NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il rinnovamento regionale

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Il rinnovamento regionale

Ora siamo alle prese con la novità promossa da alcuni consiglieri regionali e, pare, dai partiti, definibile, più come uno slogan che come un fatto reale, come un rinnovamento: “il ricambio generazionale”. Riempie la bocca e il cuore e, soprattutto, chi non ci sta, magari accampando legittime valutazioni, è un vecchio residuato della prima repubblica. Sempre che gli vada bene. Cito uno dei proponenti questa legge, il consigliere Leonardo Padrin che propone, con retrodatazione, che nessun consigliere o assessore regionale, possa ricandidarsi per un terzo mandato. Da notare che lui, il Padrin, il terzo mandato lo sta concludendo.

Se una legge del genere divenisse operativa avremmo, come provincia di Vicenza, una specie di ecatombe politica perché quasi tutti, assessori e consiglieri dovrebbero restarsene a casa. Non nego che per qualcuno sarebbe una buona cosa, ma tutti, proprio tutti, vorrebbe anche dire che avremmo certamente una squadra nuova ma altrettanto sicuramente una squadra di impreparati.

Personalmente non sono interessato a fare nemmeno la prima stagione regionalistica, e quindi, pur ammettendo che appartengo alla prima repubblica, considero una proposta del genere alquanto strumentale. Niente si oppone, per qual che ritengo essere cosa corretta, che un giovane candidato riesca a battere uno più anziano e già collaudato.

E se un partito ritiene di operare in questo senso farà si che l’anziano collaudato i voti se li cerchi da solo, e supporterà il giovane rampante con la organizzazione di cui dispone. Sta avvenendo, nelle provincie, un tentativo da parte del PD e del Nuovo Centro Destra, di mettere in piedi un sistema che emargini la Lega e, la dove è possibile, metta fuori gioco qual che rimane di Forza Italia.

Da parte sua Berlusconi, a Roma, cerca di fare altrettanto con il Nuovo Centro Destra, magari sostituendolo e facendolo licenziare da Renzi. Ma la Lega di Salvini, superata, sempre che ciò avvenga, la sbornia del recupero dello zoccolo duro, qualche cosa ha pure da dire al di la della battaglia, ideologica, della indipendenza. Ormai il suo peso non è solo nel Lombardo Veneto- Le europee lo hanno ben dimostrato.

Trovo che Flavio Tosi, sindaco di Verona e segretario regionale sia molto deciso in merito alla proposta Padrin, dichiarando “Il limite di due mandati ha senso dove non ci sono le preferenze, ovvero a Roma. Non in Regione”. E su questa linea si pronunciano in molti, compresi personaggi influenti di FI. L’impressione che ne ricavo, personalmente, è che il Consigliere Padrin abbia il desiderio di dare una riverniciata sia al suo Partito, FI, sia a se stesso. Infine una lunga carriera alle spalle, come quella che si ritrova il nostro, può anche logorare.

Forse pensa ad un cambiamento di ruolo. Tra l’altro la sua proposta, come ho già detto, appare strumentale anche perché indica la retroattività che non è compatibile con la Costituzione.

Insomma pare più un gioco che una cosa seria. Un tentativo di depistaggio in vista delle elezioni, per togliere, alcuni dicono il contrario, dei seri appoggi a Zaia. Un segno che la campagna elettorale è già non solo aperta ma anche in pieno svolgimento e ognuno tenta di ritagliarsi uno spazio di visibilità, anche il nostro eroe che potrà sempre affermare che ci aveva provato, a far rinnovamento, ma che non gli è stato consentito dai tanti residui della prima “nefanda” repubblica. Pur essendone lui un sopravvissuto.

 

Mario Giulianati

 

nr. 36 anno XIX del 18 ottobre 2014

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