NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Una storia d’Amore di Italo Francesco Baldo; Quale futuro per la Provincia? di Gianfranco Dori

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Una storia d’Amore di Italo Francesco Baldo; Quale

 Una storia d’Amore

Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo

 

 

“Compresi che l'Amore racchiudeva tutte le vocazioni, che era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi. Gridai: ho trovato il mio posto nella Chiesa, sarò l'Amore.”

(Manoscritto B)

 

 Esiste ed è rintracciabile nel web un’Enciclopedia dei Santi, Beati e testimoni, () nella quale sono descritte le vite e le opere di coloro che la Chiesa ha beatificato o canonizzato o sono degni di memoria per la loro vita e testimonianza, nonché per le loro opere e per la vita esemplare che hanno condotto. La prassi per l’elevazione agli altari è molto complessa ed è frutto di minuziose indagini, d’accoglimento di testimonianze e d’ogni elemento utile per la comprensione della santità, tra cui anche se si può attribuire all’intercessione a Dio del venerabile, dei miracoli. Molti i sono beati e santi famosi, altri meno e altri ancora che sono ricordati solo nelle zone in cui vissero, come alcuni santi e beati del territorio vicentino come Gaetana Sterni (1827-1889) o Isnardo da Chiampo ((?-1244).

 Tra coloro che hanno un ricordo mondiale e con la loro vita e i loro scritti esercitano un grande interesse e fascino vi è, senza dubbio alcuno, Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, comunemente nota come Santa Teresa di Lisieux (Thérèse Françoise Marie Martin Alençon, 2 gennaio 1873 – Lisieux, 30 settembre 1897), patrona, insieme a san Francesco Saverio (1506-1552) delle missioni, di Francia insieme a Santa Giovanna d’Arco, e a Lei si rivolgono fiduciosi l’Australia; la Russia; i malati di AIDS, di tubercolosi e d’altre malattie infettive; gli aviatori; i fiorai; gli orfani. Molte le istituzioni dedicate alla Santa; a Vicenza il monastero dell’Ordine delle Carmelitane Scalze è situato nella zona di Monte Berico (Via D’Azeglio).

Una storia d’Amore di Italo Francesco Baldo; Quale (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

Carmelo di Lisieux

 

 Santa Teresa di Lisieux entrò nell’ordine carmelitano nel monastero di Lisieux con uno speciale permesso a 15 anni, dopo aver chiesto, in occasione di un pellegrinaggio a Roma, audacemente, allo stesso papa Leone XIII di potervi essere ammessa. La vocazione era sorta prestissimo in seno alla famiglia. Tutte le sorelle Martin diverranno religiose, quattro carmelitane ed una al monastero della Visitazione. La famiglia e l’educazione impartita dalla madre, che morì giovane, e dal padre era ispirata alla fede cattolica, vissuta intensamente. I genitori sono stati beatificati e sono un esempio anche oggi di come si dovrebbero educare i figli. L’entrata al Carmelo realizzò la vita di Teresa e nonostante le difficoltà che s’incontrano in ogni luogo e in ogni tempo della vita, ella orientò ogni suo pensiero ed atto alla testimonianza della verità. Ebbe difficoltà nella salute e proprio queste la portarono giovanissima alla morte che non fu vista come la più terribile delle vicende umane, ma solo come un passaggio alla vita totalmente spirituale. La preghiera, coltivata particolarmente nei Carmeli, la occupava totalmente, perché questo servizio divino interiore è uno stile di vita che informa di sé tutti gli altri atti della vita. Scelse il nome “Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo” ad indicare che nella fede si è come i bambini. Non puerili certamente, ma, a loro somiglianza, con la disponibilità ad accogliere totalmente la Parola di Dio. “Del Volto Santo” indica una particolare attenzione alla sofferenza di Gesù Cristo in croce. Il Volto Santo era oggetto di particolare venerazione fin dal medioevo in tutta Europa; a Lucca è un crocifisso ligneo, che la leggenda definisce un'immagine Acheropita (non fatto da mano (umana) del Volto Santo (cfr. Relatio de revelatione sive inventione ac translatione sacratissimi vultus).

Una storia d’Amore di Italo Francesco Baldo; Quale (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) 

Il Santo Volto nel duomo di Lucca

 

 Due anni prima della morte, su invito, della Madre Priora, Teresa scrisse i suoi ricordi, un’autobiografia che, pubblicata l’anno successivo alla morte nel 1898, con il titolo Storia di un’anima ebbe ed ha una grandissima diffusione. Tradotta in moltissime lingue è un testo di riferimento per la spiritualità cristiana, Non è semplicemente una narrazione, ma la spiegazione intensa della propria fede nella quotidianità, indicando una piccola via che l’uomo di fede segue: “ il Buon Dio mi faceva sentire che la vera gloria è quella che durerà eternamente: per giungerci non è necessario compiere azioni clamorose, basta nascondersi e praticare la virtù, in modo che la mano sinistra ignori quello che fa la destra.“ (Storia di un’anima, 98). Un insegnamento semplice, che si diffonde subito e che san Pio X, di cui ricorre quest’anno il centenario dalla morte, coglie indicandola come “la santa del nostro secolo”. Suor Teresa sarà elevata all’onore degli altari da papa Pio XI nel 1925. Lo stesso papa intitolerà il Pontificio Collegio Russo a Santa Teresa del Bambin Gesù e con Francesco Saverio, protettrice dei sacerdoti lì formati da inviare in apostolato in Unione Sovietica, dominata allora da Stalin, dal comunismo materialista ed ateo che distruggeva le chiese d’ogni religione.

 Tutti i successivi pontefici avranno particolare venerazione per questa santa e Giovanni Paolo II il19 ottobre 1997 la proclamerà “dottore della chiesa”, il più giovane dottore. La sua personalità, – afferma Giovanni Paolo II – il messaggio evangelico della piccola via della fiducia e dell’infanzia spirituale, hanno trovato e continuano a trovare un’accoglienza sorprendente, che ha varcato ogni confine. L’influsso del suo messaggio agisce prima di tutto su uomini e donne la cui santità o eroicità delle virtù la stessa Chiesa ha riconosciuto, pastori della Chiesa, cultori della teologia e della spiritualità, sacerdoti e seminaristi, religiosi e religiose, movimenti ecclesiali e comunità nuove, uomini e donne di ogni condizione e di ogni continente. A tutti Santa Teresa reca la sua personale conferma che il mistero cristiano, di cui è diventata testimone ed apostola, facendosi nella preghiera, come lei si esprime con audacia, apostola degli apostoli, deve essere preso alla lettera, con il più grande realismo possibile, perché ha un valore universale nel tempo e nello spazio. La forza del suo messaggio sta nella concreta illustrazione di come tutte le promesse di Gesù trovino piena attuazione nel credente, che sa con fiducia accogliere nella propria vita la presenza salvatrice del Redentore.”(GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Divini Amoris Scientia Sancta Teresia a Iesu Infante et a Sacro Vultu, Doctor Ecclesiae universalis renuntiatur del 129 ottobre 1997.)

 Questa parole, scritte da un Santo, bene illustrano i meriti universali, cioè cattolici, di Santa Teresa e la sua importanza che invita tutti gli uomini e li invita ai diversi gradi di perfezione cui ogni anima è libera di rispondere accogliendo le proposte di nostro Signore. (Cfr. Storia di un’anima, 37)

 L’abbandonarsi fiducioso nelle braccia di Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) è quello stesso di ogni fanciullo che sa, senza troppe spiegazioni, dove origina l’Amore che lo fa vivere, la fortifica e lo glorifica.

 La Storia di un’anima, non è una semplice narrazione cronologica, ma è storia nel suo significato più vero, più profondo, ossia il chiedere il PERCHÉ di tutto a Colui che il tutto ha creato. Ricercare quindi lo spirito degli avvenimenti, non il semplice tempo spaziale in cui questi sono accaduti, quello dell’orologio direbbe H. Bergson. È l’interrogarsi profondo intorno al principio attivo che fa l’uomo produttore della sua storia, perché si chiede il perché della stessa storia e lo ricerca con un continuo domandare, proprio COME il bambino fa affacciandosi al mondo e alla sua dispersa molteplicità, cercando di dare ad essa quell’unità che è richiesta dalla mente, dall’anima e dal corpo che nel fluire della vita costituiscono sono sempre la persona.

Una storia d’Amore di Italo Francesco Baldo; Quale (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)



 

  Santa Teresa d’Avila

 

 È un itinerario quello che Teresa descrive e che ha come fine la ricerca della verità, come la Madre fondatrice (Santa Teresa d’Avila), diceva. Questa è la sostanza d’ogni attimo della vita, perché è Dio stesso: “Un giorno la maestra dell’Abbazia mi domandò che cosa facessi nei giorni di vacanza quando mi trovavo sola: « Le risposi che andavo dietro il mio letto, in un po’ di posto vuoto che c’era, e che chiudevo la tenda per pensare». « Ma a che cosa pensi? », mi domandò ancora. «Penso al Buon Dio, alla vita, all’eternità…insomma penso!” Questo pensiero deve essere occupato dal Vangelo “in esso trovo tutto quello che è necessario alla mia povera, piccola anima. Vi scopro sempre nuove luci, significati nascosti e misteriosi…”. (Storia di un’anima, 236). È la semplice complessità del messaggio di Gesù che “ non ha bisogno di libri, né di dottori per istruire le anime, perché Lui, il Dottore dei dottori, insegna senza rumore di parole…Non l’ho mai udito, ma sento che è in me in ogni momento, e mi guida ed espira su quello che devo fare o dire.” (Ivi, 238).

 Questa la storia di un’anima, una storia che è per tutti noi, ognuna l’ha, ognuno la deve significare e se ciò avviene anche alla luce della storia di Santa Teresa, allora avrà da lei imparato che la ricerca del perché è la suprema ricerca, quella che conduce alla luce di Dio. Così Santa Teresa mi risponde e nel Volto del Cristo ci fa comprendere che le risposte sono semplici, facili ma per saperle dobbiamo amare prima di tutto la nostra stessa storia nelle luci come nelle ombre, ricapitolandola sempre in Cristo l’Amore stesso. Non vi è amore umano se non vi fosse quello divino ad irradiare con la dottrina evangelica il mondo e la nostra anima.

Ridurre la figura di Teresa Martin a “una romantica ragazza dell’Ottocento” come fa I. Magli in Santa Teresa di Lisieux (Milano, Rizzoli, 1984) non voglie la persona, la sua tensione all’Amore di Gesù, che è globale. La lettura della vita della Santa in chiave psicologico-clinica e antropologica è supportata da una lettura interpretativa dei testi della Santa stessa solo nella funzione della linea di lettura adottata. Se proprio vogliamo qualche traccia “romantica”, essa può essere considerata nelle poesie di suor Thérèse, ma il suo modello, in realtà, sono le composizioni che si cantano al Carmelo.

 Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo con la sua piccola via di fede, di spiritualità e di preghiera che si esplicitano nella dimensione totale dell’unione con Gesù (estasi) ha incontrato tanti uomini e donne ed ha insegnato la semplicità del dono di Dio, l’amore rivelato pienamente nel Vangelo per tutta la vita e per tutti i suoi aspetti di sofferenza e di gioia. Dio, nonostante tutte le difficoltà che possiamo incontrare nel riconoscerlo a fondamento, non può essere proscritto dalla nostra vita. Ben ricorda ciò il poeta vicentino Giacomo Zanella in uno dei sonetti, il XXII, dell’Astichello, una raccolta dove della semplicità egli fece tranquillo porto dell’anima.

 

Vive il grande Proscritto. Ebbre parole

 e con poca scienza orgoglio molto

 dalle curie bandito e dalle scole

 avean l’Eterno e lo pensar sepolto.

 

 Vive il grande Proscritto. E non del Sole

 viene con la vampa luminosa in volto

 a dissipar le tenebrose fole

 d’atei dottor; né di tempesta avvolto,

 

Quale il vide Isai sulla superba

 Babilonia tonar; ma donde esala

 Aura dÈfiori, che il calor disserta,

 

Dalla campagna Ei viene, e come un d’erba

 Picciolo stame e d’un moscion coll’ala,

 Trionfio sofista, i tuoi sistemi atterra.

 

(G. Zanella, Astichello, Introduzione di I.F. Baldo, Disegni di G. Rosset, Vicenza, Editrice Veneta, 2013; il moscione, culex vinarius, è il moscerino)

 

E per concludere una poesia della Santa che esprime proprio “la piccola via”

“Il mio canto oggi

 

La mia vita è un sol attimo, un’ora di passaggio:

La mia vita è solo un giorno che svanisce e fugge.

O mio Dio, tu sai che per amarti sulla terra

Non ho altro che l’oggi!

 

Oh, t’amo, Gesù. La mia anima a te anela.

Resta per un sol giorno il dolce mio sostegno.

Vieni a regnare nel mio cuore, dammi il tuo sorriso,

solo per oggi.

 

Che m’importa, Signore, se oscuro è l’avvenire?

Io pregarti per il domani, oh, no, non posso!

Puro conserva il mio cuore, con la tua ombra coprimi,

solo per oggi.

 

Se penso a domani, la mia incostanza temo,

e in cuore tristezza e affanno nascere mi sento,

Ma la prova e la sofferenza voglio, Dio mio,

solo per oggi.

 

Io presto devo vederti sulla riva eterna,

o Pilota divino, che mi porgi la mano.

Sui flutti in tempesta guida la mia nave in pace,

solo per oggi.

 

Lascia che nel tuo Volto, Signore, io mi nasconda.

Là non udrò più del mondo ogni rumore vano.

Dammi il tuo Amore, la tua grazia serbami

Solo per oggi.

 

Della figura di Santa Teresa di Lisieux si parlerà al Carmelo di Vicenza, Via D’Azeglio,19, domenica 28 settembre, alle ore 17,30, dopo i Vespri

 

Italo Francesco Baldo

 

nr. 33 anno XIX del 27 settembre 2014

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