NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il macigno inamovibile della legge Fornero

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Il macigno inamovibile della legge Fornero

La Lega, su input e grande impegno di Matteo Salvini, segretario generale del partito, aveva promosso un referendum popolare per la riforma delle pensioni e, nello specifico, per la abrogazione della Legge Fornero. Scrive La Stampa “La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dalla Lega sulla norma che ha riformato le pensioni. Una norma che ha comportato lo strascico, pesante, degli esodati e che ora attende un intervento auspicato, in fondo, dallo stesso ex ministro del Lavoro del governo Monti (la ex Ministro Fornero- ndr), quando dice: «Il Parlamento se vuole esamini la riforma con pacatezza e lungimiranza». Ma la prima reazione che arriva dal mondo politico non è di questo tenore”.

Il macigno inamovibile della legge Fornero (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La Corte Costituzionale ha applicato una norma costituzionale che vieta i referendum abrogatovi su vicende che impegnano il bilancio dello Stato. Quindi non ha fatto che quel che doveva. Ma, e non è un “ma” qualsiasi, la Legge Fornero, unitamente al decreto legge del 11 luglio 1992 con il prelievo forzoso del sei per mille, retrodatato di due giorni- una autentica furbata- firmato da Giuliano Amato, sono due momenti della storia del mondo del lavoro e del risparmio che sono legati indissolubilmente alla memoria negativa di milioni di italiani. Le leggi vanno rispettate, seppur esiste, in un libero paese, il diritto di critica. Ma dovrebbe anche esistere un dovere da parte della politica di rimediare a situazioni che oltre a recare un danno enorme a milioni di persone, italiani, non recano nessun beneficio concreto e stabile al Paese stesso se non quelle che proclamano gli stessi costruttori delle leggi in oggetto. Le leggi dovrebbero avere come obbiettivo il bene del popolo non il suo avvilimento. Per quanto riguarda l’azione promossa da Giuliano Amato, il più cortese degli interlocutori quando chiedi che ne pensa dice cose non trasferibili sulla carta. Al di la del bene o del male di quella legge nella gente è fermamente fissa l’idea di aver subito una prepotenza e che piaccia o no ai sostenitori, anche attuali, del dottor Sottile, non vedrebbero se non negativamente una sua salita al Colle. Per la Signora Elsa Fornero accade esattamente la stessa cosa- La sua legge, o per lo meno la legge firmata e presentata da lei, ma certamente approvata anche dal Presidente sen. Monti, è vissuta da centinaia di migliaia di persone come un assalto alla libertà personale e per molti anche alla sopravvivenza. Basta pronunciare una data e una parola perché il fiume degli improperi divenga inarrestabile : anno di nascita (del lavoratore) 1952- e la parola “esodati”. La speranza di moltissimi italiani all’ascesa al governo di Matteo Renzi era proprio questa: fare giustizia, quindi rimediare, dei danni prodotti dalla Legge Fornero- Non se ne è fatto nulla e quindi la Lega si è assunta il compito di indire un referendum ora bocciato. Su Bliz quotidiano, giornale on line- La Signora Fornero dice che “che cancellare la riforma avrebbe aperto “un varco pericoloso nei conti pubblici”. Le modifiche alla legge devono essere fatte, ha spiegato l’ex ministro autore della riforma con il governo Monti con pacatezza, equità e lungimiranza. Quella riforma ha sottratto oneri pesanti alle generazioni future ed ha rappresentato un tassello fondamentale per la chiusura del procedimento europeo di infrazione per deficit eccessivo contro il nostro Paese e per la nostra stessa permanenza in Europa e nell’euro”. E prosegue dicendo “ci sono ancora troppi privilegi nascosti nel sistema pensionistico e nelle modalità passate di calcolo delle pensioni, privilegi che le persone non sono più disposte ad accettare. Se il Parlamento vorrà ritornare sulla questione previdenziale non potrà esimersi da riconsiderare in profondità tali privilegi”.

Il macigno inamovibile della legge Fornero (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Non condiviso il linguaggio usato da Matteo Salvini nel commentare l’abrogazione del referendum, ma lo comprendo perché so che ha interpretato la giusta rabbia di un infinito numero di italiani che non chiedono di godere di privilegi ma di essere garantiti nei loro diritti guadagnati con il lavoro. I privilegi di cui parla la Signora Fornero sono quelli che i potenti della pubblica amministrazione e le loro lobby, difendono su tutti i fronti e riescono a mantenerli praticamente intatti. Non pare proprio che la sua Legge abbia creato gran danno a questi, ma ai dipendenti dei livelli più bassi sicuramente si. La Signora Fornero ha tutti i diritti di difendere la sua legge e di sostenerne i pur discutibili presunti benefici ma qualche volta si dovrebbe comprendere che vi sono momenti da far dimenticare e, in questi casi, rammentarsi che il silenzio è d’oro.

 

Mario Giulianati

nr. 03 anno XX del 24 gennaio 2015



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