NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

La trappola del gioco è una battaglia ancora incerta

Tra ricorsi di vari gruppi di cittadini al TAR e controricorsi dei titolari di sale da gioco continua la sostanziale incertezza di un settore che non può essere demonizzato e andrebbe invece diversamente regolamentato specie nell'ubicazione delle sedi del gioco

facebookStampa la pagina invia la pagina

La trappola del gioco non si vince col moralismo

(g. ar.)- Tra le idee che vagano nella nostra vita quotidiana più o meno diventando incubi ad occhi aperti difficili da smantellare e respingere c'è anche quella che recita così: il gioco d'azzardo nuoce alla salute. Almeno sul piano dei princìpi accertati si tratta di una verità poco contraddicibile: rovinarsi per giocare è diventato una patologia psicologica con conseguenze sociali quanto meno alla stessa stregua dell'alcolismo o dell'eccesso di fumo. Tra ricorsi alla magistratura amministrativa e risposte perlopiù negative da parte dei giudici ci si domanda se effettivamente sia possibile limitare in qualche modo il problema e come. Ma naturalmente si tratta di una attività commerciale che per essere iniziata organizzata e gestita ha bisogno di un percorso di autorizzazioni ufficiali. Chi lavora, queste autorizzazioni evidentemente le ha nella propria documentazione, non è neppure il caso di pensare ad operazioni repressive di un diritto largamente acquisito dalle autorizzazioni dato che ci sono tutti i timbri previsti. E allora?

Allora, per dirla tutta, bisognerà forse passare all'altro versante del problema, rappresentato dalla effettiva opportunità di una regolamentazione specifica e probabilmente opportuna -al momento del tutto da studiare- e che si dedichi al modo che viene utilizzato attualmente per stare nella città: le sale da gioco sono state aperte senza alcuna preoccupazione del luogo, delle opportunità di vicinato, dell'effetto possibile sulla realtà sociale dentro la quale vengono ad operare e naturalmente lavorano in modo del tutto legittimo sotto l'aspetto del diritto.

La trappola del gioco non si vince col moralismo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Va da se' che non sembra propriamente opportuno o se volete costruttivo che una sala da gioco abbia il suo centro di lavoro a due passi da una scuola, dalla parrocchia, dai luoghi di aggregazione sociale di primaria frequentazione, dove cioè può verificarsi un incitamento nemmeno tanto indiretto al gioco d'azzardo.

Il fatto è che il fiorire della nuova presenza di sale da gioco si è sviluppato in un contesto non regolamentato da questo genere di augurabili riserve per cui ciascun impianto ha trovato e si è adattato dove meglio consigliava la situazione di stretta disponibilità del mercato nel preciso momento in cui si è aperta la pratica amministrativa che ha permesso l'inizio del lavoro. Non c'è nessun'altra logica nascosta in questa realtà e appare francamente scaduta la tesi che ha portato nei primi tempi alla presentazione di alcuni ricorsi al Tribunale amministrativo regionale anche da parte dello stesso Comune di Vicenza che quelle autorizzazioni ad aprire le aveva concesse secondo normale prassi. Così come ci pare non ci siano molti dubbi sul fatto che ciascuna sala da gioco se rimanga esattamente dove si trova attualmente, giusto secondo i normali parametri di mercato e di legge (canone di affitto, divieto di ingresso ai minori, ecc.) che appunto questa realtà codificano senza altri commenti.

Non sarà insomma il TAR a poter rispondere della opportunità o meno di una certa posizione fisica della sala rispetto al quartiere a meno che non si verifichino condizioni di eccezionale e dimostrato disagio che facciano cambiare il giudizio. È evidente, esistono problemi di vicinanza costituiti dall'attrazione che la sala gioco può esercitare sui ragazzi più giovani ed in condizione più fragile per età. È altrettanto evidente che a meno non si progetti un centro in cui si concentrino tutte le sale da gioco, la loro convivenza con il quartiere e la sua gente sembra quanto meno inevitabile. Senza visibili alternative. La battaglia rimane incerta...

All'ultima puntata estiva di IN PIAZZA (si riprende in settembre) sono venuti a parlare di gioco d'azzardo e di conseguenze sociali già accertate il consigliere comunale di Vicenza RAFFAELE COLOMBARA, CHIARA PAVAN segretario cittadino del Partito Democratico, SANDRO PILAN psicologo della Cooperativa Nuova Vita che si occupa delle patologie connesse al gioco e GIOVANNI TRIVELLATO avvocato civilista.



continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar