NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Con l'estate cresce la voglia di avventura

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Con l'estate cresce la voglia di avventura

C'è anche la bicicletta, come ci dimostra Lanzaretti...

tino_lanzaretti (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)LANZARETTI- Anche andare in bicicletta ti richiama alla tua realtà personale perché è un viaggio lento su cui si può sempre meditare. Dico subito che è più semplice di quanto non si creda. Invece ho perso dieci chili circa, partito da vegetariano ma in corso d'opera ho mangiato quello che trovavo, compreso qualche pezzo che non ho voluto sapere cos'era. Il fatto è che non puoi permetterti di storcere il naso, devi prendere quello che trovi perché la fame è fame. Quando la soffri ti mancano le energie e bisogna recuperarle perché altrimenti non hai l'unica benzina che serve, cioè l'energia per continuare

TESSAROLO- Siamo di fronte a personaggi davvero particolari, qui siamo nell'ambito delle virtù umane, affrontando li rischi e senza che questi ti restino troppo addosso quando torni. Non si può sempre ripartire per cui occorre fare tesoro dell'avventura, che poi è anche quella di vivere tutti i giorni. Dopo di che ci sono anche i sogni e sognare non è male, non è proibito...

LANZARETTI- La mia esperienza ha avuto dentro tutto questo. Questa volta sono partito con la mia compagna, abbiamo superato insieme tutto quanto, è stato come convivere per vent'anni. Poco cibo, poca acqua, tanto caldo: bisogna star sereni e cercare di trovare ogni mattina qualcosa di mangiare. In Africa ti trovi in situazioni quasi normali come le città dove si trova quel che si cerca, ma anche si attraversano zone dove non c'è niente, Ti devi affidare a quel che trovi a quel che ti può offrire questa gente meravigliosa che se ne va per decine di chilometri con taniche pesantissime a fare acqua. Non ti puoi portare dietro niente, il bagaglio deve essere leggero. Nei villaggi l'acqua si trova, ma non si sa mai quando ne avrai bisogno la prossima volta per cui per cucinare devi portarti dietro taniche fatte apposta per la bici. Minizuppe, patate fritte e uovo. È andata così per tutti i cinque mesi che è durato il nostro viaggio. Ci siamo dimenticati la verdura, appena qualche pomodoro che era come una borsa piena di zecchini d'oro, qualche pezzo di carne che mettono a seccare fuori dalle capanne, ma raramente. Potevamo caricare 15 chili d'acqua a testa e non altro. In compenso non avevamo bisogno che di questo perché il carico è stato semplificato dal non avere praticamente vestiario neanche quello per la notte. In Africa fa caldo. Siamo andati con una tendina a testa perché è importante. Perfino più importante che difendersi dall'idea di leoni e elefanti. Qualche caduta di umore l'abbiamo avuta, ma alla fine sono cose che si superano perché appena ti allontani senti la necessità di riprendere il viaggio assieme. Debbo dire che avendo fatto anche il Centroamerica e su fino al Canada l'Africa è stata quasi una passeggiata, perché la violenza del Centroamerica è indescrivibile.

mario_vielmo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VIELMO- È la situazione tipica dei viaggi estremi. Ti confronti con te stesso e alla fine bisogna uscirne. Come dice Lanzaretti. C'entra anche la difficoltà dei problemi digestivi, di qualche sospetto per l'acqua non proprio ottima, cose che alla fine il fisico si abitua a sopportare e superare. Andare da soli è forse più facile, ma con altri, sempre arrivandoci in fondo, è un'altra cosa perché hai qualcosa da dividere. Quest'anno siamo partiti con Claudio e Anna Lisa Fioretti per andare a fare un ottomila dell'Himalaya; eravamo al trekking di acclimatazione alle pendici dell'Everest e lì abbiamo visto la tragedia degli sherpa. Sono mitizzati da un lato ma sfruttati dall'altro; è un lavoro da trasportatore a spalla che frutta 4000 euro per due mesi di lavoro durissimo; in compenso il Nepal incassa in royalties dalle spedizioni diecimila dollari ad alpinista. Uno sbilanciamento enorme che dovrebbe essere cambiato e difatti la dimostrazione di protesta che gli sherpa hanno organizzato dopo la strage dei loro compagni richiamava questi problemi a parte la miseria offerta alle famiglie dei morti come risarcimento. Piano piano se ne sono andati tutti ed è stato chiuso l'accesso alle due montagne, il Loz e l'Everest. Credo sia stato un segnale di rispetto che si doveva dare. Uno sherpa morto fa ricevere alla famiglia tre o quattromila euro dalle assicurazioni e cinquecento euro dal governo nepalese. Ecco perché hanno protestato. L'incidente è stato un evento tragico, terribile, del tutto fortuito: in quel punto ci poteva essere chiunque, si tratta di un passaggio ai piedi della cascata di ghiaccio che tra l'altro a quell'ora del mattino non ha mai dato problemi., Invece questa volta è crollato un intero saracco, una massa enorme che nessuno poteva fermare e su quel sentiero stretto dove passa un uomo alla volta è arrivato come un treno e nessuno si poteva salvare, neppure gli alpinisti che erano già passati per andare al campo 1; è stato solo questione di qualche minuto in più o in meno o addirittura di qualche metro in più o in meno. La cosa più importante è che bisogna porre delle regole su chi può o non può salire queste montagne. Nel 96 sono saliti e sono stati uccisi alpinisti americani di una spedizione commerciale che non erano nemmeno in grado di farsi un nodo. E questo succede abbastanza di frequente. Occorrono regole.

TESSAROLO- È una situazione vergognosa. Mario era l'unico in spedizione individuale, gli altri sono tutti di spedizioni commerciali che ricevono soldi da chi vuole salire per organizzare la salita alla montagna. Gli sherpa hanno detto giustamente no e con questo le spedizioni commerciali hanno capito che non avevano risorse umane per continuare. Gli sherpa sono sfruttati in un modo intollerabile, più lavorano più ricevono i cosiddetti bonus, ma è un lavoro rischiosissimo che va considerato per quello che è: una guida europea per una stagione prende 50/60mila dollari. Questa è la differenza. Concludendo: mentre Mario va senza sherpa e può salire lo stesso in cima all'Everest, la spedizioni commerciali hanno decine di componenti e senza sherpa non vanno da nessuna parte, debbono utilizzarli per forza altrimenti il loro materiale rimane al campo base. Intanto c'è da ricordare che i nostri sponsor, come Sergio Bassan, sono quelli che ci permettono di fare quello che facciamo dato che noi viaggiamo a nostre spese e con le nostre solo forze.



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