NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Territorio, sicurezza e leggi che non bastano

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Territorio, sicurezza e leggi che non bastano

Arzignano invece è caratterizzata da altre tipologie di reato e di problemi come ci spiega il sindaco

giorgio_gentilin (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIORGIO GENTILIN- Sì, abbiamo una zona industriale tra le maggiori d'Europa per cui abbiamo problematiche diversissime, con presenze di delinquenza italiana ed extracomunitaria attirata dalla ricchezza del territorio. Nel 2009 abbiamo ereditato il regolamento di polizia urbana che datava 1953 e che ora è nel nostro museo. C'erano perfino le regole per il passaggio delle greggi. L'obiettivo, con i pochi strumenti disponibili per l'amministratore, era di avere mezzi per operare con regole applicabili. La prostituzione, quella visibile in strada, non l'abbiamo, è compito delle forze di polizie andare poi a verificare ce c'è altro genere di prostituzione. È un fenomeno che sorvegliamo comunque soprattutto nel quadro della idoneità alloggio anche se segnalazione dei cittadini, un appello vero e proprio che abbiamo rivolto alla città. La gente deve percepire che la sicurezza nasce dalla sua stessa collaborazione, la città è stata tappezzata dall'assessore Marcigaglia di cartelli con i numeri di telefono del pronto intervento, anche questo è un modo efficace per ottenere risultati. Negli ultimi tre anni abbiamo sofferto altro genere di delinquenza, quella che ha assaltato sistematicamente gli appartamenti con furti organizzati; fa parte del contesto di sortite in altri Comuni. Finora il fenomeno è rimasto contenuto ma è chiaro che il disagio delle persone lo si percepisce. Cerchiamo di dare un aiuto con servizio dei vigili fino a mezzanotte. Abbiamo 40% in meno dei furti ma restiamo attenti per evitare che la percentuale torni su. Importante è il traffico commerciale costituito da furgoncini con le targhe dell'est Europa e su questo stiamo lavorando con telecamere e un sistema di controllo.

enrico_marcigaglia (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ENRICO MARCIGAGLIA- I cartelli sono un'azione informativa utile e ne sono convinto. Le leggi sono insufficienti come lo sono le risorse. La nostra polizia locale copre ogni mille abitanti con mezzo agente municipale; in Europa ci sono invece 15 agenti per mille in Francia, in Austria sono 5, qui da noi 0,5, addirittura sotto la Grecia. La media è questa e ovviamente la media italiana è di 1,2, segno che ci sono altre regioni probabilmente del sud coperte con più cura. Ci si deve barcamenare perciò con soluzioni fantasiose proprio perchè a monte non c'è supporto normativo o economico. Però riusciamo a dare su strada 20mila ore di servizio nei Comuni della convenzione. Si lavora anche se con pochi soldi. I cartelli sono una delle idee per coinvolgere la città perchè anche la vigilanza della gente è importante. Nel caso specifico il numero del pronto intervento così pubblicizzato ha prodotto un rinnovato rapporto di fiducia con la polizia perchè attraverso lo scambio di informazione si sono ravvicinati quei due mondi che per troppi anni era stato lontano, I vigili non ci sono per dare le multe ma per lavorare alla sicurezza. Ad Arzignano la media di multe annuali è di 220mila euro venendo dai 350mila euro ereditati dall'amministrazione di prima. Insomma, è l'attività costante che aiuta a farsi capire dalla gente che comprende alla fine a che cosa serve la polizia municipale. Nel caso dei furti si sono ridotti in cinque anni del 40% ma è altrettanto vero che ogni settimana viviamo con l'angoscia di qualche altra scorribanda rumena che in poche ore arriverebbe e se ne andrebbe dopo aver portato a termine le sue imprese. Stiamo ora cercando di identificare le targhe di auto rubate in modo che all'ingresso e all'uscita dalla città si possa identificarle: la maggior parte de furti in appartamento si fanno utilizzando in genere auto rubate. L'idea è di utilizzare la tecnologia dato che il personale non si può aumentare. Riproporremo questo sistema in regione che una prima volta ce lo ha respinto e vediamo se si arriva ad allestire questo sistema di sicurezza che in Europa è molto praticato. Aggiungo solo una cosa: i vigili o il sindaco o io stesso non abbiamo accesso ai dati relativi ai furti che avvengono nel nostro Comune. Sembra impossibile, ma le leggi borboniche che ci regolano dicono questo e non c'è verso di essere informati. Tutto poi si ripercuote sull'amministrazione che è a tu per tu con la cittadinanza. L'unica strada è quella di riformare il sistema della normativa nazionale perchè a livello locale facciamo i miracoli.

TIZIANO BULLATO- Farebbe comodo utilizzare la polizia locale per fare cassa con le multe, ma i problemi sono diversi. Vicenza si sta dotando di un sistema di controllo che farà anche cassa ma che è pensato per utilizzare la tecnologia al servizio della sicurezza. Se poi la tecnologia fornisca miglioramenti è da verificare così come si sa che bisogna avere personale per controllarle le telecamere. Le colonnine arancione che ci sono in giro per la provincia sono state sconfessate dal miniostro Lupi. Servono come deterrente ma non è una tecnologia vincente se è vero che accanto ad ognuna dovrebbe esserci una pattuglia.

dario_rotondi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)DARIO ROTONDI- Le risorse sono insufficienti, evidente; bisogna fare scelte precise: se devo contrastare la prostituzione di strada è difficile che contrasti anche quella in appartamento, cioè quella volontaria e non visibile. I due fenomeni assieme non sarebbe possibile contrastarli. la cooperativa La Mimosa ha identificato su quattro giornali 500 prostitute in provincia di Vicenza che pagano un avviso quotidiano per richiamare clienti. Sugli altri fenomeni è lo stesso, occorre fare una selezione precisa partendo ad esempio dall'accattonaggio molesto lasciando che l'altro, meno pesante, resti nei limiti. Un servizio di sorveglianza è oneroso e chiaramente non si può sostenerlo per tantissimo tempo. La selezione è necessaria e indispensabile pensando che se gli strumenti sono adeguati le possibilità aumentano, se invece gli strumenti sono di sopravvivenza facciamo quello che possiamo. I grandi problemi vengono creati dai rumeni, da quando sono nella Comunità europea ci è stato tolto praticamente tutto quello che avevamo per contrastarli.

TOMMASO QUAGGIO- Padova ha fatto un patto con la polizia rumena, pensa che servirebbe anche da noi?

DARIO ROTONDI- No, non serve a niente se non abbiamo strumenti atti a rimandarli a casa. E gli strumenti non li abbiamo...

 

 nr. 13 anno XIX del 5 aprile 2014

 

 

 

 

 

 

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