NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Siringhe infette e prezzi stracciati: riecco l'eroina

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Siringhe infette e prezzi stracciati: riecco l'ero

ATTENZIONE TROPPO ALLENTATA-La situazione è destinata al cambiamento ulteriore, suscettibile di conferme o smentite, a seconda di come andranno le cose, ma sicuramente appesantita comunque da un particolare che aggrava la sorpresa di ritrovarci di fronte ad un mercato promettente per l'eroina da buco e cioè il calo progressivo fino al limite della distrazione... programmata su quella che fino a cinque anni fa almeno era stata una sorveglianza in pressing sul mondo della droga, sorveglianza oggi non più in atto. Questo è un altro dei particolari messi in rilievo dal tot. Balestra nel corso della riunione in Prefettura. La sottolineatura non è di poco conto, dice il responsabile del Sert "perché tutto è stato abbastanza sotto controllo finché ha funzionato il camper che circolava nei punti chiave dello spaccio di droga occupandosi anche della distribuzione gratuita delle siringhe. La sospensione di quel servizio che abbiamo ritenuto utilissimo è diventato evidentemente uno dei punti deboli attraverso cui ha potuto infilarsi questa nuova e crescente fortuna del mercato dell'eroina da buco con tutto quel che ci va dietro. Tanto per continuare ad essere chiari, le segnalazioni più recenti, quelle dei giorni scorsi, ci hanno detto che si è visto scambio di siringhe in via Torino, via Milano, Campo Marzo, Parco Querini. Una collega ha visto direttamente un gruppo di ragazzi che lavavano la siringa ad una fontanella e poi se la passavano a turno. Come ho detto già, queste sono le condizioni più favorevoli al ricrearsi di malattie infettive gravi e gravissime, dall'epatite alla HIV, praticamente senza difesa perché gli accorgimenti igienici elementari in questo modo si ignorano e ignorandoli si provocano tremende conseguenze. Un'altra cosa ho sottolineato: i ragazzi di adesso non hanno la minima idea di che cosa ci sia dietro tutto questo, la pubblicità martellante che veniva fatta fino a poco tempo fa non si fa più e tutto concorre perché davvero si faccia un salto indietro di almeno vent'anni con le conseguenze che possiamo tutti immaginare facilmente, tutti, compresi anche quelli che non sono medici e non se ne intendono...".

CORSI DI SOPRAVVIVENZA- C'è bisogno di veri e propri corsi di sopravvivenza, questo aggiunge oggi Vincenzo Balestra. La verità è che per quanto forte e continua continui ad essere l'azione quotidiana del Sert può servire a rimediare ai guai, non certo a prevenire. Fare corsi di sopravvivenza potrebbe essere un modo per prevenire, appunto, ma è chiaro che il teatro di operazioni del servizio del San Bortolo non può allargarsi fino a limiti non possibili. Il Sert riceve all'anno circa 1400 pazienti tra tossicodipendenti e alcolisti. Si occupa quindi di una fascia di notevole dimensione ma che tuttavia è limitata dallo stesso essere rappresentata dai casi conosciuti, cioè dalle persone che si presentano per essere assistiti e curati. E gli altri? quanti sono quelli che non si conoscono e che probabilmente non si conosceranno mai? e quanti di questi finiranno in una corsia d'ospedale con una malattia infettiva sempre e comunque difficile da affrontare? I corsi di sopravvivenza servono, dice Balestra, perché informano prima di tutto i giovani di qualcosa che non conoscono o di cui hanno soltanto sentito parlare andando poi ugualmente a caderci dentro: "Davvero mi pare di essere vicino a quella fine degli anni 80 che fu un vero disastro per le tossicodipendenze. Allora si parlava di riflussi sociali, di problemi anche importanti, ma la situazione di oggi è decisamente peggiore se pensiamo alla fortissima disoccupazione e anche alla caduta reale di valori di riferimento che non so come sarà possibile recuperare o ristabilire e sulla base di quale persuasione, di quali motivazioni da presentare ai ragazzi".

Siringhe infette e prezzi stracciati: riecco l'ero (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VIVIAMO UNA CRISI EPOCALE- Questa crisi di valori e di riferimenti stabili e tranquillizzanti che invece una società deve continuare ad avere ben chiari davanti agli occhi, aggiunge Vincenzo Balestra, fa pensare "che stiamo attraversando una vera e propria crisi epocale, una crisi che non ha precedenti almeno se pensiamo agli ultimi quarant'anni e che ci propone perciò una prospettiva futura davvero poco consolante. Va da sé che in una situazione generale come quella che stiamo vivendo i primi a pagare sono i più deboli o i più giovani, vale a dire tutti quelli che non hanno risorse, forza e conoscenza diretta delle cose con cui ci si può difendere dal flagello della droga". Alla riunione in Prefettura è stato annunciato che ci saranno presto altri incontri, sulla base dei dati che il Sert sarà in grado di fornire a breve termine. Uno dei quesiti a cui dare ad esempio risposta riguarda il cosiddetto riversamento o conversione del caso di tossicodipendenza rispetto al reparto di malattie infettive del San Bortolo. Su questo terreno Vincenzo Balestra risponde che non ci sono ancora cifre affidabili o apprezzabili e che a prima vista almeno per ora non ci sarebbero connessioni di questo tipo. Ma l'allarme è giovane, è appena scattato e l'attenzione sarà ovviamente da questo momento in poi molto più concentrata su tutto quanto può creare anche il minimo dubbio.

IL BARATRO DI ANNI BUI- Per chiudere, ecco quanto ha scritto per il TG di TVA Vicenza Tiziano Bullato parlando appunto della riunione in Prefettura. I concetti sono esattamente quelli appena riferiti in precedenza, ma con qualche aggiunta che merita di essere conosciuta. Scrive Bullato: "A sentire le parole di Vincenzo Balestra pare di precipitare nuovamente negli anni bui della tossicodipendenza. “L'uso endovenoso di droga è in preoccupante aumento – ha detto il responsabile del Sert di Vicenza durante una riunione in Prefettura con i rappresentanti delle forze dell'ordine – e riguarda ragazzi di una fascia di età compresa fra 15 e 24 anni. Si tratta di giovani e giovanissimi che non hanno neppure la più pallida idea di cosa sia accaduto a cavallo fra gli anni ‘80 e ‘90, con la diffusione epidemica dell'Aids e di altre malattie correlate all'abitudine di riutilizzare le siringhe usate per iniettarsi in vena la droga. Questi giovani trovano l'eroina che viene spacciata a prezzi molto più bassi di un tempo. Spesso iniziano inalando la sostanza che però è tagliata talmente tanto da non fare più effetto solo dopo appena poco tempo. Ecco allora che si passa alle endovenose che, in breve, sottopongono il soggetto ad una spaventosa dipendenza: ci sono ragazzi che si iniettano di tutto, anche il metadone che consegniamo nel corso della terapia. A quel punto prendere la siringa usata e lavarla nella fontanella di campo marzo, o addirittura in una pozzanghera prima di usarla di nuovo è diventato un comportamento abituale. Risultato? Nuovi casi di epatite e grandissimo rischio di contagio per tutte le malattie trasmissibili in questo modo, a cominciare dall'Aids”. Per fronteggiare questa emergenza, ha spiegato il dottor Balestra, il Sert ha organizzato dei corsi che ha chiamato di sopravvivenza, per spiegare ai tossicodipendenti cosa fare e cosa non fare assolutamente. “Siamo però arrivati al punto – conclude Balestra – di dover pensare di istituire nuovamente le unità di strada per contattare i consumatori oppure di organizzare la distribuzione gratuita di siringhe sterili per limitare almeno uno dei due problemi”.

 

nr. 38 anno XIX del 1 novembre 2014



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