NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il grande coraggio di un lavoro a vita

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Il grande coraggio di un lavoro a vita

STORIE LUNGHE UN SECOLO- Se la cornice è questa, molto logico che le storie raccontate dai protagonisti risultino come la rivelazione di un mondo del quale si tende a pensare che non esista più o esista ormai soltanto parzialmente. Certo che la questione diventa ad un certo punto puramente anagrafica perché le generazioni si esauriscono, ma questa generazione che se n'è rimasta in trincea per sessant'anni continuando ancora oggi a lavorare dimostra con la massima chiarezza i valori di riferimento ed il significato più profondo di questa incredibile capacità di fare imprenditorialità anche passando attraverso cambiamenti sociali enormi che hanno prodotto cambiamenti di eguale entità sul piano legislativo e dei rapporti con lo Stato. Sono storie lunghe anche più di sessant'anni, storie addirittura secolari se si pensa che all'origine di tutto ci sono famiglie che si sono passate il testimone lungo almeno quattro generazioni. L'osservazione che sottolineavamo prima circa l'incredibile vitalità di questa generazione in particolare, va a braccetto col fatto che un'altra generazione così ben difficilmente ci sarà. Il lavoro, i rapporti sociali, le leggi che li regolano sono davvero cambiati al punto da risultare a distanza di sessant'anni addirittura irriconoscibili.

Il grande coraggio di un lavoro a vita (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)LO SPIEDO DI LEONARDO DA VINCI- A Noventa c'è la testimonianza di Mario Primon, ragazzino nella trattoria dei genitori ("non facevamo neppure il caffè, solo piatti e vino e se qualcuno voleva il caffè attraversavo la strada e andavo a prenderlo al bar di fronte...") dove prima di tutto è stato incaricato di servire in sala e poi di fare anche la vendemmia. Oggi il ristorante Primon mantiene nella struttura appena qualcosa della vecchia trattoria, ad esempio i soffitti alti cinque metri, ma in compenso dopo aver ristrutturato, restaurato e messo a norma tutto l'impianto a partire dalla cucina, non ha cambiato una virgola della sua offerta tipica: "Gli amici sanno benissimo che se vogliono uno spiedo vecchia maniera, a calore e non a fuoco, oppure trippa alla parmigiana, ossibuchi, baccalà, ecc. tutto quello che hanno da fare è venire da noi. Non ho mai voluto cambiare i vecchi piatti così come me le aveva insegnati mia madre che a sua volta li aveva imparati dai genitori. Il cambiamento della struttura lo abbiamo fatto nel 1988, ma già dal 1972 funzionava il girarrosto del quale mi occupo da decenni. La particolarità che lo rende differente da qualsiasi altro spiedo a fuoco, con il fuoco diretto, per capirci, è che segue il progetto disegnato da Leonardo da Vinci. È un girarrosto che ruota in basa al calore che riceve, tenendo conto di quanto fuoco e a che distanza. Come dire che si autoregola, ma è chiaro che ci deve essere la mano dell'uomo che lo tiene sotto controllo perché a questa condizione gli arrosti vengono perfettamente e non sono come quelli che cuociono direttamente esposti al fuoco del caminetto. Sono entrato qui a 12 anni, forse un po' meno, allora non c'erano i problemi dell'obbligo scolastico: mi hanno messo in sala a servire, poi anche a pigiare l'uva per la vendemmia, infine mi hanno lasciato entrare anche in cucina. Da quel momento in poi degli spiedi mi sono occupato soltanto io. Ho continuato anche un'0altra tradizione, quella dei salumi nostrani. Allora avevamo i maiali e facevamo tutto direttamente, adesso ho il mio consuocero di Cavazzale che mi rifornisce dato che lui ha allevamento e produzione".

L'INVENTORE E I SUOI BREVETTI- Uno l'ha depositato, l'altro è in corso di registrazione: rivoluzionano le macchine da cucire industriali nella parte filo, spoletta e soluzioni meccaniche collegate. Gilberto Cracco è un altro dei Benemeriti di Confcommercio premiati lo scorso fine settimane. Commerciante, sempre, ma anche artigiano e inventore, uno che ha cambiato e sta ancora cambiando la tecnologia delle macchine da cucire industriali dal momento che facendo il venditore si trasformava di volta in volta in uomo dell'assistenza diretta al cliente. Di origine valdagnese, Cracco si è trasferito giovanissimo ad Arzignano. I suoi si occupavano di macchine da cucire che allora erano un pezzo forte per qualsiasi famiglia che se lo potesse permettere: "Ci ho lavorato molto, ma poi ci siamo accorti che il mercato piano piano tendeva a calare sempre più. Ho deciso di venire ad Arzignano dove il settore conciario poteva offrire a livello industriali e artigianale altro genere di offerta sempre in questo settore. È stato così che dal 65 e per trent'anni abbiamo cominciato ad occuparci di guanti protettivi industriali. Il lavoro è aumentato, mi sono reso conto del fatto che si potevano fare molte modifiche alla tecnologie delle macchine, prima tra tutte quelle che poteva aumentare la quantità di filo utilizzabile nella spoletta, l'altra che consisteva nell'eliminare appunto la spoletta abbassando tutto il meccanismo al piano della cucitura. Sono stato quindi e sono ancora anche artigiano. È stato un bel lavorare. Sessant'anni e più sono tanti, ma i nostri figli hanno anche loro imparato. Certo che oggi non c'è più nessuno che pensi ad un lavoro unico per tutta la vita. Ma per noi a quel tempo le cose si erano messe in quel modo, eravamo appena fuori dalla guerra, non si poteva scherzare, occorreva soltanto trovare il modo per vivere. Io ci sono riuscito facendo questo lavoro, vendendo e aggiustando, aggiustando e correggendo, alla fine anche inventando qualcosa di buono che per certi versi ha cambiato e sta cambiando ancora tutto il settore della tecnologia della macchina da cucire industriale".

I BENEMERITI PREMIATI- Per finire, questi sono i commercianti Benemeriti con sessanta anni di lavoro premiati durante la cerimonia di Confcommercio Vicenza: Gilberto Cracco Arzignano, Domenico Brunello Bassano del Grappa, Mario Primon Noventa Vicentina, Sandra Raffagnin Noventa Vicentina. Bruno Facchin Recoaro Terme, Pierluigi Leoni Thiene, Antonietta Sartori Thiene, Tiberio Viero Thiene, Pietro Casarotto Torrebelvicino, Alberto Dal Ponte Vicenza, Sandro Dal Ponte Vicenza e Sergio Sartori Vicenza.

 

nr. 42 anno XIX del 29 novembre 2014



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