NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Uscire dalla trappola delle lingue maccheroniche

Dall'uso comune del parlare traducendo parrebbe che l'inglese sia un piatto facilmente masticabile, ma oltre i luoghi comuni e l'ok immancabile sono pochissimi quelli che lo conoscono - Interessante iniziativa di VITC Madrelingue: dalla semplice didattica all'educazione alla lingua straniera - "Laboratorio aperto" a ridosso di Giardini Salvi

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Uscire dalla trappola delle lingue maccheroniche

(g. ar.)- L'apprendimento di una lingua è una specie di equazione ad incognite varie. Non basta dire ok per dire che si parla Inglese, né "que tal" per assicurare che di Spagnolo sappiamo tutto e nemmeno bastano bonne soir o auf viedersen per tranquillizzare i nostri interlocutori eventualmente francesi o tedeschi. La verità è che dalle nostre parti -e per nostre parti intendiamo in Italia, non soltanto a Vicenza e provincia- continua a prevalere prepotentemente il cosiddetto "modulo tarzan" che arrangia e semplifica concetti, verbi e lessico, per non parlare della costruzione delle frasi. Il modulo Tarzan permette di mettere assieme qualche parola di provenienza annosa, magari dalla scuola media, e condendo con un po' di verbi all'infinito si scodella un prodotto che assomiglia appena all'originale e che però permette di comunicare in qualche modo. Anche se un modo, diciamo così, piuttosto primitivo.

Uscire dalla trappola delle lingue maccheroniche (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MEDIAZIONE LINGUISTICA- Qualche mese fa è stata la Scuola Superiore Mediatori Linguistici nell'ambito dell'Università-Master ad aprire un ragionamento che abbiamo seguito con molto interesse su quante lingue siamo in grado di utilizzare nella nostra attività quotidiana, su quante se ne parlano a Vicenza, su quale grado di conoscenza si ha di queste lingue e quale prospettiva effettiva esiste di poterne migliorare i livelli. I Mediatori linguistici ovviamente parlavano e parlano dalla condizione del tutto fuori media di chi prepara gli interpreti anche per conto dell'Università, e la loro puntualizzazione andava e va presa con la massima serietà visto che si tratta di una posizione fortemente professionale e specialistica. Fatto sta che quello stesso spunto, poi rielaborato nella trasmissione di TVA In Piazza, ci offrì l'occasione per non limitare il ragionamento al grado di apprendimento o di pratica delle varie lingue straniere, ma diventò una vera e propria opportunità per domandarci quale fosse (e quale sia ancora oggi) la capacità di accoglienza della città che pure sul piano delle relazioni internazionali è sostenuta da occasioni non secondarie come gli studi Palladiani, le attività fieristiche o gli scambi culturali in senso più generale (soltanto il museo di grafica internazionale Casabianca fa convergere ogni anno su Malo un numero notevole di artisti, studiosi e critici dell'arte in gran parte di provenienza europea). È proprio su questo tema, dell'accoglienza vera verso chi da un paese straniero si presenta e diventa interlocutore per noi, che si può sviluppare davvero largamente il tema di che lingue siamo in gradi parlare e come intendiamo o ci facciamo intendere dagli altri. In tempi di integrazione europea tutta da verifica sembra che il tema non sia secondario. Tutt'altro.

DIDATTICA O EDUCAZIONE?- Quando si arriva al dunque del tema delle lingue straniere praticabili a Vicenza ad un certo livello, ci si imbatte immediatamente nella lettura distinta che occorre fare tra la didattica e l'educazione alla lingua. Per il semplice fatto che la didattica avviene per moduli precostituiti con una scansione del progetto di insegnamento misurato sugli allievi, come nel caso delle scuole medie o medie superiori, mentre l'educazione alla lingua straniera è tutt'altra faccenda perché attraverso l'utilizzazione della comunicazione essenziale degli elementi base come grammatica, vocabolario, struttura del periodo e naturalmente lessico insegue in realtà un obiettivo di fondo che chiama in causa la cultura, la conoscenza di quella lingue, ma anche del mondo da cui proviene, dagli usi e costumi, ma anche dalla storia. E si capisce bene in che cosa risieda la differenza tra queste due differenti strade che pure si propongono di insegnare qualcosa.

SALA APERTA CON 4 TAVOLI- In questo quadro generale si sta inserendo una nuova iniziativa molto interessante che si propone appunto tra le due scelte principali per l'insegnamento di una lingua straniera quella che più attiene alla cultura e allo scambio culturale. Lo fa in un modo decisamente originale, proponendo un lavoro che può contare su una sala piuttosto ampia in cui sono sistemati un piccolo palcoscenico e quattro grandi tavoli. Il palco serve a qualche intrattenimento con ovviamente lo spunto linguistico come prima preoccupazione mentre i tavoli sono la sede di raccolta per ciascuna delle lingue. Qualche distinzione sul grado di abilità degli allievi, naturalmente, ma la maggiore attenzione è per il fattore culturale determinato dalla possibilità di scambio tra gli allievi e gli insegnanti su un tema precostituito che sarà scelto ogni mese. Didattica o educazione? è attorno a questi due concetti che si cercherà di ricavare il massimo vantaggio degli incontri con insegnanti che non si chiamano così, ma si chiamano invece facilitatori linguistici, tutti madre lingue, tutti di provenienza dai rispettivi paesi di origine, tutti portatori di esperienze culturali ma anche umane utilissime se si vuole creare un lavoro proficuo di dialogo fondato su temi importanti ed utilizzando una lingua che non sarà più l'Italiano.

Uscire dalla trappola delle lingue maccheroniche (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)PRIMA PUNTATA CON MUSICA- Prima puntata con musica: al VITC (Vicenza Time Café) in Contrà Mure Porta Nova 28, è stata presentata l'iniziativa che vede nel programma dell'associazione culturale un appuntamento settimanale di due ore offerto a chi vuole praticare la conversazione in inglese, francese, tedesco e spagnolo. La prima puntata di questo appuntamento ha visto tra le altre cose interessanti del programma la presenza del gruppo Cantagaia Vocal Ensemble che ha impreziosito la serata con le proprie sonorità. Questo, giusto per chiarire fin dall'inizio delle operazioni che i quattro tavoli che faranno da centro a ciascuna delle lingue oggetto di dialogo e insegnamento non sono semplici banchi di apprendimento, ma vanno molto oltre nel significato perché rappresentano una occasione sicuramente molto interessante di incrocio e scambio. Prima di tutto culturale, e poi di collaborazione intrecciata di racconti, esperienze, tutto ciò che i presenti in sala anche nella loro veste di "alunni" potranno portare come contributo personale. Tra gli obblighi c'è una tessera associativa ed un costo-lezione che distingue tra adulti e under 18, un costo più o meno adeguato a quanto è richiesto da una qualunque lezione privata, con qualche peso in meno per quanto riguarda gli euro da pagare, ma con molto più peso per quel che si può ricavare da queste due ore di incontro. Aggiungiamo che ai primi passi in atto si stabilisce ad esempio che per aprire un corso di gruppo occorrono almeno due partecipanti anche se c'è chi ha espresso interesse per ciascuna delle quattro lingue.



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