NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Anti-prostituzione, ecco la "carta" videosorveglianza

Il Comune di Creazzo ha installato otto telecamere come deterrente per lucciole e clienti, mentre a Vicenza si attendono quelle mobili. Ecco come la pensano anche i sindaci di Altavilla e Montecchio Maggiore

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Anti-prostituzione, ecco la "carta" videosorveglia

(C.R.) Nella lotta contro la prostituzione da strada, scende in campo la videosorveglianza. Il Comune di Creazzo ha da poco installato otto telecamere come deterrente per lucciole e clienti, mentre a Vicenza si attendono le telecamere mobili. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto aprire il dibattito, sentendo anche come la pensano i sindaci di Altavilla e Montecchio Maggiore, comuni a loro volta interessati dal passaggio della regionale 11, da sempre luoghi di meretricio. Ecco cosa è emerso.

 

Stefano Giacomin, sindaco di Creazzo: «Le telecamere sono un deterrente, le immagini potranno essere richieste dall'autorità giudiziaria»

Anti-prostituzione, ecco la "carta" videosorveglia (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il Comune di Creazzo, che fa parte dell'hinterland di Vicenza, è uno di quelli maggiormente coinvolti nella lotta contro la prostituzione da strada, che come detto coinvolge da decenni proprio la statale 11. Il sindaco Stefano Giacomin, rieletto sindaco nelle amministrative dello scorso maggio, ha portato avanti questa battaglia da cinque anni e, come promesso in campagna elettorale, lo farà anche per la durata di questo nuovo mandato. Nel novembre 2011 il comune di Creazzo (assieme a quelli di Altavilla e Sovizzo) deciso di emanare, attraverso un'ordinanza, il divieto in alcune vie all'esercizio dell'"antico mestiere", adeguandosi a quanto fatto da Vicenza.

Adesso a Creazzo la nuova battaglia anti-prostituzione sembra essersi spostata sulla videosorveglianza, pur nell'ambito di un progetto più ampio che prevede l'installazione di telecamere anche nella piazza centrale e in altre aree considerate "sensibili". «Sulla regionale 11 - spiega il sindaco Giacomin - abbiamo installato quattro postazioni, per complessive otto telecamere, questo per garantire una certa copertura nell'area prescelta. Il tratto di nostra competenza sull'importante arteria è di circa 3 chilometri, ma le telecamere non sono state posizionate a distanze uguali tra loro ma bensì in quelle zone che abbiamo ritenuto di maggiore concentrazione di prostitute. L'impressione è che questa iniziativa, se pur in vigore da poco, possa aver contribuito a diminuzione delle ragazze presenti in strada, così come le segnalazioni dei display luminosi in cui si evidenzia l'iniziativa. Vorrei precisare che le rappresentano un deterrente, non è nostra intenzione perseguire nessuna attraverso i numeri di targa. Ovviamente le immagini potranno essere richieste dall'autorità giudiziaria nell'ipotesi di qualche episodio, come avviene anche per la videosorveglianza pubblica o quella delle banche».

«L'intero progetto - conclude il primo cittadino di Creazzo - è costato complessivamente 44 mila euro e l'installazione delle telecamere è avvenuta anche grazie la realizzazione di un ponte radio che oltre che per la videosorveglianza servirà anche per l'utilizzo gratuito del wi-fi, rivolta in particolare per i giovani, nelle piazza del paese».

 

Dario Rotondi, assessore alla sicurezza urbana del comune di Vicenza: «Siamo in attesa delle telecamere mobili, poi verranno collaudate»

Anti-prostituzione, ecco la "carta" videosorveglia (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Da Creazzo a Vicenza, come detto due comuni confinanti, il passo è breve. Se nel primo sono state installate le telecamere fisse, nel capoluogo berico si punterà sulle telecamere mobili, come ulteriore "arma" contro la prostituzione su strada. «Stiamo attendendo l'arrivo delle strumentazioni - precisa Dario Rotondi, assessore alla sicurezza urbana del comune di Vicenza - anche se poi una volta arrivate bisognerà collaudarle, per capire se sono in grado di evidenziare, soprattutto perché l'orario è quello notturno, le targhe degli automobilisti: lo scopo principale è proprio questo visto che nessuna prostituta ha sinora pagato una sola molta. E a proposito dei verbali bisognerà anche cercare di capire come procedere da un punto di visto giuridico per l'eventuale invio delle multe. Per quanto riguarda la scelta delle telecamere mobili è stata presa proprio per il fatto che coprire molti chilometri delle arterie cittadine inserite nella "zona rossa" sarebbe stato impossibile ma anche per sfruttare l'effetto sorpresa in quanto le telecamere fisse sono facilmente individuabili».

All'assessore comunale alla sicurezza urbana, in passato Questore di Vicenza, abbiamo chiesto come procede il tentativo di "dirottare" le prostitute nella zona industriale di Vicenza, in zona ovest. «Qualche spostamento in effetti c'è stato - spiega il dottor Rotondi - ma inevitabilmente si tratta di un processo lento. Nessuno si illudeva che questo potesse avvenire in tempi rapidi anche per le statistiche a nostra disposizione, che indicano come solo il 16% dei clienti abitano a Vicenza, il 40% di loro risiede nel Vicentino e il rimanente 44% arriva da fuori provincia. Questo significa che non è facile rendere noto che in zona industriale, che in viale della Scienza non si corrono rischi di multe, d'altronde non possiamo certamente programma una campagna informativa in questo senso. In realtà il problema è un altro: la quasi totalità delle donne che poi si prostituiscono in viale Verona e in viale San Lazzaro abitano a breve distanza e non intendono spostarsi in altre zone della città. L'obiettivo in definitiva è inverso: se quasi tutti i clienti con il tempo si sposteranno in zona industriale a questo punto saranno costrette anche loro a cambiare aree».



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