NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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A Chiampo si gioca a poker. In tre insidiano Boschetto

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A Chiampo si gioca a poker. In tre insidiano Bosch

Ha in serbo qualche ricetta per l'aiuto alle famiglie più povere e disagiate del suo comune? E come giudica la chiusura di numerose aziende presenti nel territorio di Chiampo?

20_BOSCHETTO (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)BOSCHETTO: «Non ci sono ricette magiche. Sono indispensabili, nel breve periodo interventi di sostegno economico nelle situazioni di maggior disagio per il pagamento di bollette e canoni d’affitto per evitare sospensioni dei servizi o sfratti. I servizi di mensa e trasporto scolastici devono mantenere e potenziare un sistema di riduzione o esenzione per la famiglie in difficoltà. La creazione di uno "spazio mamma” ovvero di spazi di aggregazione per le neomamme vuole essere un aiuto a loro in un momento particolarmente delicato, specie laddove è carente il sostegno parentale. Altra modalità di intervento previsto è il sostenere alle associazioni che operano in aiuto alle famiglie (Centro aiuto alla Vita, Solidarietà Umana, San Vincenzo, Caritas e altre)».

ANDREA_DAL_MASO (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)DAL MASO: «Prevedere degli sgravi fiscali su tributi comunali (imposte e tasse) e riduzione per mense e trasporti scolastici per le famiglie più numerose; attraverso l’Associazione “Viviamo Chiampo” e altre associazioni del territorio promuovere delle serate musicali o teatrali per la raccolta di fondi al sostegno di famiglie in difficoltà con alimenti di prima necessità o medicinali. In questo periodo di profonda crisi, di chiusura di numerose aziende del territorio proponiamo di attivare una costante relazione per conoscere le reali esigenze ed i bisogni delle imprese sul territorio, risolvere il grave problema della burocrazia che soffoca molte iniziative, sostenere gli artigiani e i commercianti con contributi mirati e riduzioni di imposte e favorire un’attività di marketing atta a sviluppare e valorizzare i beni prodotti e commercializzati. È nostra intenzione sostenere la coltivazione di prodotti tipici dell’agricoltura locale, come il vino “Durello” e le ciliegie e favorire la realizzazione di una cantina sociale o di un consorzio, stimolare i giovani alla lavorazione del marmo e della pelle con la possibilità di creare dei prodotti di firma nel nostro paese. Infine rinnovare ed incentivare l’introduzione di tecnologie idonee al risparmio energetico e alla produzione di energie da fonti rinnovabili».

MACILOTTI (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MACILOTTI: «In primo luogo ritengo sia necessario ricostituire il fondo di solidarietà tagliato dalla precedente amministrazione. In secondo luogo, ritengo sia necessario istituire un tavolo delle famiglie per pianificare assieme gli interventi, al fine di spendere con più efficacia le risorse scarse a disposizione. La chiusura di numerose aziende è un dato drammatico. Occorre tuttavia reagire. Da questo punto di vista penso che quattro siano i nodi chiave sui quali si debba agire: la formazione, l’internazionalizzazione, il passaggio generazionale, lo sblocco del credito. La formazione è necessaria per aumentare la competitività delle aziende, l’internazionalizzazione è essenziale perché il mercato interno è esausto e occorre approfittare dei mercati più fiorenti, il passaggio generazionale è imprescindibile per portare nuova linfa e innovazione, lo sblocco del credito perché senza investimenti non si cresce. L’amministrazione può giocare un ruolo in tutti e quattro i nodi».

TONIN (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)TONIN: «Bisogna rivedere tutto il sistema di concessione di contributi economici, gli aiuti che il Comune elargisce settimanalmente devono essere dati a chi effettivamente ne ha bisogno. E poi bisogna anche qui unire le forze l’attività del comune deve essere raccordata con quella delle diverse associazioni di volontariato che operano nel territorio oltre che con la parrocchia e la comunità francescana: nei momenti difficili bisogna far fronte comune per non disperdere e sprecare risorse. Ho incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria e da molti è arrivato un grido di allarme per la situazione economica: il sindaco non ha la bacchetta magica ma dei segnali devono essere lanciati e quindi concedere degli sgravi fiscali a livello Imu, istituire un fondo rotativo per le aziende che non riescono a ricorrere al credito, favorire le nostre aziende nelle assegnazioni dei lavori pubblici e nelle prestazioni di servizi del comune: penso siano delle cose da mettere subito in atto».

Appare ormai certo che nella vostra vallata si vada verso la costruzione dell'ospedale unico a Montecchio Maggiore. Per il comune di Chiampo sarà uno svantaggio la chiusura del nosocomio di Arzignano e come vi ponete di fronte a questa scelta?

20_BOSCHETTO (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)BOSCHETTO: «La conferenza dei sindaci ha condiviso la proposta della Regione di realizzare un ospedale unico a Montecchio ed è in fase di avvio la progettazione preliminare relativa. Ritengo indispensabile, a prescindere dal luogo dove sarà realizzato l’ospedale, ragionare su quale sanità vogliamo sul territorio. E chiedersi quale medicina generale vogliamo nelle nostre comunità, quale modello socio-assistenzale vogliamo offrire ai nostri concittadini, quale assistenza chiediamo per le persona con malattie degenerative o in fase terminale e quale assistenza domiciliare è ritengono necessaria. A Chiampo abbiamo l’Utap che sta funzionando bene, abbiamo il Centro servizi assistenziali Sant'Antonio che sta diventando una struttura di eccellenza. Vogliamo mantenere tali realtà e se possibile potenziarle. Chiederemo alla Direzione generale dell’Ulss 5 di avere maggiore attenzione ai servizi erogati dalla sede per il distretto di Chiampo, oggi penalizzato».

ANDREA_DAL_MASO (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)DAL MASO: «Siamo molto amareggiati nel caso in cui ci fosse lo spostamento previsto dell’ospedale di Arzignano a Montecchio Maggiore. Nonostante ciò, ci auguriamo che la distanza e la maggior scomodità siano compensate da un maggior beneficio verso i cittadini e da un notevole risparmio sia nella gestione che nei costi generali. La nostra proposta è di garantire nella nostra città un servizio di pronto intervento con ambulanze attrezzate e volontari preparati e guidati da esperti del settore per servire tutta l’alta valle».

MACILOTTI (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MACILOTTI: «Lavoro da anni con gli ospedali, occupandomi professionalmente della regolazione della ricerca nel campo medico. Conosco, dunque, la questione. Ritengo che il mondo della medicina e l’organizzazione sanitaria stiano cambiando e non si possa rimanere indietro. La classica organizzazione che vedeva in ogni città un ospedale che si occupava di tutte le patologie, oltre a non essere più economicamente sostenibile non è nemmeno a oggi auspicabile. Meglio un centro di eccellenza centralizzato, in grado di razionalizzare le risorse e innalzare la qualità delle prestazioni, e utilizzare gli altri ospedali già esistenti per fornire le prestazioni di supporto e assistenza. Non sono dunque contrario all’ospedale unico e non penso si debba giungere alla chiusura completa del nosocomio di Arzignano, penso piuttosto alla sua riconversione: oggi occorre differenziare i livelli delle prestazioni».

TONIN (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)TONIN: «Sono convinto che l’ospedale di Arzignano debba rivestire ancora un ruolo per la nostra vallata, certo nell’ottica della ricerca di una migliore efficienza e della ricerca delle migliori professionalità mediche vi sia l’esigenza di creare dei centri altamente specializzati. La nostra comunità non può perdere alcuni servizi importantissimi come il pronto soccorso che oggi ad Arzignano dà risposte immediate. Sono altresì convinto che tutte queste decisioni non possano essere calate dall’alto ma condivise con la nostra gente. Sono informato che la Regione Veneto deve bandire il progetto per la costruzione del nuovo ospedale entro il mese di giugno ma il mio impegno è quello di comprendere immediatamente se le scelte fatte da altri sono effettivamente le migliori per la nostra comunità».



nr. 20 anno XVIII del 25 maggio 2013

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