NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Tra nutrie e cavallette, che prospettive in campagna?

facebookStampa la pagina invia la pagina

Tra nutrie e cavallette, che prospettive in campag

Ci sono effettivi problemi economici nell'organizzare un'azione che deve avere ovviamente il concorso di molti coprotagonisti, come abbiamo visto. Ma come si fa?

SERGIO CARRARO- Abbiamo parlato e stiamo parlando con le categorie interessate perché qui viene coinvolta anche l'economia; teniamo presente che siamo di fronte ad una area vastissima, difficilmente controllabile. La fascia pedemontana da Schio a Bassano, la pianura, i Colli Berici, i Lessini vicentini. Il territorio è vastissimo e le difficoltà non sono tanto puntate sull'individuare, ma su come procedere in modo organizzato per poterlo fare. Le forze da mettere in campo sono quelle che sono, cerchiamo di far sì che attraverso le municipalità il nostro progetto dopo aver mosso i primi passi arrivi fino alla popolazione con messaggi adeguati; Università e Provincia di Vicenza possono fare da centro di coordinamento per tutte le municipalità ed i cittadini che ci daranno una mano. I sindaci possono ragionare anche in termini di ordinanze municipali esperienza che abbiamo fatto in passato anche per questione di parassiti in agricoltura come la flavescenza e ha sempre funzionato. Bisogna insomma dire che le operazioni da fare non sarebbero complicate, ma le lavorazioni che occorrono chi le fa? Basterebbe una ordinanza? Prevedo che progressivamente e sulle passate esperienze possiamo pian piano formare la conoscenza della gente ed il suo contributo a difesa del territorio.

Tra nutrie e cavallette, che prospettive in campag (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ANTONIO NANI- Il problema è far capire ai proprietari di questi terreni incolti che passare con un erpice è sufficiente a eliminare il problema della incubazione delle cavallette. Occorrono macchine che i coltivatori hanno e convincere il coltivatore che questo va fatto anche se spesso questi terreni sono difficili perché in pendenza e ci vuole molta conoscenza diretta perché i rischi a cui si sottopone chi va col trattore in zone come queste sono davvero forti. Intervenire è utile per tutti magari perdendoci un po' di tempo perché poi il risultato è quello di non avere più il danno di un raccolto che va in fumo a causa delle aggressioni varie, in questo caso delle cavallette. Il mondo agricolo è sempre lento ad accettare le novità, però quando poi si convince ragiona e fa. Naturalmente c'è da tenere in considerazione anche l'andamento stagionale ma quello è altra cosa, può variare fino al punto da risolvere da solo il problema delle cavallette, ma non è così che si può ragionare.

ANTONIO DAL LAGO- Aggiungerei che bisogna cercare di non disperdere le forze nella messa a punto dell'intervento. Le iniziative si sono avviate, noi come museo abbiamo parlato l'anno scorso con San Germano dei Berici per organizzare qualcosa che limitasse la proliferazione delle cavallette. Una delle misure è quella di individuare le grillare, è davvero importante. È anche una azione educativa e formativa perché chi ci sarà ad imparare in questi ultimi giorni utili, prima che nascano le nuove generazioni di cavallette, saprà bene cosa fare in seguito, quando si tratterà di mettere a punto misure di intervento vere. Serve più che mai un sopralluogo con gli agricoltori per aiutare a individuare e poi come provare ad eliminare le grillare che come ho detto non sono difficilissime da scovare.

Parlando di cavallette ci siamo un po' dimenticati delle nutrie e dei cinghiali, altro doppio problema tutt'ora senza soluzione: le ultime piogge hanno aggiunto danno al danno.

ANTONIO NANI- Abbiamo fatto un esame del nostro territorio che ha tremila chilometri di canali da custodire. Il conteggio non è definitivo, le frane continuano, ma siamo arriva a calcolare quattrocentomila euro di danno. La nutria e anche il tasso fanno gallerie da venti metri, provocano il crollo di molti argini. Non credo riusciremo mai a distruggere la nutria che tra altro è protetta, può essere cacciata ma solo in deroga, e per noi agricoltori crea grandi danni. Ci sono tratti di canale pensile che sono esposti a pericoli doppi rispetto a quelli normali in cui crolla solo l'argine anche se pure va ripristinato. Con la Provincia stiamo mettendo giù delle reti antinutrie particolarmente efficaci perché sono di materiale speciale, non arrugginiscono. A fine esperimento porteremo el reti dove i canali pensili sono più a rischio. Questo è un modo. Per il resto sappiamo che la capacità di riproduzione della nutria molto simile a quella dei topi mettono con le spalle al muro qualsiasi tentativo di sconfiggerle anche perché le nutrie sono dappertutto, sono grosse e robuste e vanno a mangiare dove trovano, dagli orti alle stalle e fino alle porte di casa; non stanno solo sugli argini, si spostano e dove trovano da mangiare lì si trasferiscono. Ma questo vale anche per i caprioli che sono ghiottissimi di ortaggi. La Provincia ha ancora le gabbie e i corsi per i cacciatori, il tutto per una eliminazione di nutrie che effettivamente si fa, ma col fucile in tempo non di caccia si va fuori solo con una deroga e una autorizzazione e comunque si riesce sempre ad eliminare un numero minimo di animali rispetto alla realtà vera della popolazione. Si tratta insomma di una operazione davvero difficile nei confronti di numeri spaventosi. I predatori sono i rapaci o le volpi e i tassi, compresi i cani inselvatichiti, ma hanno efficace solo sugli individui giovanissimi. Vorrei aggiungere che il mondo agricolo ha anche altri problemi come i caprioli che si mangiano le viti, i cinghiali che sono stati trapiantati sui colli Euganei e poi sono passati ai Berici. I caprioli in questo momento di piantagione sono quelli che danneggiano di più perché oltre alle viti si mangiano tutto l'orto.

ANTONIO DAL LAGO- Tutto questo discorso assomiglia molto a quello che si fa per il pesce siluro nel lago di Fimon, trapiantato e poi diventato un flagello per le altre specie. Fimon ha la castagna d'acqua che guarda caso rischia di scomparire proprio a causa della nutria, tanto per tornare al discorso iniziale. Il grande problema è che tutte queste specie sono forti, aggressive adattabili a qualsiasi condizione. Si tratta quindi di un confronto davvero difficile anche se per quanto è possibile va affrontato perché altrimenti non esiste rimedio.

 

nr. 10 anno XIX del 15 marzo 2014

 

IN PIAZZA VA IN ONDA SU

NEWS

CANALE 295 DEL DIGITALE TERRESTRE

• IL SABATO ALLE ORE 12:30

• LA DOMENICA ALLE 20:30 (REPLICA)

 

TVA VICENZA

CANALE 10 DEL DIGITALE TERRESTRE E CANALE 832 DI SKY E TIVÙSAT

• IL SABATO ALLE ORE 21:00

• LA DOMENICA ALLE 11:55 (REPLICA)



« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar