NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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«Ecco come sarà Vicenza nel 2023»

Il nuovo sindaco Rucco: «Più sicura, più fluida nel traffico e con una migliore qualità della vita». Il patto con 6 promesse stipulato a Tva

di L.P.

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«Ecco come sarà Vicenza nel 2023»

Ha avuto la sicurezza di essere il nuovo sindaco di Vicenza alle 5.58 di lunedì 14 giugno, dopo una notte infinita di attese, di dati arrivati alla spicciolata, di riconteggi dei voti e di un esito sempre sul filo del rasoio. Alla fine Francesco Rucco ce l'ha fatta: il maggior numero di voti (24.271 per il rappresentante del centrodestra, pari al 50,64%) rispetto ad Otello Dalla Rosa (21.985, 45,87%) non è mai stato in discussione ma quello che più contava era raggiungere il 50%+1 dei voti, evitando così il ballottaggio. E questo risultato è stato ottenuto, alla fine, per circa 300 preferenze. Il neo-sindaco non ha perso tempo e si è subito messo al lavoro, con l'investitura ufficiale avvenuta a Palazzo Trissino nella serata di mercoledì, di fatto dopo la sua prima giornata di lavoro, quindi ancora prima dell'"incoronazione". Già il giorno successivo è nata la mini-Giunta, mentre la squadra con assessori e consiglieri sarà pronta la prossima settimana: insomma tutto molto veloce per non perdere tempo.

Sindaco Rucco, subito una domanda che in genere conclude interviste simili: in tre parole come immagina la città di Vicenza nel 2023?

«Più sicura e meno degradata, più fluida sotto il profilo della viabilità e con una migliore qualità della vita complessiva».

Quale dei tre obiettivi il più difficile da raggiungere?

«Sicuramente quello della sicurezza, come appare evidente dopo dieci anni della coalizione di centrosinistra. Ci vorrà tempo e tanto lavoro per far fronte al degrado in cui è precipitata la nostra città».

Ci indica la sua città preferita in Italia e all'estero...

«Per quanto riguarda il nostro Paese sicuramente Verona. Fuori dall'Italia dico Valencia e in genere le città spagnole».

«Ecco come sarà Vicenza nel 2023» (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Lunedì sera, a Tva Vicenza, ospite della trasmissione "Vincitori e vinti", in quella che è stata la sua prima uscita ufficiale dopo la proclamazione di sindaco, lei ha messo nero su bianco i sei punti (il cartellone è ora conservato nella sede dell'emittente televisiva in via Fermi, ndr.) che intende fare nei primi 180 giorni del suo mandato. Ce li può ricordare, partendo dal punto iniziale?

«Il primo, che è quello che ci sta più a cuore, riguarda la sicurezza che è anche uno dei grandi problemi della città. In particolare sotto questo aspetto è nostra intenzione istituire un piano per la custodia e la sorveglianza dei parchi cittadini, che lamentano problemi di vario tipo».

Il secondo punto?

«Riguarda la viabilità, visto che abbiano ereditato una situazione caotica, alla quale vogliamo rimediare nel giro di poche settimane, almeno per quanto riguarda quegli interventi non strutturali, ma possibili ad esempio riducendo semplicemente le corsie riservate agli autobus. L'obiettivo è rendere il traffico più fluido, visto che le auto ferme provocano un aumento dell'inquinamento: partiremo dai nodi più critici, visibili a tutti, tra cui viale San Lazzaro, soprattutto nel tratto prima della rotatoria con via Crispi, viale Milano e la stazione ferroviaria. In questo settore si è messo subito al lavoro Claudio Cicero, che è anche il primo che ho indicato come mio assessore, che si occuperà di viabilità e forse anche di infrastrutture».

Sul tema della viabilità doveroso inserire anche l'Alta Velocità, che sarà molto impattante. Come intende muoversi?

«In tempi brevi contatteremo i vertici di Rfi e del Ministero delle infrastrutture per capire quante sono veramente le risorse e poi studiare il progetto per valutare un impatto meno traumatico possibile. Altro punto sul quale faremo sentire la nostra voce sono le compensazioni, per fare in modo che Vicenza possa trarre anche importanti vantaggi».

Passiamo al terzo punto delle sei promesse...

«Riguarda le cosiddette scuole di comunità, ovviamente per quei plessi che sono di competenza comunale. L'obiettivo è di aumentare, anche con il contributo dei genitori e dei volontari l'orario di apertura, possibilmente sino alle 17 o alle 18, per consentire alle mamme, soprattutto quelle che lavorano, di poter gestire meglio la loro giornata».

Il quarto riguarda il sociale...

«Esatto e comprende nuove misure per le famiglie disagiate. In questo senso vogliamo creare una mappa che ci rappresenti la situazione attuale, soprattutto per mettersi dalla parte dei più bisognosi».

Il quinto punto è tra quelli che le stanno più a cuore...

«Sì e riguarda il Vicenza Calcio, di cui come noto sono grande tifoso sin da quando ero bambino. L'intenzione è quello di avviare il piano di rilancio del club, anche grazie alla nuova dirigenza rappresentata dalla famiglia Rosso: spero quanto prima di incontrarli per parlare del progetto sportivo ma anche della situazione dello stadio Menti che da anni è un costo ingente per il Comune e che necessita di investimenti strumentali. Il "Menti" è un simbolo di Vicenza e del Vicenza e per questo dovrà rimanere dove si trova. Con la speranza che il "Lane" possa tornare nel calcio che conta, già la serie B sarebbe importante».

Infine il sesto punto cosa riguarda?

«Il tema della cultura e del turismo, che vogliamo ulteriormente implementare, anche continuando con l'organizzazione di grandi eventi a livello internazionale. Una nuova idea che vorremmo proporre è la creazione di un Festival dell'architettura, come avviene in Italia per Umbria Jazz o per la Fiera del libro a Torino. Insomma non un evento di nicchia o per esperti ma in grado di coinvolgere tutti in una città, come quella di Vicenza, che grazie ad Andrea Palladio rappresenta una delle capitali dell'architettura mondiale».

In questi sei punti manca il Parco della Pace, un progetto ereditata dalla Giunta Variati che lei ha definito "scomodo". Come pensa di agire?

«Abbiamo annunciato in campagna elettorale che riteniamo quel progetto troppo impattante e ora siamo qui a ribadirlo. Riteniamo che si possa e si debba cambiare il progetto, con l'inserimento dell'area emergenze e una riduzione del parco vero e proprio. Non è nostra intenzione metterci di traverso al progetto: ci siederemo con le ditte per ragionare e capire insieme i margini di manovra, in accordo anche con il Ministero che ha concesso area, per procedere eventualmente con una variante per l'utilizzo dei soldi».

Torniamo al problema della sicurezza, sicuramente il più sentito dai cittadini...

«Prenderemo atto delle competenze della polizia locale, anche se è necessario investire nell'organico: l'obiettivo è poter procedere con l’assunzione di cinque-sei nuovi agenti e magari aumentare il numero di quelli sul territorio. Inoltre punteremo sulle associazioni di volontariato, chiedendo a loro un aiuto per creare una rete di vigilanza dei parchi, che come detto saranno una delle prime nostre iniziative previste».

Come pensa di rilanciare Campo Marzo?

«È una priorità, al pari della viabilità, proprio nell'ambito del problema sicurezza. Andando sul concreto personalmente sono contrario alla recinzione dell'area, che è situata a ridosso del centro storico e primo impatto per chi arriva in stazione. Tuttavia voglio ascoltare anche i cittadini e non escluso l'ipotesi di un referendum in modo che siano i vicentini a decidere cosa fare».

E per quanto riguarda il presidio fisso a Campo Marzo?

«L'intenzione è realizzarlo nella sede della biblioteca che non viene utilizzata, nonostante la quale la vecchia Giunta abbia investito 150 mila euro. Nel presidio ci saranno gli agenti della polizia locale, in coordinamento con le altre forze dell'ordine. Credo che tale progetto possa essere attuato nel giro di pochi mesi, senza spese ingenti. Sarà un ulteriore deterrente come lo sono gli agenti dell'Esercito, tutto sarà di aiuto. Ma per quest'area contiamo di procedere con una riqualificazione e il miglioramento dell'arredo urbano per poter ospitare iniziative in grado di renderla sicura, viva e aperta a tutti».

Come è stato l'ingresso a Palazzo Trissino e che situazione si aspetta di trovare?

«Il primo lavoro sarà capire l'organizzazione del personale per poi procedere con il resto. Non vogliamo perdere tempo».

Per la sua Giunta ha in mente qualche figura "esterna", che andrà ad aggiungersi a coloro che sono stati eletti?

«I voti raccolti da ciascuno peseranno molto, ma quella di eventuali professionisti esterni è una ipotesi da uno escludere: tuttavia non ho ancora deciso chi saranno e le relative competenze».

L'ultima domanda: il sogno più grande per la sua Vicenza del futuro?

«Nessun sogno o voli pindarici. E neanche promesse che poi sono difficili da realizzare. Da noi arriveranno solo proposte concrete, possibili da portare avanti con fatica e lavoro, ma realizzabili».

 

nr. 23 anno XXIII del 16 giugno 2018

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