NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Dalla TAV la seconda rivoluzione di Vicenza?

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Dalla TAV la seconda rivoluzione di Vicenza?

TRA VOGLIA E PRUDENZA- Il fatto che si tratti in prospettiva di una vera e propria rivoluzione sembra chiaro per tutti. Ma tra l'entusiasmo e anche la voglia di vedere davvero cose nuove e d'altra parte qualche riflessione che suggerisce la prudenza è inevitabile che si muova d'ora in poi lungo una serie di analisi che comporteranno molti interventi e molti contributi. Qui di seguito vediamo le posizioni di due importanti uomini politici cittadini, Lorenzo Pellizzari e Giorgio Sala, che ci regalano una visione molto aperta anche in chiave positiva circa questo progetto, ma che pure utilizzano la loro lunga esperienza per sottolineare alcuni punti che dovranno essere presi in considerazione lungo il cammino di questa realizzazione: la necessità ad esempio di non farne una specie di totem direttamente destinato all'incremento del turismo senza l'indispensabile considerazione sul cambiamento che si andrà operando sulla città; a partire dal centro storico già di non brillante e ancor meno intensa frequentazione. L'avv. Pellizzari è stato quasi sindaco di Vicenza dopo l'amministrazione Sala, dopo di che ha svolto un ruolo di primo piano nel quadro cittadino della DC; Giorgio Sala è stato sindaco non nell'immediato dopoguerra, ma negli anni che lo hanno seguito, accompagnando quindi la città nel periodo della maggiore crescita economica e delle realizzazioni. Nel dialogo con loro emerge chiaramente il timore da una parte che si allunghino ancora di più i tempi di realizzazione della trasformazione di grandi zone ancora segnate dai danni della guerra come San Biagio, mentre dall'altra si giochi più in generale una carta molto difficile da giocare. Se è vero che questa operazione legata alla TAV, dice ad esempio Sala,l è un tentativo importante di cambiare Vicenza, allora c'è da domandarsi se questo cambiamento sia davvero possibile. Dando per scontato che rispettando fino all'estremo il beneficio del dubbio, per chi conosce bene questa città resta l'incertezza di fondo di un pensiero dominante: che cambiare Vicenza sia davvero un'operazione molto difficile.

Dalla TAV la seconda rivoluzione di Vicenza? (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)COSA DARE AL CENTRO STORICO?- L'esordio di Lorenzo Pellizzari è positivo, le altre riflessioni arrivano dopo anche se nella sostanza il discorso resta poi molto costruttivo. Dice: "Questo progetto mi piace, rappresenta sicuramente una dimensione di novità che non si può disconoscere. La prima cosa che mi viene in mente quando sento parlare delle due stazioni e della vecchia che verrà cancellata è di ordine sentimentale, coinvolge la mia immagine di Vicenza: so che chi arriva in treno esce e si trova davanti il verde di Campo Marzo e dell'ippodromo e quando vede questo quadro di assieme della città proprio sulla porta del centro storico ne ha una impressione molto positiva tanto che ne resta affascinato. Bene, a parte questo. dico che il progetto legato alla TAV contiene cose interessanti, disegna una prospettiva futura di grande dimensione, prefigura insomma cambiamenti che non si possono limitare a prevedere un forte incremento del turismo. Proprio per questa capacità di maggiore prospettiva proiettata sugli anni a venire credo che sia il caso di prendere in considerazione la globalità del cambiamento a cui la città va incontro a cominciare dal considerare lo stato attuale e futuro del centro storico. Come sappiamo è abbastanza svuotato, non frequentato benissimo e oltre tutto sempre meno frequentato; il che vuol dire trovarci di fronte ad intere categorie produttive che ho hanno già scelto di spostare la loro attività o hanno intenzione di farlo. Senza trascurare l'indice di frequentazione che riguarda chi abita ancora in centro, a partire dagli anziani molto spesso soli. Penso che si debba evitare di svuotare la città ancora di più e che sia anche il caso di rivolgere particolare attenzione a quelle aree del centro che ancora portano i segni della guerra, settant'anni dopo. Pensate a San Biagio: che cosa ne sarà di questa grande area ancora completamente svuotata eppure a un passo dal cuore vero della città? C'è effettivamente il rischio di una crescita sbilanciata, di uno stato disordinato in cui verrebbero a trovarsi le forze della città di fronte a questa prospettiva rivoluzionaria delle due stazioni pur con tutto quello che porteranno di positivo. Si tratta evidentemente di grossi problemi anche urbanistici, ma poi sociali e di attività economiche da salvaguardare oltre che delle categorie che le animano e che si aspettano attenzione. Tutto questo per sottolineare che pur giudicando molto positivamente la prospettiva rivoluzionaria del cambiamento bisogna pensare che questo va guidato con attenzione e prudenza, salvaguardando tutto ciò che può essere salvaguardato. Occorreranno attente analisi e molta collaborazione da parte di tutte le forze in campo".

Dalla TAV la seconda rivoluzione di Vicenza? (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)LA VITA CHE SI TRASFORMERÀ- Sindaco di Vicenza tra gli anni sessanta e fino agli ultimi anni settanta, Giorgio Sala dice di avere dato un'occhiata al progetto così come è stato reso pubblico dalla stampa. Aggiunge di esserne interessato perchè è chiaro che qui si va verso una trasformazione radicale degli assi di interesse urbanistico della città, il che implica cambiamenti tanto profondi da proiettarsi direttamente sulle prossime generazioni: "Confesso di essere impreparato a dare un giudizio perchè mi pare che oggi come oggi una opinione vera e approfondita in merito sia alquanto faticosa. Una cosa però mi salta all'occhio e questo sì che posso registrarlo come una impressione forte che ricevo da questo progetto: mi pare di capire che si propone di cambiare Vicenza e io so che si tratta di un tentativo difficile, una cosa molto difficile. Guardi che non ho nessuna intenzione di esprimere sfiducia nei confronti degli attuali amministratori tanto che un giudizio oggi mi sembra un po' troppo impegnativo. È un fatto però che tutto sembri legato alla vicenda della TAV, progetto che sul tavolo getta grandi risorse con le quali ci si propone di trasformare la città, non soltanto il centro storico ma il grande assetto della città, gli stessi assi urbanistici, oltre che trasmettere un cambiamento non irrilevante anche alla provincia. La situazione di oggi è quella decisa alla fine dell'800 quando di fronte a chi sosteneva che la stazione andava costruita a nord prevalse la tesi di quelli che invece la volevano a ridosso del centro storico, affacciata su Campo Marzo. Quello è il sistema degli assi fondamentali che sono stati conservati immutati fino ad oggi. Ed è quel sistema che ora si prospetta di rivoluzionare con il nuovo progetto. Ecco in che cosa consiste la grande novità che ci si presenta all'orizzonte. Dopo di che ci si deve anche chiedere se tutto questo sarà possibile, se ci saranno le risorse e tutto il resto. Il sindaco Variati mi sembra molto ben collegato con le forze di governo per cui la risposta dovrebbe essere positiva, mentre non so che cosa ne pensi la Regione che notoriamente nei confronti di Vicenza non sembra così attenta. È un fatto però anche sul versante della Regione un ragionamento va fatto specie se pensiamo a quella metropolitana veneta della quale si sta parlando da anni senza che si vedano risultati. Non posso non pensare che tutto questo, il quadro generale attorno al progetto della TAV, è talmente grande e importante che occorrerà discuterlo con i cittadini e con il mondo economico, imprenditoriale e del lavoro. Teniamo presente che siamo alle soglie di una trasformazione così radicale che ne saranno influenzate le generazioni dei nostri figli e dei nostri nipoti. C'è tutta una comunità da tenere al corrente e dalla quale ricevere i preziosi contributi e bisogna anche tenere in considerazione il fatto che non stiamo parlando di una rivoluzione che si limiterà a Vicenza: ad esserne coinvolta sarà anche tutta la provincia. Ragione di più per informare e ascoltare il più possibile prima di fare qualsiasi cosa".

 

nr. 45 anno XIX del 20 dicembre 2014



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