NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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“La Provincia? Aboliamola” È scontro all'interno del PD sul futuro di Palazzo Nievo

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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“La Provincia? Aboliamola” È scontro all'interno d

Quero ha detto no a passi indietro sulle primarie: ha la sensazione che qualcuno voglia calare dall'alto la candidatura del centrosinistra?

Claudio Rizzato: «Fatto salvo quanto detto sulle Province, che secondo me dovrebbero essere abolite, e che la proposta deve partire dalla Segreteria provinciale, esprimo solo la mia opinione. Sono per primarie su due liste una maschile e una femminile di candidati al Consiglio Provinciale, con voto aperto a tutta la provincia e per chi si dichiari elettore del PD. Ogni elettore può esprimere 2 preferenze, 1 sulla lista femminile e una sulla lista maschile. I candidati/e che ottengono il maggior numero di preferenze, fatta apposita graduatoria, sono assegnati nei collegi migliori per voto al PD. Per capirci se arriva prima nella lista femminile la candidata di Montegalda sarà assegnata al primo collegio per voto al PD. Così secondo me sarebbero vere primarie dando la possibilità agli elettori di scegliere persone rappresentative dell'intera “La Provincia? Aboliamola” È scontro all'interno d (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)provincia(come si chiede ad un Consigliere Provinciale). È poco credibile chi grida primarie aperte sapendo che nessuno vuole farle nei collegi che non possono eleggere un rappresentante PD, mentre si sa già quali sono i collegi che eleggeranno Consiglieri PD. Ritengo giusto che ad ambire ad essere candidati nei collegi vincenti possano essere tutti i candidati alle primarie . Nel giorno stabilito per le primarie per i collegi si vota per il candidato Presidente da proporre alle primarie di coalizione. Le primarie devono essere disciplinate con Regolamento approvato dall'Assemblea Provinciale».

Quero: «No, non credo possa verificarsi nulla del genere. Le primarie aperte a tutti gli elettori sono ormai nel Dna del nostro partito. E credo che sarebbe assurdo rinunciarvi o limitarle oggi che persino il Pdl le prende in considerazione. Da Milano a Cagliari, da Torino a Bologna, che il Pd fosse in campo con uno solo o con più candidati, le primarie sono state un ingrediente essenziale per il successo del centrosinistra. E credo che anche il voto ai referendum confermi quanto la partecipazione sia una parola chiave della nuova fase politica che si è aperta nel paese. È il momento di puntare sull’apertura e sul coinvolgimento».

Scalabrin: «Io questa sensazione non ce l’ho. Diversamente da Matteo non vivo quotidianamente i “pissi pissi” di partito che normalmente si vivono in città. Il Partito Democratico in provincia è più “ruspante” ma anche molto libero. E probabilmente unito nelle cose che contano. La scelta comunque sarà fatta con le Primarie. Dunque non vedo pericoli di libertà e di democrazia».

Laugelli: «Non credo che ci sia qualcuno che possa calare dall’alto la candidatura, io al contrario ho la certezza di un grande punto fermo nel nostro partito, che è proprio l'utilizzo delle Primarie. La candidatura del centro sinistra sarà espressa dalla base, dalla gente, e come ha insegnato Milano, Torino e Napoli per poter correre per vincere c'è bisogno di un programma e di un candidato forte, visibile, conosciuto e apprezzato a livello provinciale».

Come si batte l'uscente Attilio Schneck sempre se sarà lui il candidato di PdL-Lega Nord, o come si batte il centrodestra che governa ormai la Provincia da più lustri?

Quero: «La questione della ricandidatura di Schneck non è affare nostro. Credo che nel centrodestra le divisioni siano destinate a crescere, ma il collante del potere è sempre forte. Noi dobbiamo evitare i tatticismi e concentrarci sulla “La Provincia? Aboliamola” È scontro all'interno d (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)sostanza. Idee chiare sul futuro di questa provincia, a partire da lavoro, ambiente, territorio, mobilità e coesione sociale. Cito due questioni su tutte: le politiche per i giovani. Serve un’azione integrata tra gli enti locali: c’è una generazione in fuga dall’Italia, non possiamo permetterci di continuare così. E poi un’idea di sviluppo: il Ptcp prevede che le attività produttive liberino 20 milioni di metri quadri di superfici nei prossimi 10 anni, cioè un 25% di quelle occupate attualmente. Cosa ci vogliamo fare? Solo grandi centri commerciali? O invece è il caso di pensare all’insediamento delle imprese del futuro?».

Scalabrin: «Dobbiamo abbassare al massimo il livello di partitocrazia. Bisogna girare pagina e governare per “voltare i materassi”. Con gentilezza ed equilibrio, ma con fermezza e metodo, dobbiamo aprire anche le finestre della Provincia per fare entrare aria nuova e fresca dopo tanti anni di chiuso. La Lega in fondo ha dimostrato di essere Partito più di ogni altro partito. Anche nel Vicentino i cittadini si stanno accorgendo che molte, troppe scelte fatte sono state funzionali alle logiche di partito della Lega, sono state motivate da scelte ideologiche e non sono state particolarmente concrete né dettate da sufficiente buon senso. La provincia è un ente amministrativo che potrebbe essere soppresso accollando a Comuni e Regione le attuali competenze. Fintanto che il legislatore non deciderà al proposito abbiamo il dovere di smagrirne i costi, concentrando l’impegno su questioni strategiche per il futuro, concrete, non dispersive, utili.
Lavoro, formazione e impresa; ambiente, gestione del territorio e infrastrutture utili. La proposta che faremo sarà concentrata solo su cose utili e concrete. Soprattutto è importante dare un’alternativa ad una conduzione amministrativa ormai ingessata e, alla prova dei fatti, anche poco concludente».

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