solo ed unicamente un essere terreno al pari di tanti altri. Il terzo è se questo essere sia necessariamente quello che la struttura materiale lo determina, oppure sia un essere dotato di libertà non solo come volere psicologico, ma come capacità razionale di determinare quello che fa o deve fare, assumendosene la responsabilità. Se esiste il bene, sia importante e si debba respingere il male? Se debba o no prevalere solo una concezione “estetica” del mondo, introducendo l’eugenetica come riferimento per l’uomo? Interrogativi importanti che poi ogni persona cala nella propria vita, nelle relazioni familiari e sociali e che implicano sempre e comunque una responsabilità che non finisce in se stessi, ma si allarga a tutti gli uomini e fornisce quel senso di umanità nel quale credo ci si debba riconoscere in primo luogo, e se credenti in Dio, Creatore e Salvatore, allora il bene della vita non dipende certo dal solo aspetto scientifico, ma da una prospettiva più globale nella quale l’uomo ha un significato completo al di là di quello che appare.

 

nr. 29 anno XXI del 30 luglio 2016

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