NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Impiantistica sportiva: il futuro si chiama sintetico

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Impiantistica sportiva: il futuro si chiama sintet

Marco Fantato, presidente del Rugby Alto Vicentino, non ha dubbi:

«La pallaovale si evolve: così il gioco sarà più spettacolare»

«L'immagine del rugbista pieno di fango è causata da retaggi del passato e dalla mancanza di impianti di gioco adeguati. Ma con i campi in sintetico la pallaovale saprà evolversi e migliorerà grazie ad un gioco più veloce e quindi più spettacolare». È questa la posizione di Marco Fantato, presidente del Rugby Alto Vicentino, la società con sede a Schio che avrà il privilegio di poter disporre del primo campo da rugby in sintetico in Veneto.

Impiantistica sportiva: il futuro si chiama sintet (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Il campo, situato nell'area tra via del Redentore, via Colombara e via Raffaello, ha una lunghezza di 123 metri ed è largo 83 metri: dimensioni regolari per competizioni di campionati della serie maggiore e per gare internazionali. La superficie ha la possibilità di integrare il manto artificiale con erba naturale per ottenere nell’evoluzione dell’impianto sportivo, senza ulteriori modifiche e senza costi aggiuntivi nei sottofondi, una superficie in erba rinforzata. A questo primo stralcio sta seguendo ora una seconda fase dell’intervento che porterà alla realizzazione delle opere a completamento del “Centro sportivo Stadio del Rugby”, con spogliatoi, tribune e parcheggi. Il progetto complessivo prevede un investimento di 3 milioni 600 mila euro sostenuto da un finanziamento regionale di 1 milione 500 mila euro.

«Siamo orgogliosi - spiega il presidente Fantato - ma anche convinti di dover fare da apripista a un progetto che rappresenta una "pietra miliare" per la Federugby che guarda con attenzione allo sviluppo di impianti simili. In questa la scelta federale è caduta su Schio, anche grazie alla contemporanea presenza del Centro di preparazione olimpica, che rimane sempre un importante punto di riferimento del Coni, in particolare un punto di appoggio per gli stage. Proprio grazie a e assieme a Comune e Federugby abbiamo portato avanti l'iter per questo impianto, destinato ad ospitare parecchi raduni delle nazionali giovanili, che forse più delle altre necessità di campi sempre più all'avanguardia per poter imparare al meglio e crescere».

Come anticipato dal sindaco scledense Dalla Via, la struttura non sarà di completa pertinenza del rugby. «In mano abbiamo già un programma quasi pronto nei dettagli - aggiunge il presidente - che coinvolgerà, tra gli altri, anche gli insegnanti di educazione fisica del Campus che stanno aspettando il nostro "via libera" per poter iniziare a svolgere attività all'aperto. L'obiettivo è di riuscire ad utilizzare il campo in sintetico per tutta la giornata, dal mattino sino a tarda sera. È proprio questo uno dei vantaggi di questi campi che possono essere sfruttati al massimo, cosa che invece non è possibile con i campi in erba».

I lavori del secondo stralcio, iniziati nelle scorse settimane, prevedono la realizzazione dell'edificio che ospiterà le tribune lungo il lato maggiore del campo. La struttura sarà articolata in tre piani. Il piano terra avrà una superficie di circa 620 metri quadrati e ospiterà 4 spogliatoi per gli atleti e 2 per gli arbitri più il locale per il terzo tempo, dotato di una piccola cucina, e vani accessori e tecnici, tra cui infermeria e magazzino. Al primo piano ci sarà una palestra che potrà essere utilizzata, come il campo, anche dagli istituti del Campus. Dal terzo piano scenderanno infine le gradinate per il pubblico: queste, assieme a delle "collinette" verdi che saranno presenti a lato del campo, consentiranno una capienza fino a 600 spettatori. A completare l'impianto sarà la realizzazione di una piazzetta alberata all'ingresso e di un adeguato sistema di parcheggi e di percorsi pedonali e ciclabili.

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