NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Carta etica dello sport, per crescere assieme

Insieme atleti, allenatori, educatori, genitori ed enti. «Strumento innovativo»

di L.P.

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Carta etica dello sport, per crescere assieme

I 13 ARTICOLI DELLA CARTA ETICA DELLO SPORT VENETO

Art. 1 - Lo sport è gioco e divertimento, attività capace di migliorare il benessere psicofisico del praticante, mezzo di integrazione sociale e componente fondamentale del processo di formazione della persona.

Art. 2 - Ogni individuo ha il diritto di praticare lo sport secondo le proprie attitudini, aspirazioni e capacità, senza distinzione di età, sesso, nazionalità, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.

Art. 3 - Lo sport è portatore di valori morali, culturali, educativi, nonché imprescindibile fattore di inclusione sociale ed integrazione popolare.

Art. 4 - L’attività sportiva costituisce irrinunciabile elemento della crescita culturale, educativa, sociale, intellettiva e morale dell’individuo.

Art. 5 - Ad ognuno deve essere consentito di attivarsi per raggiungere il massimo obiettivo che intende conseguire nella disciplina sportiva prescelta.

Art. 6 - L’atleta, nel perseguimento degli obiettivi prefissati, deve agire senza ledere l’integrità fisica e morale degli avversari o dei compagni di squadra, secondo principi di lealtà, onestà, fair play, solidarietà, spirito di amicizia, mutua comprensione e nel rispetto assoluto degli altri atleti e dei giudici di gara.

Art. 7 - L’atleta, nel conseguire gli obiettivi prefissati porrà attenzione ad evitare, nella maniera più assoluta, di creare danni alla propria salute, sia sotto l’aspetto fisico che sotto il profilo psichico.

Art. 8 - L’atleta eviterà di assumere qualsiasi sostanza in grado di modificare artatamente le sue prestazioni sportive, adotterà uno stile di vita salutare, commisurerà l’attività sportiva adeguandola alle sue capacità fisiche, in base anche ai criteri anagrafici.

Art. 9 - L’atleta eviterà di assumere, anche al di fuori della pratica sportiva, farmaci o sostanze in grado di alterare la sua percezione psichica o di procurare assuefazione e dipendenza.

Art. 10 - L’atleta adeguerà in ogni occasione il suo comportamento ai principi dello sport e della presente Carta, evitando soprattutto di esasperare le varie situazioni che si potranno creare durante la gara e coinvolgere, anche involontariamente i genitori, gli accompagnatori e gli altri spettatori presenti ai bordi del terreno di gioco.

Art. 11 - Nello svolgere la propria attività, gli educatori, i tecnici, i dirigenti e tutti coloro che operano nel settore della formazione sportiva a livello giovanile sono tenuti a curare il benessere fisico ed emotivo dell’atleta, controllarne la naturale aggressività, raccomandare il rispetto delle regole di gioco e dell’avversario, evitare l’esasperazione agonistica, verificando l’assimilazione da parte del giovane dei principi etici e morali dello sport.

Art. 12 - Nella loro funzione di spettatori, i genitori e gli accompagnatori in genere dovranno mantenere un comportamento improntato al massimo rispetto degli atleti, degli arbitri e giudici di gara, nonché degli altri spettatori, evitando di esasperare le varie situazioni agonistiche e di trasmetterle ai propri figli impegnati sul terreno di gioco.

Art. 13 - Le amministrazioni pubbliche sono chiamate ad operare su tutti i livelli al fine di assicurare ad ogni individuo la possibilità di praticare attività sportiva, agonistica o di base, con particolare attenzione alle necessità dei giovani, degli anziani, di coloro che dispongono di minori capacità psicofisiche, collaborando con tutti i soggetti che, a qualsiasi titolo, operano nel settore ed avvalendosi di tutte le risorse e competenze disponibili per il raggiungimento delle finalità indicate.



Si chiama "Carta Etica dello Sport Veneto" e in qualche modo rappresenta uno degli strumenti operativi della Legge regionale 11 maggio 2015 n.8, riguardante le “Disposizioni generali in materia di attività motoria e sportiva”, finalizzata, come previsto dall’art. 1, a riconoscere «il valore sociale, formativo ed educativo dell’attività motoria e sportiva, strumento di realizzazione del diritto alla salute ed al benessere psicofisico, di crescita civile e culturale del singolo e della comunità, di miglioramento delle relazioni e dell’inclusione sociale, di promozione del rapporto armonico e rispettoso con l’ambiente».

Anche in questa occasione il Veneto ha fatto da "apripista" alle altre regioni italiane, in virtù di numeri significativi. Nello specifico nello sport veneto operano 45 federazioni sportive nazionali e 19 discipline sportive associate, 5.549 società sportive (l’8,7% del dato nazionale, terzo posto in Italia), 463.724 atleti tesserati riconosciuti dal Coni (pari al 10,4% del dato nazionale, secondi in Italia), 94.392 operatori sportivi, pari al 10,4% nazionale (seconda regione italiana).

Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema, intervistando Cristiano Corazzari, assessore regionale allo sport, che nelle settimane scorse ha presentato la Carta Etica in Consiglio Regionale, per un confronto con tutte le diverse rappresentatività dello sport regionale.

«Quello che vogliamo proporre - precisa l'assessore Corazzari - è un contratto tra gentiluomini, perché sport significa prima di tutto correttezza, lealtà, rispetto. Lo sport non può che essere vissuto, praticato, amato, da gentiluomini, con una cultura positiva da diffondere fin dalle giovani generazioni».

 

Perché avete deciso di proporre la Carta etica dello sport?

«Il Veneto ha un’ottima legge specifica in materia, che stiamo attuando passo dopo passo, e della quale la Carta etica è un elemento estremamente significativo. Con un pizzico d'orgoglio riteniamo di essere all'avanguardia, ma siamo ben felici di fare da apripista».

Nello specifico in cosa consiste?

«Lo schema di proposta della Carta Etica si compone di tredici articoli (riportati qui a fianco, ndr.) che sanciscono e promuovono quattro principi fondamentali: il rispetto dei praticanti e dei loro ritmi di sviluppo e maturazione; il rispetto degli altri, dello spirito di squadra e del rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione nell’esercizio dell’attività; la lealtà, l’onestà, il rispetto delle regole e del giudice o arbitro; il rifiuto dell’utilizzo di mezzi illeciti o scorretti».

Carta etica dello sport, per crescere assieme (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Pochi giorni fa avete presentato il documento in Consiglio regionale per la discussione: è possibile che ci siano ulteriori cambiamenti o integrazioni?

«Non escludo qualche piccola modifica, ma non cambierà la sostanza della cosa e gli articoli rimarranno comunque tredici. Qui non si tratta di rispettare i vari punti alla lettera, ma di avere un comportamento complessivo di lealtà e correttezza».

Qual è il principale messaggio che volete dare con questo strumento? E a chi è rivolto soprattutto?

«Una sorta di scuola di vita che si può attuare benissimo attraverso lo sport, a partire da giovani e giovanissimi, che sicuramente cresceranno persone migliori se riferiranno i loro comportamenti a questi principi, sia nello sport che nella scuola, nel lavoro, nei rapporti sociali».

Si sbaglia nel dire che la vostra è una sfida che in qualche modo vuole contribuire a migliorare la situazione complessiva della società, non solo sportiva?

«È proprio così. In un mondo sempre più improntato alla negatività proponiamo e sosterremo un veicolo di pratiche positive e pulite, perché l’etica vale in tutte le manifestazioni e azioni delle persone, non solo nello sport».

Da chi potrà essere sottoscritta la Carta etica?

«Da qualsiasi pubblica amministrazione, da società e associazioni sportive dilettantistiche, dai comitato regionali delle federazioni sportive nazionali, delle discipline sportive associate e degli enti di promozione sportiva. Tuttavia, direttamente e indirettamente, sono coinvolge atleti, allenatori, educatori e anche genitori».

Fa una certa specie vedere citati (nell'articolo 12, ndr.) anche i genitori: perché tale scelta?

«Lo abbiamo fatto appositamente, visto che la vera educazione, sia chiaro da sempre, deve partire dalle famiglie. E invece talvolta, nei campi di calcio o in altri impianti sportivi, i genitori risultano essere più scalmanati dei loro figli, finendo con l'esasperare gli animi. È un'ovvietà dire che dovrebbero essere loro i primi a dare l'esempio o un messaggio positivo».

La Carta non potrà dunque essere firmata dai singoli atleti o praticanti?

«Diciamo che coinvolgendo le singole società o squadre di fatto coinvolgiamo direttamente gli stessi associati, che di quel sodalizio fanno parte. Poi l'obiettivo finale non è raggiungere un "tetto" di firme, anche se il nostro auspicio è che si possa registrare il più alto numero di sottoscrizioni, non solo nell'ambito dello sport professionistico, ma anche in quello giovanile e amatoriale».

Come vi muoverete per la raccolta delle sottoscrizioni?

«I canali di raccolta saranno diversi, ma sicuramente uno dei punti di riferimenti saranno i comitati provinciali e locali del Coni, che considerata la carta etica dello sport un passo di maturità soprattutto tra i giovani. In tal senso contiamo nella collaborazione di tutti coloro che praticano sport, anche in forma assolutamente libera».

Verranno creati degli albi?

«La Giunta regionale provvederà, con cadenza almeno semestrale, ad accogliere le istanze pervenute ammissibili e ad aggiornare conseguentemente gli elenchi, in merito ai quali verrà data la massima diffusione».

Assessore Corazzari, un'ultima domanda: potrebbero essere premiate le società e associazioni sportive più virtuose nel rispetto della Carta etica?

«Sì, ci siamo pensando, magari favorendo la distribuzione dei contributi regionali».

 

nr. 08 anno XXII del 4 marzo 2017

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