NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Cremazione sì, ma di chi sono le ceneri?

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Cremazione sì, ma di chi sono le ceneri?

Crediamo d'altra parte che dietro tutta questa imperdonabile superficialità ci siano state anche condizioni obiettive di lavoro e su questo si può affermare tranquillamente che qualsiasi inconveniente sarebbe evitabile se l'amministrazione direttamente interessata prestasse attenzione non soltanto alle segnalazioni ed ai suggerimenti degli addetti ai lavori quando una situazione si dimostra così deficitaria, ma anche molto prima, quando si è chiamati a pianificare gli interventi e a decidere dove come e perché un certo investimento deve essere fatto.

Nel caso di Vicenza si può ben dire che quest'ultimo rilievo abbia un fondamento non da poco. Nel momento in cui è stato deciso di realizzare il nuovo forno crematorio la decisione da prendere avrebbe dovuto tenere conto della realtà del cimitero monumentale, una struttura storica non facilmente oggetto di aggiustamenti o correzioni e quindi sicuramente quanto meno poco o nulla adeguata ai tempi che viviamo; verso il cimitero monumentale occorreva probabilmente indirizzare una scelta un po' più razionale lasciando il vecchio impianto a funzionare esattamente dove si trovava e dove avrebbe potuto assolvere al lavoro di riduzione in cenere dei resti delle salme esumate dopo la scadenza prevista per legge, dato che sono molto frequenti i casi di non completa consumazione dei cadaveri.

Cremazione sì, ma di chi sono le ceneri? (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Se così fosse stato fatto la scelta successiva doveva essere quella di destinare il nuovo impianto di cremazione ad una sistemazione più moderna e adeguata alle necessità, cioè al cimitero delle Maddalene dove ci sono tutti i presupposti per una operazione di rinnovamento di questo tipo a partire dai grandi spazi che naturalmente sono indispensabili. Il fatto che non si sia pensato a questa soluzione costituisce un errore singolare di prospettiva.

Naturalmente stiamo parlando della storia di ieri e la situazione odierna non è ovviamente suscettibile di cambiamenti da questo punto di vista. Lo è del tutto sull'altro versante del discorso e cioè sul riconoscimento alle famiglie dei defunti di alcuni diritti elementari che non si possono negare. Se da una parte l'adozione particolarmente semplice del sistema di identificazione del dopo-cremazione legato al microchip o dall'altra della placchetta di metallo refrattario non comportano grandi progetti e non costano praticamente un centesimo, tutto il sistema attualmente in atto deve prevedere altro genere di trattamento per le famiglie dei defunti.

Una cremazione non dura giorni, è abbastanza semplice, può cominciare e concludersi con la consegna dell'urna contenente le ceneri in poco tempo, diciamo un paio d'ore. Non ha quindi nessuna giustificazione il ritmo attuale che prevede la consegna del feretro oggi per ricevere l'urna domani, così come non ne ha l'esclusione totale dei parenti da tutta l'operazione. Identificazione certa a parte, si capisce. E se in altre città si è raggiunto un trend di comportamenti che testimoniano quanto sia confortante per le famiglie ricevere almeno l'impressione di un ambiente e di una situazione rispettosi verso il loro dolore, non si capisce perché questa elementare preoccupazione dovrebbe risultare estranea a una città come Vicenza che per antiche tradizioni di devozione e di fede dovrebbe al contrario mantenere nei confronti del momento della morte un atteggiamento proporzionato ai suoi princìpi secolari di omaggio e rispetto e farne quindi una specie di codice di comportamenti indirizzati al meglio.

Per concludere con qualche concetto ancora più solidamente pratico, sottolineiamo ancora una volta che si tratta di problemi del tutto risolvibili tanto più che siamo con ogni probabilità in una fase di assestamento: i momenti più difficili si sono originati forse anche a causa dell'intensificazione molto accentuata che la scelta della cremazione ha ricevuto in questi ultimi anni.

Se andiamo a controllare le cifre complessive relative ai 26 Comuni che in consorzio tra loro convergono sull'impianto di Vicenza scopriamo ad esempio che nel 2013 le persone cremate provenienti da tutta l'area sono state 1031 (549 sono di Vicenza), come dire che si tratta di una bella percentuale rispetto al totale dei 1878 decessi. La crescita della domanda di questo servizio è stata infatti abbastanza lenta anche se continua negli anni fino al 2007 quando ci sono state 640 cremazioni, per toccare nel 2008 le 700, arrivare alle 911 nel 2012 e infine alle 1031 dell'anno scorso. Le previsioni per quest'anno sono ovviamente improntate ad un altro incremento e le cifre si conosceranno nel prossimo gennaio, ma non ci sono dubbi sull'andamento di questa curva che ormai da anni ha segnato soltanto incrementi e nessuna regressione.

Crediamo che nessuno si aspetti guanti bianchi e livrea in una cerimonia di cremazione ma siamo altrettanto certi -e lo siamo per esperienza personale- che basterebbe poter definire "cerimonia" questo momento cruciale che segna il saluto definitivo e senza possibilità di rimedio ad una persona cara.

Le famiglie vanno quindi assecondate e non respinte, accolte e non praticamente ignorate come si continua a fare a Vicenza. Che ci siano rimedi possibili e di quasi nessun costo lo abbiamo già sottolineato per cui a questo punto tocca agli uffici del Comune il compito di determinare il vero cambiamento che ci si aspetta. Della civiltà del vivere assieme fanno parte anche queste sfumature che nel caso in questione non sono nemmeno tanto sfumature formali quanto questioni di pratica quotidiana a cui dare tutta l'attenzione.

Per ottenere questo risultato non servono nè ordinanze nè piani quinquennali. E' sufficiente rendersi conto di quel che succede e porvi rimedio.

I Comuni che si sono costituiti in consorzio con Vicenza sono: Arcugnano, Brendola, Brogliano, Caldogno, Castegnero, Costabissara, Creazzo, Dueville, Foza, Grancona, Molvena, Montebello, Montecchio Precalcino, Monteviale, Nanto, Orgiano, Piovene Rocchette, Quinto, Roana, San Germano dei Berici, Santorso, San Vito di Leguzzano, Schio, Torrebelvicino, Valdagno, Valli del Pasubio.

 

nr. 31 anno XIX del 13 settembre 2014 



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