Nessun aumento dell’imposizione locale a carico delle attività del commercio, turismo e servizi, ma semmai utilizzare la leva fiscale come strumento per valorizzare e rafforzare la rete commerciale e turistica delle citta e paesi. E’ quanto Confcommercio Vicenza ha chiesto a tutti i sindaci dei Comuni della provincia, inviando loro una lettera a firma del presidente Nicola Piccolo e del direttore dell’Associazione Ernesto Boschiero. Tra le righe, si legge la preoccupazione che le ridotte risorse disponibili, i maggiori costi da sostenere dovuti ai rincari energetici e non solo, portino le Amministrazioni Comunali ad un generalizzato innalzamento della fiscalità locale, colpendo anche le attività di vicinato. Considerando che vie, centri storici e città vivono di queste attività, ovvero con la presenza di negozi, bar, ristoranti, che a loro volta garantiscono un essenziale servizio ai cittadini, valorizzano le specificità del territorio e costituiscono un prezioso presidio di sicurezza sul territorio, eventuali rincari sarebbero insostenibili e metterebbero a rischio la continuità delle attività stesse. “Da quanto emerge dalle previsioni della Legge di stabilità 2023 – scrivono i Dirigenti di Confcommercio Vicenza - non si notano interventi rilevanti in merito all’eccessivo onere tributario che grava sulle attività del commercio, del turismo e dei servizi e al necessario aiuto economico a fronte dell’esponenziale rincaro dei costi delle utenze energetiche, aumento che i nostri associati devono sopportare sia per quanto riguarda i consumi di impresa sia per quelli domestici come privati cittadini”. Da qui la richiesta inviata a tutti i Sindaci “di non aumentare la fiscalità locale per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi”, ma semmai di “agire sulla “leva fiscale” come incentivo alla riqualificazione del tessuto urbanistico-commerciale”, garantendo la presenza di piccoli negozi, migliorando la vivibilità del comune e i servizi offerti ai cittadini.
In tal senso, nella lettera ai Sindaci, Confcommercio Vicenza suggerisce alcune azioni fiscali che possono essere messe in atto dalle amministrazioni locali, un elenco dettagliato che si accompagna con la disponibilità dell’Associazione a istituire un tavolo tecnico tra le parti, finalizzato al confronto e all’ approfondimento di tali misure.
Si parte dalla richiesta di esentare dal pagamento dei tributi locali per tre anni chi riapre un negozio sfitto, misura che andrebbe a favorire il ritorno, nelle vie e nelle piazze di città e paesi, di nuove attività, migliorando il servizio di prossimità, il presidio e la vitalità del territorio.
Riguardo all’IMU, l’Associazione avanza la richiesta di deliberare agevolazioni delle aliquote o esenzioni per i proprietari che accordano riduzioni dei canoni di locazione degli immobili destinati, in particolare, alle attività del commercio al dettaglio e all’ingrosso o che utilizzano il loro immobile come ben strumentale o che danno in affitto un locale vuoto da almeno un anno o, ancora, che attivano progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana di aree dismesse o degradate. Interventi di questo tipo sosterebbero una maggiore resilienza all’andamento del mercato delle attività esistenti e il ritorno di negozi, bar, e altro nelle vie e nelle piazze, recupero di zone altrimenti lasciate a se stesse, con conseguente aumento dei servizi per la cittadinanza
Anche la rimodulazione della TARI, applicata alle imprese turistiche e commerciali, può essere utilizzata non solo come sostegno diretto, ma come incentivo all’occupazione nel settore. Confcommercio Vicenza, infatti, suggerisce di modificare i regolamenti comunali introducendo non solo la riduzione delle tariffe, in particolare alle imprese che assumono nuovi dipendenti, ma anche alcuni correttivi mirati a tassare le imprese in base ai rifiuti effettivamente prodotti.
Infine, riguardo al Canone unico patrimoniale, ovvero al pagamento dei plateatici di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, Confcommercio Vicenza chiede di prevedere agevolazioni per gli operatori che adottano iniziative che valorizzano i centri storici, le vie, i quartieri, guardando ai plateatici non solo come occupazione di suolo pubblico, ma come spazi di città da vivere. Interventi come la reiterazione delle esenzioni dal canone unico patrimoniale, com'è stato previsto per i ristori Covid, sono quindi visti come misure che, assieme alle altre, favorirebbero la vivibilità delle nostre città, nonché la convivialità e la condivisione del patrimonio di bellezza e arte, proprio di tanti grandi e piccoli centri del nostro territorio.
nr. 19 anno XXVII del 31 dicembre 2022