NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La trappola del gioco è una battaglia ancora incerta

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La trappola del gioco non si vince col moralismo

La questione gioco va ripresa e riattualizzata perché in realtà rimane aperta a causa del ritardo di una regolamentazione nazionale che aiuti le amministrazioni a intervenire, come, quando e secondo quali parametri legislativi...

raffaele_colombara (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)COLOMBARA- La questione ha radici lontane ma con una eco molto forte in questi ultimi anni coinvolgendo le amministrazioni e avendo risvolti sociali economici e amministrativi rilevanti. Ora si può dire questo: oltre ai cittadini e agli amministratori ora partecipano alla discussione sul tema anche consiglieri regionali e anche dei deputati per cui c'è stato un avanzamento dell'immagine del problema-gioco come nel caso della pubblicità per i mondiali che è stata cancellata ottenendo un primo risultato. Ora dico che tutte le misure sono state prese per quanto riguarda i Comuni, però ricordo anche che molte Regioni di dotano di una loro normativa anche se non siamo vicini al livello superiore, quello nazionale, su cui si scontrano i veri interessi. Passi in avanti sì, ma resta un punto scoperto e cioè che ci vorrebbe una vera moratoria che mettesse in ordine tutto quanto è stato deciso negli ultimi due anni. I buoi si dice che siano quasi tutti scappati, ma ci sono ancora conseguenze che ancora non si conoscono, a partire dai contratti in essere con lo Stato come quello di Lottomatica. Ci stiamo dimenticando che lo Stato alla scadenza dei contratti ci arriverà senza aver capito quel che deve fare per cui il rischio c'è tutto e riguarda anche noi. In questi anni si sono dati numeri di tutti i generi a parte quelli dei monopoli che se li sono tenuti occultati: ora i costi sociali connessi al gioco sono di 6 o 7 miliardi mentre lo Stato ne sta prendendo oltre 9, già stiamo pagando più o meno quanto incassiamo pur dovendo ancora cominciare a ragionarci veramente sopra...

TRIVELLATO- Il contenzioso si sviluppa naturalmente tra quelli che vogliono fare un certo lavoro e la controparte che tende a non farglielo fare perché segue altre riflessioni non prevalentemente commerciali. Così, il radicamento delle due posizioni va a finire davanti al giudizio; l'evoluzione ci fa vedere che il giudice del Consiglio di Stato si è pronunciato varie volte, che cominciano ad intravvedersi degli indirizzi giurisprudenziali che possono avere importanza per le scelte future delle amministrazioni. La Corte costituzionale ad esempio ha recentemente fatto un punto importante in risposta al TAR del Piemonte che aveva posto la questione della legittimità delle leggi quando queste non consentono la disciplina regolamentare coinvolgendo luoghi e orari in particolare: la Corte dice più no che sì a questa facoltà degli enti locali e dice anche che le norme possono essere interpretate dando spiragli alla intera questione sul versante della disciplina degli orari di apertura dei luoghi di gioco (le ordinanze dei sindaci ci possono essere anche se in modo limitato finché non arriva una legge diversa da quella nazionale vigente) e in secondo luogo si individua nel potere pianificatorio del Comune, cioè nella collocazione e limitazione geografica delle attività, la possibilità di discutere questo tema in altro modo. Il problema dal punto di vista dei sindaci è che difficilmente con una giurisprudenza in fase di formazione si può pensare di poter chiudere tutto e subito. In fase di pianificazione urbanistica è chiaro che senza escludere le situazioni pregresse si può pensare che tutto il contesto diventa in trasformazione effettiva con una prospettiva che effettivamente si pone. Quindi da questo punto di vista, per usare la metafora di prima, si può anche dire che i buoi non sono del tutto ancora scappati.

chiara_pavan (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)PAVAN- C'è Daniela Sbrollini che è vicepresidente degli affari sociali e lavora in contatto con l'on. Ginato che è nella commissione finanze: è una sinergia che permetterà di cercare e trovare soluzioni. Sono molto attenti alle problematiche ovviamente anche di Vicenza e si impegnano sollecitando dal punto di vista formativo ed educativo la maggiore discussione sul problema della ludopatia: esiste, è qualcosa che deriva da attività anche ma non solo commerciali, ha risvolti e ricadute che sono sociali economiche mediche fino alle scelte strategiche delle amministrazioni per venire a capo dei problemi. Questi temi non possono essere di moda ma occorre monitorarli costantemente. Per questo i nostri parlamentari dedicano tanta attenzione ai giovani che sono l'utenza in aumento anche in questo settore. Serve una normativa, ma serve anche una formazione seria degli operatori, così come l'impegno sul terreno della pubblicità e il riconoscere la ludopatia come qualcosa che ha conseguenze molto grosse e molto gravi non solo per chi ne è vittima diretta ma anche per tutto il contesto in cui vive. Occorre anche ulteriore vicinanza con le amministrazioni per permettere che prendano decisioni opportune e praticabili. Secondo me infine ci vuol una maggiore conoscenza di tutte queste problematiche, ma anche è necessaria una formazione reale di chi se ne deve occupare.

COLOMBARA- C'è già una serie di decisioni: Valle d'Aosta, Umbria, Toscana. Il Veneto è ancora al palo pur con alcune proposte presenti. Le Regioni si stanno dotando di una loro normativa e in questo modo forniscono strumenti ai Comuni. Il fatto è che siamo ad una svolta difficile in quanto c'è contraddizione nel momento in cui si preme giustamente sul governo centrale per una lieve almeno limitazione al libero mercato mentre a partire dagli orientamenti europei il libero mercato è praticamente illimitabile: e però allora mi domando perché su tutto questo tema è solo la Questura ad avere la competenza per poter dire qualcosa dal momento che l'attività di gioco non è considerata una attività commerciale pura e semplice.



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